I Troiani portano il cavallo ligneo entro le mura della città
Riferimento: | S41926 |
Autore | Giulio BONASONE |
Anno: | 1545 |
Misure: | 633 x 412 mm |
Riferimento: | S41926 |
Autore | Giulio BONASONE |
Anno: | 1545 |
Misure: | 633 x 412 mm |
Descrizione
Bulino, datata e inscritto in lastra, in basso al centro: 'BOL/INVENTORE/1545/IV BONASONIS F'. Da un soggetto attribuito al Primaticcio.
L'incisione è stata eseguita con due lastre. Rappresenta la scena della guerra di Troia raccontata da Virgilio (Eneide, 2, 99 e seguenti), in cui i Troiani spingono all’interno delle mura della città il grande cavallo ligneo lasciato ingannevolmente dai Greci per propiziare gli dei, ma nel cui interno si nascondono soldati pronti all’attacco. Quella notte i soldati greci nascosti nel cavallo aprono le porte della città ai loro compatrioti, e Troia cade.
Secondo Massari, la stampa deriva direttamente da un disegno danneggiato, in controparte, oggi a Windsor, Royal Library, inv. no. 5139, attribuito a Francesco Primaticcio da Popham e Wilde.
Bruce Davis ha supposto che Giulio Bonasone potrebbe aver incontrato Primaticcio a Roma quando venne ad acquistare antichità per Francesco I. Cirillo Archer in TIB suggerisce che sia il disegno che la stampa traducono un dipinto perduto di Primaticcio, una volta forse nella Galerie d'Ulysse a Fontainebleau. Secondo Davis, la stampa potrebbe riflettere un'idea iniziale per la serie dalla vita di Ulisse, che alla fine iniziò con Il sacco di Troia.
Il secondo stato fu pubblicato da Pietro de Nobili, il terzo da Carlo Losi che r aggiungono il loro indirizzo in basso a sinistra.
Il presente esemplare, verosimilmente nel terzo stato finale, presenta segni di abrasione nell’area che accoglieva l’indirizzo editoriale.
Ottimo esemplare, stampato su carta vergata e filigranata coeva, ampi margini, in perfette condizioni.
Bibliografia
Cirillo Archer in TIB 1995, 2803.085.S1; Bartsch XV.134.85; Massari 1983, no. 43.
|
Giulio BONASONE (Bologna circa 1500 - Roma circa 1580)
Giulio Bonasone, nato a Bologna nel 1510 circa, è incisore a bulino e all’acquaforte oltre che pittore come ricorda il Malaspina includendolo tra gli allievi di Lorenzo Sabbatici. Sono 410 le stampe - quasi tutte conservate all’Istituto per la Grafica di Roma - che la critica recente assegna al Bonasone ampliando il numero indicato dal Bartsch di 354 fogli. Incisore di riproduzione oltre che di invenzione, Giulio inizia la sua attività calcografica intorno al 1531, come risulta dalla data che si legge nella raffaellesca S. Cecilia. Ritenuto un seguace tardivo di Marcantonio Raimondi, il bolognese rivela presto una sostanziale autonomia di visione che lo rende uno degli interpreti più interessanti dell’epoca, tanto che lo stesso Parmigianino gli consegna i disegni per la trasposizione su rame. A Roma dal 1544 fino al 1547 ca., il Bonasone lavora per i più importanti editori – calcografi dell’epoca (Salamanca, Barlacchi, Lafrery) interpretando i soggetti di Michelangelo o di Raffaello e dei suoi principali allievi: Giulio Romano, Perin del Vaga e Polidoro da Caravaggio, in uno stile estremamente personale che si avvale di tratti a bulino spesso combinati all’acquaforte.
|
Bibliografia
Cirillo Archer in TIB 1995, 2803.085.S1; Bartsch XV.134.85; Massari 1983, no. 43.
|
Giulio BONASONE (Bologna circa 1500 - Roma circa 1580)
Giulio Bonasone, nato a Bologna nel 1510 circa, è incisore a bulino e all’acquaforte oltre che pittore come ricorda il Malaspina includendolo tra gli allievi di Lorenzo Sabbatici. Sono 410 le stampe - quasi tutte conservate all’Istituto per la Grafica di Roma - che la critica recente assegna al Bonasone ampliando il numero indicato dal Bartsch di 354 fogli. Incisore di riproduzione oltre che di invenzione, Giulio inizia la sua attività calcografica intorno al 1531, come risulta dalla data che si legge nella raffaellesca S. Cecilia. Ritenuto un seguace tardivo di Marcantonio Raimondi, il bolognese rivela presto una sostanziale autonomia di visione che lo rende uno degli interpreti più interessanti dell’epoca, tanto che lo stesso Parmigianino gli consegna i disegni per la trasposizione su rame. A Roma dal 1544 fino al 1547 ca., il Bonasone lavora per i più importanti editori – calcografi dell’epoca (Salamanca, Barlacchi, Lafrery) interpretando i soggetti di Michelangelo o di Raffaello e dei suoi principali allievi: Giulio Romano, Perin del Vaga e Polidoro da Caravaggio, in uno stile estremamente personale che si avvale di tratti a bulino spesso combinati all’acquaforte.
|