Adorazione dei Pastori

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Riferimento: S44756
Autore Francesco Maria Mazzola detto PARMIGIANINO
Anno: 1526 ca.
Misure: 78 x 120 mm
4.500,00 €

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Riferimento: S44756
Autore Francesco Maria Mazzola detto PARMIGIANINO
Anno: 1526 ca.
Misure: 78 x 120 mm
4.500,00 €

Descrizione

Acquaforte e bulino, 1526 circa.

Esemplare nel primo stato, di due, descritto da Mistrali.

Magnifica prova, impressa con tono su carta vergata coeva, rifilata al rame, in perfetto stato di conservazione.

In relazione al soggetto dell’Adorazione dei Pastori, Parmigianino realizzò una serie di disegni alternativi, uno dei quali fu inciso da Jacopo Caraglio nel 1526. I disegni dimostrano che l’artista aveva in mente una composizione verticale, prima di realizzare il modello preparatorio per l’incisione di Jacopo Caraglio, in formato orizzontale.

Proprio il confronto tra le caratteristiche stilistiche dell’incisione di Caraglio e quelle di quest’acquaforte, nonché dei disegni preparatori di entrambe le opere, fa datare a A. Gnann l’incisione intorno al 1526 o poco prima. L’opera, come sottolineato dallo studioso, può essere messa in relazione con due disegni preparatori: uno conservato a Windsor (Popham, n. 644), in cui compaiono le due donne in primo piano, ma la scena dell’Adorazione è lievemente mutata, e un secondo conservato a Stoccarda (Popham, n. 593), che corrisponde all’acquaforte nel taglio e nelle dimensioni, ma che vede in primo piano due uomini. Inoltre, al Louvre si conserva un disegno a penna con uno schizzo (Popham, n. 368) per la figura di Maria con il Bambino. 

L’Adorazione dei pastori, si collega direttamente con Lo sposalizio di Maria del 1525.
In entrambi i casi, infatti, Parmigianino sposta l’avvenimento principale in secondo piano e accresce la tensione inserendo in primo piano figure di dimensioni maggiori.  Rispetto allo Sposalizio però, i movimenti risultano più dinamici e vengono collegati tra loro grazie a un chiaroscuro più ricco di contrasti. Nel secondo stato dell’acquaforte, questo effetto è ulteriormente accentuato con una serie di tratteggi curvilinei sulla schiena del pastore adorante in piedi a destra. 

Rispetto alle due acqueforti del 1524-1525 della Sepoltura di Cristo, dove l’artista usa linee allungate che si dispongono sulle figure come a crearne una sottilissima rete, qui le linee appaiono più corte ed accentuano la plasticità dei corpi. I movimenti non confluiscono più l’uno nell’altro e per via dei contrasti più ricchi, anche le architetture risaltano in modo evidente. Le medesime caratteristiche stilistiche si riscontrano proprio nell’incisione del Caraglio, per cui la datazione di quest’opera può risalire allo stesso periodo. 

Magnifico esemplare di questa importante incisione.

Bibliografia

E. Mistrali, Parmigianino Incisore, 15 I/II; Bartsch xvi, 3; T.I.B. 32, 7 (10); A. Gnann in “Roma e lo stile classico di Raffaello 1515-1521, p. 381 n. 285; A. E. Popham, Catalogue of Drawings by Parmigianino, 1971, p. 183, no. 593 and p. 210, no. 728.

 

Francesco Maria Mazzola detto PARMIGIANINO (Parma 1503 – Casal Maggiore 1540)

Pittore, disegnatore e autore di stampe italiano. Iniziando una carriera destinata a durare solo due decadi, passò da un precoce successo all’ombra del Correggio, a Parma, ad essere acclamato nella Roma di Clemente VII come nuovo Raffaello. Qui realizzò alcune opere su larga scala, ma allo stesso tempo si avvicinò all’arte della stampa. Dopo il Sacco di Roma del 1527, si trasferì a nord, dove nel corso di una decade realizzò le sue opere più vicine al Manierismo. Dotato sia come pittore di piccoli pannelli, sia di affreschi di grandi dimensioni, fu anche uno dei più penetranti ritrattisti della sua epoca. Nel corso della sua carriera si rivelò un disegnatore compulsivo, non solo in preparazione delle sue opere, ma anche di scene di vita quotidiana ed erotiche.

Francesco Maria Mazzola detto PARMIGIANINO (Parma 1503 – Casal Maggiore 1540)

Pittore, disegnatore e autore di stampe italiano. Iniziando una carriera destinata a durare solo due decadi, passò da un precoce successo all’ombra del Correggio, a Parma, ad essere acclamato nella Roma di Clemente VII come nuovo Raffaello. Qui realizzò alcune opere su larga scala, ma allo stesso tempo si avvicinò all’arte della stampa. Dopo il Sacco di Roma del 1527, si trasferì a nord, dove nel corso di una decade realizzò le sue opere più vicine al Manierismo. Dotato sia come pittore di piccoli pannelli, sia di affreschi di grandi dimensioni, fu anche uno dei più penetranti ritrattisti della sua epoca. Nel corso della sua carriera si rivelò un disegnatore compulsivo, non solo in preparazione delle sue opere, ma anche di scene di vita quotidiana ed erotiche.