Studio di Teste
Riferimento: | S5353 |
Autore | Odoardo FIALETTI |
Anno: | 1608 |
Misure: | 170 x 110 mm |
Riferimento: | S5353 |
Autore | Odoardo FIALETTI |
Anno: | 1608 |
Misure: | 170 x 110 mm |
Descrizione
Acquaforte, circa 1608. della serie "Il vero modo et ordine per dissegnar tutte le parte et membra del corpo humano", edita a Venezia da Justus Sadeler nel 1608.
Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, in eccellente stato di conservazione.
Odoardo Fialetti nacque a Bologna il 18 luglio 1573, figlio postumo del "Dottore Odoardo"; affidato al fratello maggiore, questi lo mise "a dozzena" presso la scuola del pittore G. B. Cremonini. Successivamente, all'età di nove anni, si trasferì col fratello prima a Padova e infine a Venezia, dove frequentò la bottega del Tintoretto. Trascorse probabilmente anche un periodo a Roma per perfezionare gli studi artistici.
Più che per la sua attività di pittore, Fialetti è conosciuto per la vasta opera grafica, oggi costituita da circa 240 acqueforti nelle quali evidenti sono gli elementi di gusto carraccesco, in particolare di Agostino, soprattutto nella ricerca di un equilibrio tra il linguaggio grafico e le suggestioni pittoriche e coloristiche. Il corpus incisorio è molto vario nei soggetti e comprende incisioni sia di traduzione sia di propria invenzione. Tra le prime vanno menzionate due stampe, d'après Tintoretto, di soggetto religioso, Le nozze di Cana (dal dipinto nella sagrestia della chiesa della Salute) e un S. Sebastiano; una serie di undici pezzi di fregi con trofei su invenzione di Polidoro da Caravaggio; quattro soggetti mitologici dagli affreschi del Pordenone per palazzo Tinghi di Udine; due serie di grottesche, con motivi vegetali e animali uniti a figure mitologiche, derivate da invenzioni di Polifilo Giancarli e raccolte sotto il titolo di Disegni varii di Polifilo Zancarli A benefitio di qualsivoglia persona che faccia professione del disegno: queste tavole, come altre di tale genere, costituirono un vasto repertorio di modelli e di spunti decorativi ripresi testualmente dalle coeve botteghe di intagliatori e di ornatisti e largamente utilizzati in Francia fino al XIX secolo dalle manifatture ceramiche di Nevers.
Bibliografia
Bartsch 224
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Odoardo FIALETTI (Bologna 1593 - 1638)
Odoardo Fialetti nacque a Bologna il 18 luglio 1573, figlio postumo del "Dottore Odoardo"; affidato al fratello maggiore, questi lo mise "a dozzena" presso la scuola del pittore G. B. Cremonini. Successivamente, all'età di nove anni, si trasferì col fratello prima a Padova e infine a Venezia, dove frequentò la bottega del Tintoretto. Trascorse probabilmente anche un periodo a Roma per perfezionare gli studi artistici.
Dopo la morte del Tintoretto (1594), il F. si trovò partecipe di quel momento creativo nel quale una nuova generazione di artisti (tra cui Palma il Giovane, D. Tintoretto e S. Peranda) si dovette assumere la non facile responsabilità di continuare quella tradizione veneziana che aveva avuto nei decenni precedenti la sua splendida fioritura: essi, rimanendo nel solco del tardo manierismo, seppero trasmettere al Seicento veneziano un vastissimo compendio di formule e di moduli decorativi che si armonizzarono poi con gli elementi del linguaggio barocco.
Più che per la sua attività di pittore, Fialetti è conosciuto per la vasta opera grafica, oggi costituita da circa 240 acqueforti nelle quali evidenti sono gli elementi di gusto carraccesco, in particolare di Agostino, soprattutto nella ricerca di un equilibrio tra il linguaggio grafico e le suggestioni pittoriche e coloristiche. Il corpus incisorio è molto vario nei soggetti e comprende incisioni sia di traduzione sia di propria invenzione. Tra le prime vanno menzionate due stampe, d'après Tintoretto, di soggetto religioso, Le nozze di Cana (dal dipinto nella sagrestia della chiesa della Salute) e un S. Sebastiano; una serie di undici pezzi di fregi con trofei su invenzione di Polidoro da Caravaggio; quattro soggetti mitologici dagli affreschi del Pordenone per palazzo Tinghi di Udine; due serie di grottesche, con motivi vegetali e animali uniti a figure mitologiche, derivate da invenzioni di Polifilo Giancarli e raccolte sotto il titolo di Disegni varii di Polifilo Zancarli A benefitio di qualsivoglia persona che faccia professione del disegno: queste tavole, come altre di tale genere, costituirono un vasto repertorio di modelli e di spunti decorativi ripresi testualmente dalle coeve botteghe di intagliatori e di ornatisti e largamente utilizzati in Francia fino al XIX secolo dalle manifatture ceramiche di Nevers.
Tra le acqueforti originali, si ricordano un fregio in sei pezzi con Tritoni e Nereidi; tredici paesaggi; tre fogli che, secondo un gusto tutto seicentesco che si pone tra documentazione o diletto visivo, illustrano in modo piacevolmente descrittivo i vari metodi di cacciagione; i quindici Scherzi d'amore, nei quali l'impianto carraccesco delle figure di Venere e Amore, a volte con qualche reminiscenza tizianesca, assume l'eleganza manieristica alla Palma il Giovane. E ancora i rami per il Libro dei frontespizi emacchine da guerra (Venezia 1624), pubblicato per quel tipo di editoria scientifica già di vasto seguito in questo scorcio di secolo; i rami per i due volumi Degli habiti delle religioni ... (Venezia 1626) e le illustrazioni per Il libro della scherma di N. Giganti (Padova 1628).
Tra le opere incisorie del Fialetti particolare rilievo assume il manuale di disegno pubblicato a Venezia da Sadeler nel 1608, col titolo Il vero modo et ordine per dissegnar tutte le parti et membra del corpo humano, per il quale Palma il Giovane collaborò con due acqueforti inserite in fondo al volume.
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Bibliografia
Bartsch 224
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Odoardo FIALETTI (Bologna 1593 - 1638)
Odoardo Fialetti nacque a Bologna il 18 luglio 1573, figlio postumo del "Dottore Odoardo"; affidato al fratello maggiore, questi lo mise "a dozzena" presso la scuola del pittore G. B. Cremonini. Successivamente, all'età di nove anni, si trasferì col fratello prima a Padova e infine a Venezia, dove frequentò la bottega del Tintoretto. Trascorse probabilmente anche un periodo a Roma per perfezionare gli studi artistici.
Dopo la morte del Tintoretto (1594), il F. si trovò partecipe di quel momento creativo nel quale una nuova generazione di artisti (tra cui Palma il Giovane, D. Tintoretto e S. Peranda) si dovette assumere la non facile responsabilità di continuare quella tradizione veneziana che aveva avuto nei decenni precedenti la sua splendida fioritura: essi, rimanendo nel solco del tardo manierismo, seppero trasmettere al Seicento veneziano un vastissimo compendio di formule e di moduli decorativi che si armonizzarono poi con gli elementi del linguaggio barocco.
Più che per la sua attività di pittore, Fialetti è conosciuto per la vasta opera grafica, oggi costituita da circa 240 acqueforti nelle quali evidenti sono gli elementi di gusto carraccesco, in particolare di Agostino, soprattutto nella ricerca di un equilibrio tra il linguaggio grafico e le suggestioni pittoriche e coloristiche. Il corpus incisorio è molto vario nei soggetti e comprende incisioni sia di traduzione sia di propria invenzione. Tra le prime vanno menzionate due stampe, d'après Tintoretto, di soggetto religioso, Le nozze di Cana (dal dipinto nella sagrestia della chiesa della Salute) e un S. Sebastiano; una serie di undici pezzi di fregi con trofei su invenzione di Polidoro da Caravaggio; quattro soggetti mitologici dagli affreschi del Pordenone per palazzo Tinghi di Udine; due serie di grottesche, con motivi vegetali e animali uniti a figure mitologiche, derivate da invenzioni di Polifilo Giancarli e raccolte sotto il titolo di Disegni varii di Polifilo Zancarli A benefitio di qualsivoglia persona che faccia professione del disegno: queste tavole, come altre di tale genere, costituirono un vasto repertorio di modelli e di spunti decorativi ripresi testualmente dalle coeve botteghe di intagliatori e di ornatisti e largamente utilizzati in Francia fino al XIX secolo dalle manifatture ceramiche di Nevers.
Tra le acqueforti originali, si ricordano un fregio in sei pezzi con Tritoni e Nereidi; tredici paesaggi; tre fogli che, secondo un gusto tutto seicentesco che si pone tra documentazione o diletto visivo, illustrano in modo piacevolmente descrittivo i vari metodi di cacciagione; i quindici Scherzi d'amore, nei quali l'impianto carraccesco delle figure di Venere e Amore, a volte con qualche reminiscenza tizianesca, assume l'eleganza manieristica alla Palma il Giovane. E ancora i rami per il Libro dei frontespizi emacchine da guerra (Venezia 1624), pubblicato per quel tipo di editoria scientifica già di vasto seguito in questo scorcio di secolo; i rami per i due volumi Degli habiti delle religioni ... (Venezia 1626) e le illustrazioni per Il libro della scherma di N. Giganti (Padova 1628).
Tra le opere incisorie del Fialetti particolare rilievo assume il manuale di disegno pubblicato a Venezia da Sadeler nel 1608, col titolo Il vero modo et ordine per dissegnar tutte le parti et membra del corpo humano, per il quale Palma il Giovane collaborò con due acqueforti inserite in fondo al volume.
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