Lo sposalizio mistico di Santa Caterina
Riferimento: | S28901 |
Autore | Agostino CARRACI |
Anno: | 1582 |
Misure: | 344 x 505 mm |
Riferimento: | S28901 |
Autore | Agostino CARRACI |
Anno: | 1582 |
Misure: | 344 x 505 mm |
Descrizione
Bulino, 1582, firmato e datato in basso a destra.
Da un dipinto di Paolo Veronese.
Esemplare nel primo stato di due, avanti l’indirizzo dell’editore Giacomo Franco.
Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, rifilata al rame, piccolo restauro nella parte centrale perfettamente eseguito, per il resto in ottimo stato di conservazione.
L’opera deriva dal dipinto del Veronese nelle Gallerie dell’Accademia, ma che nel 1575 era sito nella chiesa di Santa Caterina a Venezia. Il Carracci riprende fedelmente la composizione originale, e rese in maniera perfetta gli effetti scintillanti della pittura del Caliari.
Il Bartsch affermò giustamente che questa è una delle opere più felici di Agostino.
Bellissima prova.
Bibliografia
De Grazia, Le Stampe dei Carracci, p. 125, 104 I/II; Bartsch 98.
Agostino CARRACI (Bologna 1557 - Parma 1602)
Esponente autorevole dell'Accademia degli Incamminati fondata a Bologna dallo zio Lodovico Carracci, anche Agostino aderì al programma antimanieristico di recuperare la grande tradizione del Rinascimento italiano, rifacendosi agli artisti del primo Cinquecento: Tiziano, Raffaello, Michelangelo e Correggio. A differenza di Lodovico e Annibale, che privilegiarono la pittura su tela o ad affresco, egli si espresse con maggior intensità attraverso l’incisione, che fu per lui la tecnica artistica più idonea, raggiungendo risultati di grande livello, attraverso la luminosità del segno, la chiarezza delle composizioni e l’abilità tecnica del bulino. Con i suoi frequenti viaggi di studio a Parma, Venezia ed infine a Roma (1594 ), dove seguì Annibale chiamato dai Farnese, arricchì ulteriormente la sua cultura, nutrita anche da influenze della grafica contemporanea fiamminga e tedesca. Il suo catalogo di incisioni ammonta a 234 pezzi, e comprende sia soggetti sacri, desunti da invenzioni dei maggiori artisti del tempo - Tintoretto, Barocci, il fratello Annibale, Francesco Vanni e molti altri - e da proprie composizioni, sia soggetti profani, che testimoniano il suo amore per il mondo antico e la classicità.
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Agostino CARRACI (Bologna 1557 - Parma 1602)
Esponente autorevole dell'Accademia degli Incamminati fondata a Bologna dallo zio Lodovico Carracci, anche Agostino aderì al programma antimanieristico di recuperare la grande tradizione del Rinascimento italiano, rifacendosi agli artisti del primo Cinquecento: Tiziano, Raffaello, Michelangelo e Correggio. A differenza di Lodovico e Annibale, che privilegiarono la pittura su tela o ad affresco, egli si espresse con maggior intensità attraverso l’incisione, che fu per lui la tecnica artistica più idonea, raggiungendo risultati di grande livello, attraverso la luminosità del segno, la chiarezza delle composizioni e l’abilità tecnica del bulino. Con i suoi frequenti viaggi di studio a Parma, Venezia ed infine a Roma (1594 ), dove seguì Annibale chiamato dai Farnese, arricchì ulteriormente la sua cultura, nutrita anche da influenze della grafica contemporanea fiamminga e tedesca. Il suo catalogo di incisioni ammonta a 234 pezzi, e comprende sia soggetti sacri, desunti da invenzioni dei maggiori artisti del tempo - Tintoretto, Barocci, il fratello Annibale, Francesco Vanni e molti altri - e da proprie composizioni, sia soggetti profani, che testimoniano il suo amore per il mondo antico e la classicità.
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