Territorio di Siena
Reference: | S40993 |
Author | Giovanni Antonio MAGINI |
Year: | 1606 |
Zone: | Siena |
Printed: | Bologna |
Measures: | 465 x 345 mm |
Reference: | S40993 |
Author | Giovanni Antonio MAGINI |
Year: | 1606 |
Zone: | Siena |
Printed: | Bologna |
Measures: | 465 x 345 mm |
Description
Nel cartiglio in alto a sinistra il titolo TERRITORIO DI SIENA. In basso, nel cartiglio a destra, (dove si notano abrasioni) la dedica All’ Ill.mo et Ecc.mo S.r mio P[at]ro[nus] Col.mo Il S.r Marchese Piriteo Malvezzi Governatore e luogoten[en]te G[ene]rale della Città e Stato di Siena ecc. Fabio di Gio[vanni] Ant.o Magini. a sinistra la scala grafica Scala di miglia quindici (15 miglia pari a mm 47). Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali Septentrio, Meridies, Oriens, Occidens, il nord in alto. Graduazione ai margini per la latitudine di 5’ in 5’ da 41° 47’ a 43° 20’ (41° 34’ a 43° 7’ lato destro), per la longitudine di 1’ in 1’ da 32° 43’ a 35° 36’ (32° 55’ a 35° 49’ lato in alto).
La carta del Magini del senese deriva dalle carte del monaco olivetano Stefano Buonsignori: “si deduce che fino al 1606 il Magini non aveva potuto avere disegni ufficiali, inediti, né per il Dominio Fiorentino, né per il Senese (e probabilmente, come vedremo, neppure per il Lucchese); né tali disegni ebbe in seguito — tranne che pel Lucchese — essendo il Granduca molto restio a farne parte a privati; per il che il Magini dovette rassegnarsi a riprodurre carte già stampate, e cioè tanto per il Dominio Fiorentino quanto per il Senese le famose carte di Stefano Buonsignori. Infatti, un confronto accurato fra la carta del Dominio Fiorentino del Buonsignori (1584) e quella del Magini, che è solo leggermente più piccola e abbraccia sostanzialmente lo stesso quadro, rivela una identità quasi perfetta per tutti gli elementi del disegno cartografico, orografia, idrografia, centri abitati. Anche i confini del Dominio sono desunti dal Buonsignori. Il Magini ha al solito completato il quadro della carta, oltre i confini del Dominio, utilizzando i materiali di altre sue carte (Modenese, Romagne, Stato di Urbino, Senese ecc.), non però quelli della carta del Lucchese, che ebbe solo assai più tardi. Anche il disegno delle isole Gorgona, Capraia e Meloria deriva dal Buonsignori. Solo alcuni nomi regionali — Casentino, Pratomagno, Nievole, Gherardesca — sono aggiunti dal Magini; originale è poi l’inserzione della rete delle coordinate geografiche, delle quali la carta del Buonsignori è priva. La dedica è aggiunta dopo, poiché si conoscono esemplari, del resto identici agli altri, che ne sono mancanti. Anche per il Senese la identità tra il Buonsignori ed il Magini è quasi perfetta, anzi in questo caso la scala è pur sensibilmente la stessa; se la carta maginiana ha dimensioni maggiori di quella del monaco toscano, ciò si deve al solito fatto che il Magini ha incluso i territori circostanti. Qualche lieve divergenza riguarda il territorio di Piombino e dintorni, per il quale il Magini deve avere attinto ad una fonte particolare alcune indicazioni (Porto Baratto, Caldane palude, Selva Vetletto, Rocchetto) che mancano nel Buonsignori. Originale è il disegno dell'Elba, corrispondente a quello della carta speciale, che sarà esaminata altrove, come pure il disegno di Pianosa e Monte Christo. Qualche altra divergenza deriva da correzioni fatte sul rame: la più notevole tra esse, riguardante l'alto corso dell’Olpita affluente di sinistra del Fiore (Fiora), che esce da un lago (di Mezzano) a SE di Pitigliano, fu fatta in base ai materiali che il Magini utilizzò poi per l'Orvietano, come si dirà. I confini del Territorio senese sono desunti dal Buonsignori. La dedica attuale della carta del Senese è sovrapposta ad altra precedente, firmata dal Magini” (cfr. R. Almagià, L'Italia di Giovanni Antonio Magini e la Cartografia dell'Italia nei secoli XVI e XVII (1922). pp. 63-64.
Carta geografica tratta dal L’Italia a cura di Fabio Magini, edito a Bologna nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre.
Composta da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnoldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright.
Bibliografia
R. Almagià, L'Italia di Giovanni Antonio Magini e la Cartografia dell'Italia nei secoli XVI e XVII (1922): pp. 62-66, n. 17; Pellegrini (2002): pp. 33, 132-135, XI.
Giovanni Antonio MAGINI (1555 - 1617)
Giovanni Antonio Magini was born in Padua in 1555, dedicating himself to the study of astronomy from an early age. In 1588 the Senate of Bologna appointed him Lecturer of Astronomy at the local University, choosing him instead of Galileo Galilei. His friendship with the Duke of Mantua, Vincenzo Gonzaga, helped Magini in his quest to obtain cartographical material for map-making from the various sovereigns ruling the different Italian states at that time. Because of Magini's early death in 1617, this effort was made famous by his son Fabio when he published the atlas "L'Italia" in Bologna in 1620. This is the first example of an Italian atlas and is made up of 24 pages of descriptive text and 61 maps of the Italian peninsula. Although this work was published posthumously, it can be entirely ascribed to Magini. He began drawing this maps around 1594, with the one depicting Bologna and its surrounding territories being the first. They were all printed before 1620 in draft editions which were then revised and updated for the final version. These draft proofs are extremely rare, although sometimes available for sale, and exhibit substantial differences in respect to the maps finally included in the atlas. Two of the most famous engravers of the time, Arnoldo Arnoldi and the englishman Benjamin Wright, were entrusted by Magini to engrave the plates. As we shall see in the presentation of the separate maps, they derive from different sources, both known and unknown, and therefore represent the result of an original work of critical analysis and compilation. This atlas had an important influence on the cartography of the italian peninsula for the following two centuries, beginning from Ortelius and going on to the principal dutch cartographers and editors.
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Giovanni Antonio MAGINI (1555 - 1617)
Giovanni Antonio Magini was born in Padua in 1555, dedicating himself to the study of astronomy from an early age. In 1588 the Senate of Bologna appointed him Lecturer of Astronomy at the local University, choosing him instead of Galileo Galilei. His friendship with the Duke of Mantua, Vincenzo Gonzaga, helped Magini in his quest to obtain cartographical material for map-making from the various sovereigns ruling the different Italian states at that time. Because of Magini's early death in 1617, this effort was made famous by his son Fabio when he published the atlas "L'Italia" in Bologna in 1620. This is the first example of an Italian atlas and is made up of 24 pages of descriptive text and 61 maps of the Italian peninsula. Although this work was published posthumously, it can be entirely ascribed to Magini. He began drawing this maps around 1594, with the one depicting Bologna and its surrounding territories being the first. They were all printed before 1620 in draft editions which were then revised and updated for the final version. These draft proofs are extremely rare, although sometimes available for sale, and exhibit substantial differences in respect to the maps finally included in the atlas. Two of the most famous engravers of the time, Arnoldo Arnoldi and the englishman Benjamin Wright, were entrusted by Magini to engrave the plates. As we shall see in the presentation of the separate maps, they derive from different sources, both known and unknown, and therefore represent the result of an original work of critical analysis and compilation. This atlas had an important influence on the cartography of the italian peninsula for the following two centuries, beginning from Ortelius and going on to the principal dutch cartographers and editors.
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