Testa d'uomo con barba volto a destra
Riferimento: | S46039 |
Autore | Giovanni Benedetto CASTIGLIONE detto "Il Grechetto" |
Anno: | 1645 |
Misure: | 80 x 115 mm |
Riferimento: | S46039 |
Autore | Giovanni Benedetto CASTIGLIONE detto "Il Grechetto" |
Anno: | 1645 |
Misure: | 80 x 115 mm |
Descrizione
Acquaforte, circa 1645-50, firmata in lastra in alto a sinistra 'GB Castilione Genovese'.
Ottima prova, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, con piccoli margini, in ottimo stato di conservazione.
Appartiene alla serie dei cosiddetti I piccoli ritratti all’orientale, ispirata alle analoghe incisioni di Rembrandt e Lievens. I lavori di Rembrandt sono senza dubbi fonte di grande ispirazione per questa incisione. Sul fatto che il maestro genovese conoscesse le opere del collega olandese non sussistono dubbi; è addirittura possibile che ne possedesse alcune. Le opere grafiche del Castiglione presentano sia nello stile sia nella scelta dei soggetti una forte affinità con i lavori di Rembrandt.
Entrambi incidevano con tratti liberi e miravano a ottenere nelle stampe forti contrasti di chiaroscuro.
Bibliografia
Bartsch, Le Peintre graveur (XXI.28.32); Bellini 1982, L'Opera incisa di Giovanni Benedetto Castiglione n. 23; TIB 032.
Giovanni Benedetto CASTIGLIONE detto "Il Grechetto" (Genova 1616 - Mantova 1670)
L’origine e la formazione genovese portarono il Castiglione a conoscere la pittura fiamminga, in particolare attraverso gli artisti Jaan Roos e Van Dyck, dai quali derivò un cromatismo caldo e vibrante. A Roma, dove fu dal 1632 al ’35, e in un secondo soggiorno dal 1647 al ’51, intramezzato da un viaggio a Napoli nel 1635, fu attratto dal classicismo intellettualistico del Poussin. Le sue tematiche preferite, tanto in pittura che nei disegni e nelle incisioni, si rifanno al moralismo classicheggiante, ispirato alla filosofia stoica, tipicamente poussiniano, che lo portò a creare un repertorio di soggetti iconografici assai colto rispetto ad altri artisti, tra cui Salvator Rosa. Trascorse l’ultimo periodo di attività alla corte del Duca di Mantova e la sua produzione di quegli anni accentua gli elementi visionari e il cromatismo violento, presente già nelle opere del periodo precedente. Abile incisore, amò esprimersi attraverso questo mezzo tecnico per diffondere le sue complesse iconografie intellettualistiche e fu il primo in Italia ad apprezzare ed imitare le stupende acqueforti del Rembrandt.
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Giovanni Benedetto CASTIGLIONE detto "Il Grechetto" (Genova 1616 - Mantova 1670)
L’origine e la formazione genovese portarono il Castiglione a conoscere la pittura fiamminga, in particolare attraverso gli artisti Jaan Roos e Van Dyck, dai quali derivò un cromatismo caldo e vibrante. A Roma, dove fu dal 1632 al ’35, e in un secondo soggiorno dal 1647 al ’51, intramezzato da un viaggio a Napoli nel 1635, fu attratto dal classicismo intellettualistico del Poussin. Le sue tematiche preferite, tanto in pittura che nei disegni e nelle incisioni, si rifanno al moralismo classicheggiante, ispirato alla filosofia stoica, tipicamente poussiniano, che lo portò a creare un repertorio di soggetti iconografici assai colto rispetto ad altri artisti, tra cui Salvator Rosa. Trascorse l’ultimo periodo di attività alla corte del Duca di Mantova e la sua produzione di quegli anni accentua gli elementi visionari e il cromatismo violento, presente già nelle opere del periodo precedente. Abile incisore, amò esprimersi attraverso questo mezzo tecnico per diffondere le sue complesse iconografie intellettualistiche e fu il primo in Italia ad apprezzare ed imitare le stupende acqueforti del Rembrandt.
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