Zuog, e Donn, e Lit, e, Can, Mettn in Ruina Mvly Zstian
Riferimento: | S22131 |
Autore | Giuseppe Maria MITELLI |
Anno: | 1700 |
Misure: | 532 x 132 mm |
Riferimento: | S22131 |
Autore | Giuseppe Maria MITELLI |
Anno: | 1700 |
Misure: | 532 x 132 mm |
Descrizione
Acquaforte, 1700, firmata e datata in basso a sinistra Mitelli In e F 1700.
Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con sottili margini, in ottimo stato di conservazione.
L’incisione comprende quattro scene: due persone che sfoderano le armi per una questione di gioco; due donne che si accapigliano; un contadino e da un gentiluomo che litigano davanti al curiale e due persone che dividono due cani che si azzuffano. Le vignette illustrano il proverbio riportato in alto da intendersi 'Giuoco, donne, liti e cani mandano in rovina molti cristiani'
Molto rara.
Bibliografia
Buscaroli - Rezio, Agostino e Giuseppe Maria Mitelli, catalogo delle loro stampe nella Raccolta Gozzadini..., p. 41, 46; Bertarelli (1940), n. 544.
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Giuseppe Maria MITELLI (Bologna 1634 – 1718)
Figlio di Agostino, noto pittore e incisore, secondo quanto ricorda il fratello Giovanni nella Vita et opere di Agostino Mitelli, si formò presso alcuni artisti importanti, studiando, tra gli altri, con Simone Cantarini, Francesco Albani, il Guercino e Flaminio Torri. Della sua attività pittorica, tutt’altro che limitata stando alle testimonianze antiche, rimane però un corpus assai esiguo, composto di poche unità. Dedicò gli sforzi maggiori all'arte incisoria, avviato con ogni probabilità dal padre, lasciando circa 600 stampe eseguite in larghissima prevalenza all’acquaforte. Nel 1660 il Mitelli pubblicò le Arti per via, una serie di 40 acqueforti derivate dalle invenzioni di Annibale Carracci, tradotte a stampa nel 1646 in 80 tavole da Simone Guillain. Il Mitelli inaugurò con l’impresa, edita dal romano Giovanni Giacomo De Rossi, una fiorente produzione di immagini di tema popolare, che divennero una sorta di marchio di fabbrica dell’incisore bolognese.
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Bibliografia
Buscaroli - Rezio, Agostino e Giuseppe Maria Mitelli, catalogo delle loro stampe nella Raccolta Gozzadini..., p. 41, 46; Bertarelli (1940), n. 544.
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Giuseppe Maria MITELLI (Bologna 1634 – 1718)
Figlio di Agostino, noto pittore e incisore, secondo quanto ricorda il fratello Giovanni nella Vita et opere di Agostino Mitelli, si formò presso alcuni artisti importanti, studiando, tra gli altri, con Simone Cantarini, Francesco Albani, il Guercino e Flaminio Torri. Della sua attività pittorica, tutt’altro che limitata stando alle testimonianze antiche, rimane però un corpus assai esiguo, composto di poche unità. Dedicò gli sforzi maggiori all'arte incisoria, avviato con ogni probabilità dal padre, lasciando circa 600 stampe eseguite in larghissima prevalenza all’acquaforte. Nel 1660 il Mitelli pubblicò le Arti per via, una serie di 40 acqueforti derivate dalle invenzioni di Annibale Carracci, tradotte a stampa nel 1646 in 80 tavole da Simone Guillain. Il Mitelli inaugurò con l’impresa, edita dal romano Giovanni Giacomo De Rossi, una fiorente produzione di immagini di tema popolare, che divennero una sorta di marchio di fabbrica dell’incisore bolognese.
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