San Giuseppe e il Bambino
Riferimento: | S42044 |
Autore | Domenico Maria Viani |
Anno: | 1690 ca. |
Misure: | 187 x 290 mm |
Riferimento: | S42044 |
Autore | Domenico Maria Viani |
Anno: | 1690 ca. |
Misure: | 187 x 290 mm |
Descrizione
Acquaforte, 1690 circa, firmata in lastra, nell’immagine in basso a sinistra, DOM. VIANI/ I. F.
Esemplare nel secondo stato di due descritto da Bertelà (per il Bartsch si tratta di uno stato unico), con il tratteggio orizzontale nel piedistallo.
Buona prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, in buono stato di conservazione.
La composizione, da un soggetto dello stesso artista e racchiusa in ovale, raffigura San Giuseppe e il Bambino Gesù.
Così è descritta da Malaspina: “S. Giuseppe col Bambino. S. Giuseppe seduto in vicinanza di un piedestallo, sul quale sostiene il bambino Gesù, da cui riceve carezze. Il Bambino è a sinistra, e il volto di S. Giuseppe, rivolto pure a sinistra, vedesi quasi di profilo. Sotto il piedestallo sta Dom. Vita. I. F., cioè inventato ed incide. Il tutto è racchiuso in ovale”.
Domenico Maria Viani (Bologna, 1668; Pistoia 1711), era il figlio del pittore Giovanni Maria. Dopo aver ricevuto un'educazione completa nell'arte da suo padre, andò a Venezia, dove studiò diligentemente le opere dei grandi maestri veneziani. Guidalotti, che ha scritto la sua vita, lo preferisce al padre. Lanzi dice: "pochi aderiranno a questa opinione, non avendo egli raggiunto quell'esattezza e tanto meno quella nobiltà di disegno esibita dal padre. Era anche inferiore a lui nella natura, nella verità e nella lucentezza del suo colorito. Tuttavia, possedeva un grande carattere nei suoi contorni, un'esecuzione più forte, come quella del Guercino, e ornamenti più sfoggiati, all’uso dei Veneti. Il suo Sant'Antonio nella chiesa di S. Spirito a Bergamo, nell'atto di convincere uno scettico con un miracolo, è un quadro sorprendente, esaltato da Rotari e Tiepolo". Succedette a suo padre nella scuola che aveva fondato a Bologna, e istruì diversi allievi. Eseguì molte opere per le chiese di Bologna e le città adiacenti, in particolare Bergamo e Pistoia. Le principali a Bologna sono una serie che rappresenta i Profeti e gli Evangelisti nella chiesa della Natività, e una storia leggendaria di Cristo che guarisce un pellegrino, nella chiesa dei Servi. Bartsch descrive questa sua unica sua acquaforte raffigurante San Giuseppe con il Salvatore bambino, mentre Le Blanc e Bertelà catalogano anche il San Filippo Benizzi, sempre da un suo soggetto. Scomparso all'età di 43 anni, Domenico Maria Viani è autore di un numero limitato di opere, anche in ragione della "natural lentezza da lui stimata ottima regola in operare" ricordata concordemente dalle fonti.
Opera molto rara.
Bibliografia
Bertelà, Incisori bolognesi ed emiliani del ‘700, nn. 870-871a, II/II; Bartsch, XIX, p. 432, n. 1; Le Blanc, vol. II (3) p. 116 n.2; Malaspina, p. 361
Domenico Maria Viani (Bologna, 11 dicembre 1668 – Pistoia, 1711)
Domenico Maria era figlio d'arte, il padre Giovanni Maria esercitava la professione di pittore ed era stato alunno di Flaminio Torri. Imparò alla bottega del padre e a quella di Carlo Cignani. Non eseguì molti lavori anche perché dichiarava che i dipinti ben eseguiti richiedevano tempo, rimane quindi famosa la sua lentezza nella loro esecuzione. Frequentò l'Accademia del nudo di Bologna e studiò i lavori carracceschi che lo avevano sempre attirato. Nel 1691 si recò a Venezia dove poté studiare il Rinascimento veneziano del Tiziano e del Veronese. Purtroppo l'artista morì prematuramente durante una sua permanenza a Pistoria dove forse si era fermato per farsi curare all'età di quarantatre anni.
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Domenico Maria Viani (Bologna, 11 dicembre 1668 – Pistoia, 1711)
Domenico Maria era figlio d'arte, il padre Giovanni Maria esercitava la professione di pittore ed era stato alunno di Flaminio Torri. Imparò alla bottega del padre e a quella di Carlo Cignani. Non eseguì molti lavori anche perché dichiarava che i dipinti ben eseguiti richiedevano tempo, rimane quindi famosa la sua lentezza nella loro esecuzione. Frequentò l'Accademia del nudo di Bologna e studiò i lavori carracceschi che lo avevano sempre attirato. Nel 1691 si recò a Venezia dove poté studiare il Rinascimento veneziano del Tiziano e del Veronese. Purtroppo l'artista morì prematuramente durante una sua permanenza a Pistoria dove forse si era fermato per farsi curare all'età di quarantatre anni.
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