L'elemosina di San Rocco
Riferimento: | S21462 |
Autore | Francesco BRIZIO |
Anno: | 1602 ca. |
Misure: | 455 x 290 mm |
1.250,00 €
Riferimento: | S21462 |
Autore | Francesco BRIZIO |
Anno: | 1602 ca. |
Misure: | 455 x 290 mm |
1.250,00 €
Descrizione
Acquaforte e bulino, 1602 circa, da un soggetto di Annibale Carracci.
Esemplare nel secondo stato di tre, con l'indirizzo dell'editore Pietro Stefanoni e la data 1610.
Bellissima prova, stampata su carta vergata coeva, rifilata al rame, in buono stato di conservazione.
Bartsch attribuisce l'incisione (non firmata) a Guido Reni, mentre più recenti studi concordano sul nome di Francesco Brizio.
Bibliografia
TIB 4003.049, II/III.
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Francesco BRIZIO (Bologna 1574 - 1623)
Pittore, disegnatore e incisore italiano. Studiò con Bartolomeo Passerotti e successivamente presso l’Accademia degli Incamminati, fondata dai Carracci, dove prese parte a progetti di gruppo supervisionati da Ludovico Carracci. Questi progetti consistono in affreschi rappresentanti scene dell'Eneide nel Palazzo Fava (qui sembra abbia lavorato nell’ultima stanza in collaborazione con Leonello Spada); decorazioni nell’oratorio di S. Maria dell’Orazione e altri nel chiostro ottagonale del monastero di S. Michele in Bosco, a Bologna. Venne nominato responsabile dello studio mentre Ludovico era in viaggio a Roma nel 1602, cosa che suggerisce una sua posizione di prestigio all’interno dell’Accademia (sebbene i migliori allievi se ne fossero già andati all’epoca). Brizio continuò a lavorare con Leonello Spada e Lucio Massari, pittori più talentuosi con cui aveva in comune però un certo stile. Collaborarono nella realizzazione degli affreschi di Palazzo Bonfioli -Rossi a Bologna e dell’oratorio della Trinità a Pieve di Cento. La sua fedeltà allo stile di Ludovico Carracci è evidente in numerose pale d’altare che si trovano oggi nelle chiese bolognesi di S. Domenico, S. Martino e S. Salvatore, e i dipinti nella Pinacoteca Nazionale, a Bologna, e nella Pinacoteca di Brera, a Milano. Malvasia celebrò la sua abilità nell’organizzare composizioni su larga scala con molte figure, come nella Incoronazione della Vergine di San Luca (1618; Bologna, S. Petronio). Sebbene non fosse un pittore altamente dotato, era rinomato per il suo ingegno narrativo e riuscì a ricoprire un ruolo secondario nella tradizione figurativa di Bologna. Anche le sue opere come disegnatore ed incisore sono degne di nota.
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Bibliografia
TIB 4003.049, II/III.
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Francesco BRIZIO (Bologna 1574 - 1623)
Pittore, disegnatore e incisore italiano. Studiò con Bartolomeo Passerotti e successivamente presso l’Accademia degli Incamminati, fondata dai Carracci, dove prese parte a progetti di gruppo supervisionati da Ludovico Carracci. Questi progetti consistono in affreschi rappresentanti scene dell'Eneide nel Palazzo Fava (qui sembra abbia lavorato nell’ultima stanza in collaborazione con Leonello Spada); decorazioni nell’oratorio di S. Maria dell’Orazione e altri nel chiostro ottagonale del monastero di S. Michele in Bosco, a Bologna. Venne nominato responsabile dello studio mentre Ludovico era in viaggio a Roma nel 1602, cosa che suggerisce una sua posizione di prestigio all’interno dell’Accademia (sebbene i migliori allievi se ne fossero già andati all’epoca). Brizio continuò a lavorare con Leonello Spada e Lucio Massari, pittori più talentuosi con cui aveva in comune però un certo stile. Collaborarono nella realizzazione degli affreschi di Palazzo Bonfioli -Rossi a Bologna e dell’oratorio della Trinità a Pieve di Cento. La sua fedeltà allo stile di Ludovico Carracci è evidente in numerose pale d’altare che si trovano oggi nelle chiese bolognesi di S. Domenico, S. Martino e S. Salvatore, e i dipinti nella Pinacoteca Nazionale, a Bologna, e nella Pinacoteca di Brera, a Milano. Malvasia celebrò la sua abilità nell’organizzare composizioni su larga scala con molte figure, come nella Incoronazione della Vergine di San Luca (1618; Bologna, S. Petronio). Sebbene non fosse un pittore altamente dotato, era rinomato per il suo ingegno narrativo e riuscì a ricoprire un ruolo secondario nella tradizione figurativa di Bologna. Anche le sue opere come disegnatore ed incisore sono degne di nota.
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