Sant’Antonio da Padova

Riferimento: S30090
Autore Simone CANTARINI detto "Il Pesarese"
Anno: 1638 ca.
Misure: 175 x 225 mm
2.400,00 €

Riferimento: S30090
Autore Simone CANTARINI detto "Il Pesarese"
Anno: 1638 ca.
Misure: 175 x 225 mm
2.400,00 €

Descrizione

Acquaforte, circa 1638/40, privo di firma ed indicazioni editoriali.

Esemplare nel raro primo stato di tre, prima della firma.

Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva con filigrana non leggibile, rifilata al rame, in ottimo stato di conservazione.

Paolo Bellini nota che di questa incisione sono conosciuti ben sette disegni preparatori, numero ridotto da Αnna Μaria Ambrosini Massari:

“Nella descrizione data dal Malvasia negli Appunti inediti gli angeli e i serafini sono definiti "una gran quantità... che scherzano in varii modi e diversi iscorci tanto belli e ben intesi che più non si può desiderare". Ed è proprio la corona allegra di angeli uno dei motivi che ha reso questa invenzione incisoria tanto celebre e diffusa: una composizione di grazia e naturalezza vibranti e nuove che trapassano dalle prove grafiche, numerose e variate, all'incisione e alla redazione pittorica proveniente dalla chiesa di San Francesco a Cagli. Nell'elenco dei disegni correlati all'incisione, va espunto dal catalogo grafico di Cantarini quello del Museo del Castello Sforzesco di Milano (inv. 183; riprodotto in Bellini 1980, p. 115) e una serie di prove della Pinacoteca di Brera, slittate a seguaci dei modi dell'artista pesarese. […] Nel procedimento progettuale che porta alla definizione dell'immagine incisoria, un ruolo di " passaggio intermedio" è individuato da Emiliani (1959b, p. 31, n. 9) nel disegno inv. A 11 di Rio de Janeiro, e tale si può considerare anche un foglio del Tylers Museum di Harlem (inv. D35) mentre in più relazione con la variante del santo in piedi scelta nel dipinto, è l'altro disegno brasiliano A 14 (Ambrosini Massari 1995, pp. 104-106, nn. 52-53). [...] Emiliani dava notevole importanza ai due disegni degli Uffizi considerandoli i più terminati nei confronti della preparazione per la traduzione calcografica, rispetto alla quale danno indicazioni anche tecniche del metodo di lavoro dell'artista. […] E sul debito di invenzioni come questa del Cantarini per i seguaci come Flaminio Torri e Lorenzo Pasinelli si è già abbondantemente insistito. Sul modello dell'acquaforte si forma la tela della chiesa dell'Osservanza di Imola di Flaminio Torri, che nell'atelier del maestro, avrà potuto ragionare anche sugli altri studi su quel soggetto, probabilmente anche sui due disegni citati, oggi al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi. Così nelle opere del Pasinelli, non solo il più scontato soggetto omonimo della chiesa di San Giacomo a Vicenza ma anche l'intonazione affettiva di opere quali la Santa Caterina dei Vigri che adora il Bambino (Bologna, Santa Maria di Galliera). A Pasinelli va ascritto infine un foglio di Londra (British Museum, inv. 1895.9.15.890) precedentemente attribuito a Cantarini e che denota evidenti relazioni stilistiche con un altro della Fondazione Cini di Venezia (inv. 36.147) mentre per un altro disegno della stessa collezione (inv. 36.146) sono già stati espressi convincenti dubbi sull'autografia cantariniana (Benati 1991a, p. 147). Un contributo per la datazione dell'incisione viene da una copia nello stesso verso dell'acquaforte, copia C (Bellini) dove compare il 1640, che ovviamente si deve considerare come termine orientativo post quem non. Una fortuna immediata, dunque, con una copia eseguita da uno dei seguaci marchigiani, Domenico Peruzzini” (cfr. Αnna Μaria Ambrosini Massari, in Simone Cantarini detto il Pesarese 1612-1648, p. 336).

Simone Cantarini detto il Pesarese o Simone da Pesaro (Pesaro, aprile 1612 – Verona, 1648) è stato un pittore italiano, di stile barocco e appartenente alla scuola bolognese. Allievo e seguace fedele di Guido Reni, il Cantarini se ne distaccò in seguito ad una clamorosa rottura nel 1637 che lo allontanò dalla scuola del maestro ma non gli fece perdere l’aderenza stretta allo stile di lui. Dal 1639 è a Pesaro e successivamente a Roma, dove conosce il linguaggio classicista dei Carracci e le tendenze neo-venete del Mola. Accanto alla sua vasta produzione pittorica, va ricordata la sua ricca ed eccellente attività grafica alla quale è rimasta legata la notorietà del suo nome. Anche in questo campo, dopo un primo momento di grande aderenza reniana, le sue incisioni più mature acquistano una luminosità spaziale per influsso carraccesco ed una tonalità neo-veneta che le fa annoverare tra le stampe più riuscite del Seicento italiano.

Magnifico esemplare.

Bibliografia

Bartsch 25; Bellini 26 I/III; Αnna Μaria Ambrosini Massari, in Simone Cantarini detto il Pesarese 1612-1648, p. 336, III.20.

 

Simone CANTARINI detto "Il Pesarese" (Pesaro 1612 - Verona 1648)

Simone Cantarini detto il Pesarese o Simone da Pesaro (Pesaro, aprile 1612 – Verona, 1648) è stato un pittore italiano, di stile barocco e appartenente alla scuola bolognese. Nacque a Pesaro nell'aprile del 1612, a quei tempi facente parte dello Stato Pontificio e fu battezzato il 12 aprile successivo. Il suo percorso formativo seguì varie tappe marchigiane, tra le quali si ricorda la guida del maestro Giovan Giacomo Pandolfi, oltre alla influenza nelle sua prima fase creativa della pittura tardomanierista marchigiana, della tendenza caravaggesca di Orazio Gentileschi e Giovanni Francesco Guerrieri, per giungere in una fase artistica successiva all'influenza di Barocci e di Guido Reni. La sua educazione non fu immune ad elementi naturalistici, che dal 1640 in poi si aggiunsero alle conoscenze classiche, trasformando Cantarini in un "petit-maître" di alta sensibilità culturale e stilistica. Per il suo perfezionamento furono fondamentali i suoi soggiorni a Venezia presso la bottega del maestro Claudio Ridolfi e il soggiorno quadriennale (1635-1639) bolognese, presso la bottega di Guido Reni. Le sue opere più significative furono quelle legate al periodo bolognese, basti citare l'Immacolata e Santi, Il riposo in Egitto, la Trasfigurazione e il Loth con le figlie, tutte databili al quadriennio bolognese. Seguirono alcuni lavori realizzati a Roma durante un suo breve soggiorno, tra i quali il Miracolo dello storpio e la Salomè che riceve la testa del Battista. Intorno al 1641 Cantarini soggiornò a Roma dove si dedicò prevalentemente alla scultura antica e allo studio delle opere di Raffaello. Subito dopo la morte del Reni (1642), Cantarini ritornò a Bologna, dove realizzò lavori di elevata qualità, come l'Adorazione dei Magi e fu attivo negli ultimi anni di vita. La morte di Cantarini avvenne improvvisamente, e a tal riguardo le notizie storiche appaiono discordanti e incerte: mentre secondo alcune fonti, trovò la morte a Verona nel 1648 per mani del duca di Mantova a causa di una mancata consegna di un lavoro, secondo altre sarebbe stato assassinato da un pittore mantovano dopo un violento litigio. La pittura di Cantarini si caratterizzò per uno stile peculiare, dall'accentuata ricerca di effetti pittorici, attraverso la potenza suggestiva dei colori o delle immagini, ai colori graduati e le innovative pose delle figure. Di notevole pregio e originalità, la produzione grafica di incisioni all'acquaforte, che vanta una quarantina di soggetti (37 quelli catalogati) talvolta ripresi da brani pittorici di maggior fortuna. Produzione grafica che attesta l'iniziale interesse del pittore pesarese per l'opera incisoria di Federico Barocci e Guido Reni, cui risulta fortemente debitrice, per poi affrancarsi da questi nelle opere della maturità, con soggetti e composizioni che si caratterizzano per una maggiore autonomia espressiva e per una spiccata qualità del segno.

Simone CANTARINI detto "Il Pesarese" (Pesaro 1612 - Verona 1648)

Simone Cantarini detto il Pesarese o Simone da Pesaro (Pesaro, aprile 1612 – Verona, 1648) è stato un pittore italiano, di stile barocco e appartenente alla scuola bolognese. Nacque a Pesaro nell'aprile del 1612, a quei tempi facente parte dello Stato Pontificio e fu battezzato il 12 aprile successivo. Il suo percorso formativo seguì varie tappe marchigiane, tra le quali si ricorda la guida del maestro Giovan Giacomo Pandolfi, oltre alla influenza nelle sua prima fase creativa della pittura tardomanierista marchigiana, della tendenza caravaggesca di Orazio Gentileschi e Giovanni Francesco Guerrieri, per giungere in una fase artistica successiva all'influenza di Barocci e di Guido Reni. La sua educazione non fu immune ad elementi naturalistici, che dal 1640 in poi si aggiunsero alle conoscenze classiche, trasformando Cantarini in un "petit-maître" di alta sensibilità culturale e stilistica. Per il suo perfezionamento furono fondamentali i suoi soggiorni a Venezia presso la bottega del maestro Claudio Ridolfi e il soggiorno quadriennale (1635-1639) bolognese, presso la bottega di Guido Reni. Le sue opere più significative furono quelle legate al periodo bolognese, basti citare l'Immacolata e Santi, Il riposo in Egitto, la Trasfigurazione e il Loth con le figlie, tutte databili al quadriennio bolognese. Seguirono alcuni lavori realizzati a Roma durante un suo breve soggiorno, tra i quali il Miracolo dello storpio e la Salomè che riceve la testa del Battista. Intorno al 1641 Cantarini soggiornò a Roma dove si dedicò prevalentemente alla scultura antica e allo studio delle opere di Raffaello. Subito dopo la morte del Reni (1642), Cantarini ritornò a Bologna, dove realizzò lavori di elevata qualità, come l'Adorazione dei Magi e fu attivo negli ultimi anni di vita. La morte di Cantarini avvenne improvvisamente, e a tal riguardo le notizie storiche appaiono discordanti e incerte: mentre secondo alcune fonti, trovò la morte a Verona nel 1648 per mani del duca di Mantova a causa di una mancata consegna di un lavoro, secondo altre sarebbe stato assassinato da un pittore mantovano dopo un violento litigio. La pittura di Cantarini si caratterizzò per uno stile peculiare, dall'accentuata ricerca di effetti pittorici, attraverso la potenza suggestiva dei colori o delle immagini, ai colori graduati e le innovative pose delle figure. Di notevole pregio e originalità, la produzione grafica di incisioni all'acquaforte, che vanta una quarantina di soggetti (37 quelli catalogati) talvolta ripresi da brani pittorici di maggior fortuna. Produzione grafica che attesta l'iniziale interesse del pittore pesarese per l'opera incisoria di Federico Barocci e Guido Reni, cui risulta fortemente debitrice, per poi affrancarsi da questi nelle opere della maturità, con soggetti e composizioni che si caratterizzano per una maggiore autonomia espressiva e per una spiccata qualità del segno.