Madonna del Rosario

Riferimento: S45953
Autore Tipografia Soliani
Anno: 1650 ca.
Misure: 370 x 515 mm
Non Disponibile

Riferimento: S45953
Autore Tipografia Soliani
Anno: 1650 ca.
Misure: 370 x 515 mm
Non Disponibile

Descrizione

Xilografia, 1650-1700 circa, priva di firma; l’imprint “IN MODONA” in basso al centro, identifica la tiratura della Tipografia Bartolomeo Soliani di Modena.

In basso al centro l’iscrizione latina Purpureas Praebete Rosas. Floresque Mariae ut Vobis Fructum Praebeat. Illa Suum.

La Madonna del Rosario è una delle tradizionali e più celebri e importanti raffigurazioni nelle quali la Chiesa cattolica venera Maria: la Vergine è rappresentata con una veste azzurra e una corona del Rosario tra le mani. Si tratta di una rappresentazione particolarmente frequente nella devozione dopo la Controriforma, la cui iconografia è ripresa da quella, più antica, della Madonna della cintola.

Buona prova, impressa su carta vergata con filigrana "luna con lettere FS", con margini, in ottimo stato di conservazione. Tiratura databile all'inizio del XIX secolo.

L’opera compare nella prima pagina del catalogo della tipografia del 1864, curato dagli eredi di Bartolomeo Soliani: Catalogo generale delle incisioni in legno per uso di tipografia di varie epoche di antica spettanza degli eredi di Bartolomeo Soliani, conservato alla Galleria Estense di Modena.

http://xilografiemodenesi.beniculturali.it/collezioni/cataloghi/catalogo-soliani-1864/

Nel 1646, Bartolomeo Soliani fondò l'omonima tipografia, attiva fino al 1870. La Soliani stampò soprattutto operette di religione ed edizioni popolari (rime d'amore, romanzi cavallereschi, scritti burleschi), frequentemente decorate nel frontespizio da xilografie. Acquisì, altresì, un cospicuo numero di matrici xilografiche di artisti cinquecenteschi, che ristampò in seguito. Le stampe dei Soliani, che costituiscono nel loro insieme uno dei documenti più notevoli dell'incisione popolare italiana, sono riprodotte in Xilografie del tipografo modenese Bartolomeo Soliani ed eredi dal 1646 al 1752 (1914). La maggiore personalità della famiglia fu Bartolomeo II (1695-1751), al quale si deve un'edizione. Il nucleo di 2613 esemplari xilografici, appartenente alla produzione della Stamperia Soliani, entra a far parte della Galleria Estense nel 1887 grazie all’impegno di Adolfo Venturi, all’epoca giovane funzionario del museo.

Bibliografia

I legni incisi della Galleria EstenseQuattro secoli di stampa nell'Italia settentrionale, Modena 1986, pp. 135 ss.

Tipografia Soliani (attiva a Modena 1646 - 1870)

Famiglia di tipografi modenesi. Nel 1646, Bartolomeo fondò l'omonima tipografia, attiva fino al 1870. La Soliani stampò soprattutto operette di religione ed edizioni popolari (rime d'amore, romanzi cavallereschi, scritti burleschi), frequentemente decorate nel frontespizio da xilografie. Le stampe dei Soliani, che costituiscono nel loro insieme uno dei documenti più notevoli dell'incisione popolare italiana, sono riprodotte in Xilografie del tipografo modenese Bartolomeo Soliani ed eredi dal 1646 al 1752 (1914). La maggiore personalità della famiglia fu Bartolomeo II (1695-1751), al quale si deve un'edizione (1744) della Secchia rapita di A. Tassoni. Il nucleo di 2613 esemplari xilografici, appartenente alla produzione della Stamperia Soliani, entra a far parte della Galleria Estense nel 1887 grazie all’impegno di Adolfo Venturi, all’epoca giovane funzionario del museo.

Tipografia Soliani (attiva a Modena 1646 - 1870)

Famiglia di tipografi modenesi. Nel 1646, Bartolomeo fondò l'omonima tipografia, attiva fino al 1870. La Soliani stampò soprattutto operette di religione ed edizioni popolari (rime d'amore, romanzi cavallereschi, scritti burleschi), frequentemente decorate nel frontespizio da xilografie. Le stampe dei Soliani, che costituiscono nel loro insieme uno dei documenti più notevoli dell'incisione popolare italiana, sono riprodotte in Xilografie del tipografo modenese Bartolomeo Soliani ed eredi dal 1646 al 1752 (1914). La maggiore personalità della famiglia fu Bartolomeo II (1695-1751), al quale si deve un'edizione (1744) della Secchia rapita di A. Tassoni. Il nucleo di 2613 esemplari xilografici, appartenente alla produzione della Stamperia Soliani, entra a far parte della Galleria Estense nel 1887 grazie all’impegno di Adolfo Venturi, all’epoca giovane funzionario del museo.