È dedicata a chi si stima Savio

Riferimento: S21237
Autore Giuseppe Maria MITELLI
Anno: 1685
Misure: 540 x 285 mm
900,00 €

Riferimento: S21237
Autore Giuseppe Maria MITELLI
Anno: 1685
Misure: 540 x 285 mm
900,00 €

Descrizione

Acquaforte, 1685, firmata e datata in lastra in basso a destra Mitelli in e taglia 1685. Lungo il margine superiore È dedicata a chi si stima Savio  e, più in basso, su di un nastro Quasi titti li dan, chi piu chi meno.


Magnifica prova, impressa su cata vergata coeva, rifilata al rame, tracce di piega centrale, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Resta oscura il significato di questa incisione, ricca di figure e simboli. La fortezza sulla destra e la mezzaluna turca potrebbero fare pensare ad un soggetto di guerra. Secondo Bertarelli essa allude "alla incontentabilità umana di voler raggiungere ideali impossibili".


Figlio del celebre pittore Agostino Mitelli fu a sua volta pittore, ma soprattutto fu uno dei più prolifici incisori del Seicento. Riprodusse a olio capolavori dei Carracci, del Guercino e di altri insigni pittori bolognesi. Realizzò all’acquaforte una straordinaria quantità di soggetti di ogni genere: scene di vita quotidiana, allegorie sacre e profane, satire politiche, proverbi, giochi di società.

Le sue incisioni erano spesso accompagnate da brevi commenti o da poesie in dialetto bolognese.

Bibliografia

Buscaroli, Rezio, Agostino e Giuseppe Maria Mitelli, catalogo delle loro stampe nella Raccolta Gozzadini ...; F. Varignana, Le Collezioni d'arte della Cassa di Risparmio in Bologna. Le incisioni. 1, Giuseppe Maria Mitelli, Bologna 1978, cat.327.

Giuseppe Maria MITELLI (Bologna 1634 – 1718)

Figlio di Agostino, noto pittore e incisore, secondo quanto ricorda il fratello Giovanni nella Vita et opere di Agostino Mitelli, si formò presso alcuni artisti importanti, studiando, tra gli altri, con Simone Cantarini, Francesco Albani, il Guercino e Flaminio Torri. Della sua attività pittorica, tutt’altro che limitata stando alle testimonianze antiche, rimane però un corpus assai esiguo, composto di poche unità. Dedicò gli sforzi maggiori all'arte incisoria, avviato con ogni probabilità dal padre, lasciando circa 600 stampe eseguite in larghissima prevalenza all’acquaforte. Nel 1660 il Mitelli pubblicò le Arti per via, una serie di 40 acqueforti derivate dalle invenzioni di Annibale Carracci, tradotte a stampa nel 1646 in 80 tavole da Simone Guillain. Il Mitelli inaugurò con l’impresa, edita dal romano Giovanni Giacomo De Rossi, una fiorente produzione di immagini di tema popolare, che divennero una sorta di marchio di fabbrica dell’incisore bolognese.

Bibliografia

Buscaroli, Rezio, Agostino e Giuseppe Maria Mitelli, catalogo delle loro stampe nella Raccolta Gozzadini ...; F. Varignana, Le Collezioni d'arte della Cassa di Risparmio in Bologna. Le incisioni. 1, Giuseppe Maria Mitelli, Bologna 1978, cat.327.

Giuseppe Maria MITELLI (Bologna 1634 – 1718)

Figlio di Agostino, noto pittore e incisore, secondo quanto ricorda il fratello Giovanni nella Vita et opere di Agostino Mitelli, si formò presso alcuni artisti importanti, studiando, tra gli altri, con Simone Cantarini, Francesco Albani, il Guercino e Flaminio Torri. Della sua attività pittorica, tutt’altro che limitata stando alle testimonianze antiche, rimane però un corpus assai esiguo, composto di poche unità. Dedicò gli sforzi maggiori all'arte incisoria, avviato con ogni probabilità dal padre, lasciando circa 600 stampe eseguite in larghissima prevalenza all’acquaforte. Nel 1660 il Mitelli pubblicò le Arti per via, una serie di 40 acqueforti derivate dalle invenzioni di Annibale Carracci, tradotte a stampa nel 1646 in 80 tavole da Simone Guillain. Il Mitelli inaugurò con l’impresa, edita dal romano Giovanni Giacomo De Rossi, una fiorente produzione di immagini di tema popolare, che divennero una sorta di marchio di fabbrica dell’incisore bolognese.