Madonna con Bambino e San Giovannino
Riferimento: | S17254 |
Autore | Guido RENI |
Anno: | 1630 ca. |
Misure: | 156 x 188 mm |
Riferimento: | S17254 |
Autore | Guido RENI |
Anno: | 1630 ca. |
Misure: | 156 x 188 mm |
Descrizione
Acquaforte, priva di data e firma.
Esemplare dell’unico stato conosciuto, databile al 1620/30.
Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con parziale filigrana non identificata, rifilata al rame, in perfetto stato di conservazione.
Questa opera del Reni per motivi stilistici legati alla qualità tridimensionale della composizione, può essere datata agli ultimi anni del decennio 1620 oppure agli inizi del successivo. Il disegno preparatorio dell’opera, conservato a Windsor Castle enfatizza la qualità pittorica dell’incisione.
Guido Reni (Calvenzano 1575 - Bologna 1642), si dedicò all’incisione in giovane età. Le prime grafiche dell’artista si attengono molto alle incisioni del Parmigianino; inoltre, il Reni copiò le tavole del pittore parmense raffiguranti la Deposizione e le Armi della famiglia Sforza. Questa influenza rimarrà evidente in tutta la produzione, anche più tarda, in particolare nella dolcezza di certe Madonne col Bambino e Sacre Famiglie. Importante ricordare l’attività prestata dal giovane Guido Reni nel 1603 per le cerimonie funebri in onore di Agostino Carracci in Bologna, che riprendono nello stile, asciutto ed essenziale, la serie di incisioni realizzate dallo stesso Reni per l’ingresso del papa Clemente VIII Aldobrandini in Bologna nel 1589. La sua attività grafica rimase a latere della più vasta produzione pittorica e interessò quasi esclusivamente soggetti religiosi.
Bartsch sottolinea la rarità di questo lavoro del Reni ed elenca ben 4 copie, tutte in controparte.
Magnifico esemplare.
Bibliografia
Bartsch / Le Peintre graveur (XVIII.282.6); Veronica Birke in The Illustrated Bartsch (4005.034); Le Blanc 6.
Guido RENI (Calvenzano 1575 - Bologna 1642)
Assai noto come pittore, addirittura divinizzato dalla letteratura artistica del ‘700 -‘800 francese e inglese. Le prime prove grafiche dell’artista si attengono molto alle incisioni del Parmigianino; inoltre, a Roma, il Reni copiò le tavole del pittore parmense raffiguranti la Deposizione e le Armi della famiglia Sforza . Questa influenza rimarrà evidente in tutta la produzione, anche più tarda, in particolare nella dolcezza di certe Madonne col Bambino e Sacre Famiglie. Importante ricordare l’attività prestata dal giovane Guido Reni nel 1603 per le cerimonie funebri in onore di Agostino Carracci in Bologna, che riprendono nello stile, asciutto ed essenziale, la serie di incisioni realizzate dallo stesso Reni per l’ingresso del papa Clemente VIII Aldobrandini in Bologna nel 1589.
La sua attività grafica rimase a latere della più vasta produzione pittorica e interessò quasi esclusivamente soggetti religiosi. Influenzato dalla possibilità di riprodurre queste invenzioni se affidate ad una lastra, voleva intensificare e diffondere l’aspetto emozionale delle sue opere suggerito dalla Controriforma.
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Guido RENI (Calvenzano 1575 - Bologna 1642)
Assai noto come pittore, addirittura divinizzato dalla letteratura artistica del ‘700 -‘800 francese e inglese. Le prime prove grafiche dell’artista si attengono molto alle incisioni del Parmigianino; inoltre, a Roma, il Reni copiò le tavole del pittore parmense raffiguranti la Deposizione e le Armi della famiglia Sforza . Questa influenza rimarrà evidente in tutta la produzione, anche più tarda, in particolare nella dolcezza di certe Madonne col Bambino e Sacre Famiglie. Importante ricordare l’attività prestata dal giovane Guido Reni nel 1603 per le cerimonie funebri in onore di Agostino Carracci in Bologna, che riprendono nello stile, asciutto ed essenziale, la serie di incisioni realizzate dallo stesso Reni per l’ingresso del papa Clemente VIII Aldobrandini in Bologna nel 1589.
La sua attività grafica rimase a latere della più vasta produzione pittorica e interessò quasi esclusivamente soggetti religiosi. Influenzato dalla possibilità di riprodurre queste invenzioni se affidate ad una lastra, voleva intensificare e diffondere l’aspetto emozionale delle sue opere suggerito dalla Controriforma.
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