La Fuga in Egitto
Riferimento: | S11317 |
Autore | Francesco BRIZIO |
Anno: | 1610 |
Misure: | 138 x 217 mm |
Riferimento: | S11317 |
Autore | Francesco BRIZIO |
Anno: | 1610 |
Misure: | 138 x 217 mm |
Descrizione
Bulino, firmato in lastra in basso a destra Lodo. car. in.
Da un soggetto di Lodovico Carracci.
Esemplare nel secondo stato di due, con la firma abrasa dell'incisore Fra Brici sc, in basso a destra, erasa
Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, con inusuali margini, tracce di antiche iscrizioni al verso in parte visibili, per il resto in ottimo stato di conservazione.
Molto rara.
Bibliografia
Bartsch 2, Nagler 2, Le Blanc 2 II/II.
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Francesco BRIZIO (Bologna 1574 - 1623)
Pittore, disegnatore e incisore italiano. Studiò con Bartolomeo Passerotti e successivamente presso l’Accademia degli Incamminati, fondata dai Carracci, dove prese parte a progetti di gruppo supervisionati da Ludovico Carracci. Questi progetti consistono in affreschi rappresentanti scene dell'Eneide nel Palazzo Fava (qui sembra abbia lavorato nell’ultima stanza in collaborazione con Leonello Spada); decorazioni nell’oratorio di S. Maria dell’Orazione e altri nel chiostro ottagonale del monastero di S. Michele in Bosco, a Bologna. Venne nominato responsabile dello studio mentre Ludovico era in viaggio a Roma nel 1602, cosa che suggerisce una sua posizione di prestigio all’interno dell’Accademia (sebbene i migliori allievi se ne fossero già andati all’epoca). Brizio continuò a lavorare con Leonello Spada e Lucio Massari, pittori più talentuosi con cui aveva in comune però un certo stile. Collaborarono nella realizzazione degli affreschi di Palazzo Bonfioli -Rossi a Bologna e dell’oratorio della Trinità a Pieve di Cento. La sua fedeltà allo stile di Ludovico Carracci è evidente in numerose pale d’altare che si trovano oggi nelle chiese bolognesi di S. Domenico, S. Martino e S. Salvatore, e i dipinti nella Pinacoteca Nazionale, a Bologna, e nella Pinacoteca di Brera, a Milano. Malvasia celebrò la sua abilità nell’organizzare composizioni su larga scala con molte figure, come nella Incoronazione della Vergine di San Luca (1618; Bologna, S. Petronio). Sebbene non fosse un pittore altamente dotato, era rinomato per il suo ingegno narrativo e riuscì a ricoprire un ruolo secondario nella tradizione figurativa di Bologna. Anche le sue opere come disegnatore ed incisore sono degne di nota.
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Bibliografia
Bartsch 2, Nagler 2, Le Blanc 2 II/II.
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Francesco BRIZIO (Bologna 1574 - 1623)
Pittore, disegnatore e incisore italiano. Studiò con Bartolomeo Passerotti e successivamente presso l’Accademia degli Incamminati, fondata dai Carracci, dove prese parte a progetti di gruppo supervisionati da Ludovico Carracci. Questi progetti consistono in affreschi rappresentanti scene dell'Eneide nel Palazzo Fava (qui sembra abbia lavorato nell’ultima stanza in collaborazione con Leonello Spada); decorazioni nell’oratorio di S. Maria dell’Orazione e altri nel chiostro ottagonale del monastero di S. Michele in Bosco, a Bologna. Venne nominato responsabile dello studio mentre Ludovico era in viaggio a Roma nel 1602, cosa che suggerisce una sua posizione di prestigio all’interno dell’Accademia (sebbene i migliori allievi se ne fossero già andati all’epoca). Brizio continuò a lavorare con Leonello Spada e Lucio Massari, pittori più talentuosi con cui aveva in comune però un certo stile. Collaborarono nella realizzazione degli affreschi di Palazzo Bonfioli -Rossi a Bologna e dell’oratorio della Trinità a Pieve di Cento. La sua fedeltà allo stile di Ludovico Carracci è evidente in numerose pale d’altare che si trovano oggi nelle chiese bolognesi di S. Domenico, S. Martino e S. Salvatore, e i dipinti nella Pinacoteca Nazionale, a Bologna, e nella Pinacoteca di Brera, a Milano. Malvasia celebrò la sua abilità nell’organizzare composizioni su larga scala con molte figure, come nella Incoronazione della Vergine di San Luca (1618; Bologna, S. Petronio). Sebbene non fosse un pittore altamente dotato, era rinomato per il suo ingegno narrativo e riuscì a ricoprire un ruolo secondario nella tradizione figurativa di Bologna. Anche le sue opere come disegnatore ed incisore sono degne di nota.
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