Costume di Bagnoli. Provincia d’abruzzo nel Regno di Napoli
Riferimento: | S36115 |
Autore | Michela DE VITO |
Anno: | 1823 ca. |
Zona: | Bagnoli del Trigno |
Luogo di Stampa: | Napoli |
Misure: | 145 x 190 mm |
Riferimento: | S36115 |
Autore | Michela DE VITO |
Anno: | 1823 ca. |
Zona: | Bagnoli del Trigno |
Luogo di Stampa: | Napoli |
Misure: | 145 x 190 mm |
Descrizione
Michela De Vito è un’importante artista dell’800, figlia o sorella, non si sa bene, di Camillo De Vito, fecondissimo pittore di gouache rappresentanti, soprattutto, vedute e scene di costumi di Napoli. Attiva a Napoli nei primi decenni del XIX secolo, a volte viene confusa con Michele de Vito.
“Pittrice raffinata, di grossa abilità disegnata, aveva la caratteristica d'ingentilire la fisionomia contrariamente a quanto solevano fare alcuni suoi colleghi, pur onorati da commesse Reali”. Così la definirono De Rosa e Trastulli nel saggio introduttivo al catalogo della mostra di Chieti: Il costume popolare abruzzese tra 700 e 800. Questa gentilezza dei caratteri è evidente anche nei vestiti delle figure delle opere che proponiamo.
Acquarello su carta, firmato in basso a destra. Opera di grandissima qualità, databile al 1823 circa, in perfetto stato di conservazione.
Michela DE VITO (Attiva a Napoli nei primi decenni del XIX secolo)
Figlia o sorella, non si sa bene, di Camillo De Vito, fecondissimo pittore di gouache, rappresentanti soprattutto vedute e scene di costume di Napoli. Attiva a Napoli nei primi decenni del XIX secolo viene alle volta confusa con Michele de Vito. "Pittrice raffinata, di grossa abilità disegnata, aveva la caratteristica d'ingentilire la fisionomia contrariamente a quanto solevano fare alcuni suoi colleghi, pur onorati da commesse Reali". Così la definirono De Rosa e Trastulli nel saggio introduttivo al catalogo della mostra di Chieti Il costume popolare abruzzese tra 700 e 800.
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Michela DE VITO (Attiva a Napoli nei primi decenni del XIX secolo)
Figlia o sorella, non si sa bene, di Camillo De Vito, fecondissimo pittore di gouache, rappresentanti soprattutto vedute e scene di costume di Napoli. Attiva a Napoli nei primi decenni del XIX secolo viene alle volta confusa con Michele de Vito. "Pittrice raffinata, di grossa abilità disegnata, aveva la caratteristica d'ingentilire la fisionomia contrariamente a quanto solevano fare alcuni suoi colleghi, pur onorati da commesse Reali". Così la definirono De Rosa e Trastulli nel saggio introduttivo al catalogo della mostra di Chieti Il costume popolare abruzzese tra 700 e 800.
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