Veduta del Tempio di Venere
Riferimento: | S702 |
Autore | Paolo PETRINI |
Anno: | 1718 ca. |
Zona: | Baia |
Luogo di Stampa: | Napoli |
Misure: | 232 x 125 mm |
Riferimento: | S702 |
Autore | Paolo PETRINI |
Anno: | 1718 ca. |
Zona: | Baia |
Luogo di Stampa: | Napoli |
Misure: | 232 x 125 mm |
Descrizione
Prodotte all'origine come "costellazione" di vedute intorno alla propria pianta della città di Napoli, le stampe edite da Paolo Petrini nel 1718 contribuiranno ancora di più a fissare, nella mente di turisti e collezionisti, i luoghi destinati a divenire gli stereotipi vedutistici che rappresenteranno simbolicamente la città.
Paolo Petrini lavorò a Napoli come incisore e libraio tra il 1692 e il 1748, traendo stampe da quadri del Lanfranco e di Luca Giordano, e mappe da Guillaume Sanson e Nicolas de Fer, oltre numerosi ritratti di uomini illustri napoletani. Realizzò anche un “Atlante Partenopeo” (1700), due incisioni per l’entrata di Filippo V e del cardinale Barberini (1702), un volume sui “Palazzi” (1713) e uno sulle “Chiese” (1718) di Napoli, oltre a una veduta della città di Napoli pubblicata nel 1698 che suscitò viva eco nell’editoria straniera. Tutta la sua opera è estremamente rara.
Acquaforte, in buono stato di conservazione.
Paolo PETRINI (Attivo a Napoli fine del XVIII secolo)
Paolo Petrini lavorò a Napoli come incisore e libraio tra il 1692 e il 1748, traendo stampe da quadri del Lanfranco e di Luca Giordano, e mappe da Guillaume Sanson e Nicolas de Fer, oltre numerosi ritratti di uomini illustri napoletani. Realizzò anche un “Atlante Partenopeo” (1700), due incisioni per l’entrata di Filippo V e del cardinale Barberini (1702), un volume sui “Palazzi” (1713) e uno sulle “Chiese” (1718) di Napoli, oltre a una veduta della città di Napoli pubblicata nel 1698 che suscitò viva eco nell’editoria straniera. Tutta la sua opera è estremamente rara. L’Atlante Partenopeo fu ristampato con aggiornamenti nel corso di buona parte del secolo XVIII.
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Paolo PETRINI (Attivo a Napoli fine del XVIII secolo)
Paolo Petrini lavorò a Napoli come incisore e libraio tra il 1692 e il 1748, traendo stampe da quadri del Lanfranco e di Luca Giordano, e mappe da Guillaume Sanson e Nicolas de Fer, oltre numerosi ritratti di uomini illustri napoletani. Realizzò anche un “Atlante Partenopeo” (1700), due incisioni per l’entrata di Filippo V e del cardinale Barberini (1702), un volume sui “Palazzi” (1713) e uno sulle “Chiese” (1718) di Napoli, oltre a una veduta della città di Napoli pubblicata nel 1698 che suscitò viva eco nell’editoria straniera. Tutta la sua opera è estremamente rara. L’Atlante Partenopeo fu ristampato con aggiornamenti nel corso di buona parte del secolo XVIII.
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