La Deposizione
Riferimento: | S40827 |
Autore | Guido RENI |
Anno: | 1595 ca. |
Misure: | 207 x 270 mm |
Riferimento: | S40827 |
Autore | Guido RENI |
Anno: | 1595 ca. |
Misure: | 207 x 270 mm |
Descrizione
Acquaforte e puntasecca, 1595 circa. Primo stato di due, avanti il testo e l’indirizzo di Antonio Maria Magnani. Da una incisione di Parmigianino.
Bella prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana parzialmente leggibile (giglio in un cerchio), rifilata alla linea del rame o in prossimità, rare fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione
Questa copia da Parmigianino incisa da Guido Reni non è stata menzionata da Bartsch. È una copia quasi identica all'incisione di Parmigianino che è stata eseguita in due versioni leggermente diverse.
Tra le diciassette incisioni realizzate dal Parmigianino, questa versione della Deposizione è generalmente considerata la più raffinata. In questa incisione, Parmigianino ha creato una commovente ed eroica resa di un episodio raccontato in tutti e quattro i Vangeli. Dopo la crocifissione di Gesù, Giuseppe d'Arimatea protegge il corpo per una sepoltura appropriata. Mentre il Parmigianino descrive questo evento, Maria Maddalena avvolge il suo braccio attorno al busto di Cristo, abbassandolo dolcemente sulla Pietra dell'Unzione, davanti alla quale crescono le piante suggerendo il giardino menzionato in Giovanni 38:41. A destra Maria si accascia, la sua postura riecheggia la posa dell'Annunciazione del Parmigianino. La postura di Cristo è significativamente ambigua: sebbene sappiamo che è morto, il suo corpo sembra teso come se stesse per alzarsi. Il Parmigianino aggiunge una nota edificante raffigurando Giuseppe di Arimatea che avanza coraggiosamente in avanti, sollevando la corona di spine come una corona d'onore. In un'aggiunta insolita, forse ci viene offerto uno sguardo al momento del tradimento, perché oltre il braccio di Giuseppe vediamo due figure nefande che condividono un segreto. Tra le due Marie, tre apostoliche parlano tra di loro, mentre Giovanni, all'estrema destra, gira la testa, la sua espressione è di sgomento per ciò a cui sta assistendo. Il Parmigianino racconta la sua storia con intensità ma delicatamente: le forme sono solo schematicamente delineate e i volumi sono semplicemente suggeriti dalle aree di tratteggi incrociati.
Le differenze tra Parmigianino e Giulio Reni includono il profilo della figura sul bordo dell'immagine che è rivolta verso la Vergine, e la forma dei piedi di Cristo. Di questa incisione è noto un secondo stato pubblicato a Bologna, nel 1636 e con un testo aggiunto, da Antonio Maria Magnani. La lastra di Reni risale alla seconda metà dell’ultimo decennio del XVI scolo, quando si avvicinò all'arte del Parmigianino.
Al verso nota manoscritta di possesso “ P. mariette 1670”, di Pierre Mariette II (1634-1716) (Lugt 1790). Estremamente rara.
Bibliografia
Birke in TIB 1987, 4005.001.S1; Vasari 1963, 3:79; Oberhuber 1963a; Sopher and Lazzaro-Bruno 1978, 40-41, no. 52: Davis 1988, 104-05, no 34: Reed and Wallace 1989, 13-16: Landau and Parshall 1994, 269; Oberhuber and Gnann 1999, 340, no. 248; Mussini and De Rubeis 2003, 46-47, no. 5; Schianchi and Ferino-Pagden 2003, 331, no. 2.4.2; Gnann 2007a, 35-38; Kárpáti 2009, 79-83; Barryte, n. 82, p. 450.
Guido RENI (Calvenzano 1575 - Bologna 1642)
Assai noto come pittore, addirittura divinizzato dalla letteratura artistica del ‘700 -‘800 francese e inglese. Le prime prove grafiche dell’artista si attengono molto alle incisioni del Parmigianino; inoltre, a Roma, il Reni copiò le tavole del pittore parmense raffiguranti la Deposizione e le Armi della famiglia Sforza . Questa influenza rimarrà evidente in tutta la produzione, anche più tarda, in particolare nella dolcezza di certe Madonne col Bambino e Sacre Famiglie. Importante ricordare l’attività prestata dal giovane Guido Reni nel 1603 per le cerimonie funebri in onore di Agostino Carracci in Bologna, che riprendono nello stile, asciutto ed essenziale, la serie di incisioni realizzate dallo stesso Reni per l’ingresso del papa Clemente VIII Aldobrandini in Bologna nel 1589.
La sua attività grafica rimase a latere della più vasta produzione pittorica e interessò quasi esclusivamente soggetti religiosi. Influenzato dalla possibilità di riprodurre queste invenzioni se affidate ad una lastra, voleva intensificare e diffondere l’aspetto emozionale delle sue opere suggerito dalla Controriforma.
|
Guido RENI (Calvenzano 1575 - Bologna 1642)
Assai noto come pittore, addirittura divinizzato dalla letteratura artistica del ‘700 -‘800 francese e inglese. Le prime prove grafiche dell’artista si attengono molto alle incisioni del Parmigianino; inoltre, a Roma, il Reni copiò le tavole del pittore parmense raffiguranti la Deposizione e le Armi della famiglia Sforza . Questa influenza rimarrà evidente in tutta la produzione, anche più tarda, in particolare nella dolcezza di certe Madonne col Bambino e Sacre Famiglie. Importante ricordare l’attività prestata dal giovane Guido Reni nel 1603 per le cerimonie funebri in onore di Agostino Carracci in Bologna, che riprendono nello stile, asciutto ed essenziale, la serie di incisioni realizzate dallo stesso Reni per l’ingresso del papa Clemente VIII Aldobrandini in Bologna nel 1589.
La sua attività grafica rimase a latere della più vasta produzione pittorica e interessò quasi esclusivamente soggetti religiosi. Influenzato dalla possibilità di riprodurre queste invenzioni se affidate ad una lastra, voleva intensificare e diffondere l’aspetto emozionale delle sue opere suggerito dalla Controriforma.
|