Voyage de Bologne à Ancone et de Bologne a Florence

Reference: CO-424
Author Vittorio ANGELI
Year: 1831 ca.
Zone: Postal Journey
Printed: Milan
Measures: 225 x 285 mm
€120.00

Reference: CO-424
Author Vittorio ANGELI
Year: 1831 ca.
Zone: Postal Journey
Printed: Milan
Measures: 225 x 285 mm
€120.00

Description

Carta itineraria di Vittorio Angeli, realizzata per la Nuovissima Guida dei Viaggiatori in Italia della tipografia Artaria di Milano.

“[…] presente fin dalla prima edizione nella Nuovissima Guida dei Viaggiatori in Italia, pubblicata a Milano da Epimaco e Pasquale Artaria nel 1831. La firma di Angeli, sotto il titolo in francese, si trova solo in questa edizione, e non compare più in quelle successive, anche se la carta rimane sempre la stessa. Tuttavia, a partire dalla terza edizione, oltre al titolo in francese, compare quello in italiano nell'angolo in basso a sinistra. Se poi si vuol essere scrupolosi, lo stesso esemplare è contenuto nella Nuovissima Guida dei Viaggiatori in Italia e nelle principali Parti d'Europa, data alle stampe da Luigi Zucoli nel 1840, sempre a Milano, e ripetuta nel 1844 e 1847. Insomma, una immagine molto usata nelle numerose guide ottocentesche di Artaria, e non solo, che offre una sintesi molto precisa della viabilità del Centro Italia, ricomponendo in un solo insieme le "strisce" itinerarie che avevano contrassegnato gli esemplari del Tiroli, del Cassini e soprattutto del Vallardi, già visti alcune pagine indietro. Proprio tra Artaria e Vallardi si apre, su questo specifico prodotto, un confronto editoriale che durerà più di mezzo secolo, dove le edizioni dell'uno inseguono a ritmo incalzante quelle dell'altro. Una concorrenza così pressante che sottintende una richiesta molto sostenuta, sia dal viaggiatore italiano, ma soprattutto da quello transalpino, senza contare che altri intellettuali turisti europei erano in grado di comprendere entrambe le lingue nelle quali le due guide venivano stampate. Il susseguirsi di ristampe e nuove edizioni aggiornate, al di là dell'aspetto commerciale, è indicativo di quanto fosse numeroso il target di riferimento, ossia di coloro che per ragioni di vario interesse venivano in Italia, incuranti o magari interessati ai mori irredentisti e risorgimentali che, a partire dagli anni 20 dell'Ottocento, si protrassero fino all'Unità d'Italia. C'è da dire che il nostro Paese non era poi, sotto questo aspetto, un'eccezione nel resto d'Europa. Commentando la carta di Bouchard del 1799 e quella di Mollo del 1829, ci siamo brevemente soffermati sul ramo degli Artaria, emigrati a Vienna dalla Brianza, dando luogo alla rinomata impresa editoriale, famosa per le sue pubblicazioni cartografiche e musicali. Qui proviamo a offrire un altrettanto sintetico cenno sul ramo milanese dello stesso casato, il cui fondatore Ferdinando (Blevio 1781-1843) si reca giovanissimo a Vienna, presso la stamperia dei cugini Carlo e Francesco I, per apprendere le nozioni fondamentali di quel mestiere. Rientrato in Italia all'inizio dell'Ottocento, avvia insieme al trentino Giuseppe de Werz, una sua produzione editoriale e di stampa musicale, uti- lizzando il sistema litografico che Werz aveva importato dalla Germania. L'officina litografica si aggiudica commesse dal Ministero della Guerra del Regno Italico, e più tardi, viene assorbita dalla I. R. Stamperia, per la quale lavorerà fino al 1818. Nel 1828 il fondatore cede l'azienda ai figli Epimaco e Pasquale, che pure erano stati impegnati nella impresa paterna, riservandosi solo il commercio meno importante della musica manoscritta. I due fratelli cercano di incrementare il volume di attività, acquistando l'esclusiva su opere liriche e soprattutto dando alle stampe guide di viaggio. Passa meno di un decennio quando, a seguito di una crisi finanziaria, Epimaco si ritira e la ditta assume la ragione di "Ferdinando Artaria e Figlio". Alla morte di Ferdinando, Epimaco viene privato di ogni diritto e Pasquale rimane unico titolare. Nel 1852 questi cede l'insieme editoriale al cognato Ferdinando Sacchi, riservandosi la proprietà della Guida dei Viaggiatori in Italia che sicuramente continuava ad avere un buon valore di mercato. Il Sacchi mantenne la denominazione "Ferdinando Artaria e Figlio" fino al 1872, modificandola successivamente in "Ditta Artaria di Ferdinando Sacchi e figli", che rimase tale fino agli inizi del Novecento. Una velocissima sosta sull'autore della carta, il nizzardo Vittorio Angeli, naturalizzato milanese, città nella quale compi i suoi studi presso I. R. Accademia di Belle Arti. Specializzatosi in tecnica litografica, lavoro per oltre mezzo secolo con importanti case editrici. La sua abilità cartografica è documentata da numerosi esemplari, tra i quali meritano di essere ricordati la Carta del Mar Baltico (1854), la Carta militare della Crimea (1855), la Carta della Lombardia (1858), le Strade Ferrate dell'Europa Centrale (1859). Una sottolineatura merita anche la sua collaborazione ai lavori di Zuccagni-Orlandini fra cui quella all'Atlante Geografico degli Stari Italiani” (cfr. L’Italia di Mezzo, La cartografia storica del Centro Italia dal XVI al XIX secolo p. 282).

 

Acquaforte, in buono stato di conservazione.

Bibliografia

P. Giorgi, C. Cicioni, L’Italia di Mezzo, La cartografia storica del Centro Italia dal XVI al XIX secolo, n. 118.

Vittorio ANGELI(Attivo a Milano alla fine del XIX sec.)

Vittorio ANGELI(Attivo a Milano alla fine del XIX sec.)