Amorino con armi
Riferimento: | S39979 |
Autore | Adamo SCULTORI |
Anno: | 1550 ca. |
Misure: | 113 x 144 mm |
Riferimento: | S39979 |
Autore | Adamo SCULTORI |
Anno: | 1550 ca. |
Misure: | 113 x 144 mm |
Descrizione
Bulino, 1547 -1550 circa, firmato in basso a destra con il monogramma AS.
Esemplare nel primo stato, di due, avanti i ritocchi. Da un soggetto attribuito a Giulio Romano
Bell’esemplare, impresso su carta vergata coeva con filigrana parziale, rifilato alla linea marginale, al margine, antica annotazione manoscritta: Giulio Romano invenit/Adam Mantuanus sculpsit.
D’Arco attribuisce il soggetto della composizione – un amorino alato con l’elmo a i piedi, la fiaccola e la faretra con le frecce, che rappresenta un amorino vincitore o guerriero – a Giulio Romano e osserva “al capriccio dell'inventore, corrispose Adamo con certo gusto di taglio, ottimo disegno e buon effetto; pregi che si riscontrano in questa stampa... vuolsi però osservare che a questo rame furono eseguiti molti ritocchi, massime nei dintorni, i quali deturpano l'intaglio, onde è a guardarne di questa stampa le prime prove di ottima impressione”.
Bellini, invece, ritiene che un’idea inziale per la composizione possa essere scaturita da un putto alato dipinto sopra il Camino della Scalcheria in Palazzo Ducale a Mantova; inoltre, ravvisa qualche analogia con il putto e La raccolta della manna di Agostino Veneziano (Bartsh, XIV, p. 10, n. 8).
L’incisione, come suggerisce la durezza del segno e come sostenuto all'unanimità dagli studiosi, è da collocarsi tra le prime opere di Adamo Scultori.
La lastra (Calcografia, inv. 636) al verso ha incisa la Vergine che allatta il Bambino (Bartsch, XV, n. 4; Massari, n. 54).
Bibliografia
Bartsch, XV, n. 17, p. 422; Bellini, n. 8, p. 46; D’Arco, n. 13, p. 90; Le Blanc, II, n. 92, p. 290; Massari, Incisori Mantovani del Cinquecento, n. 11. p. 28.
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Adamo SCULTORI (Mantova 1530 circa – Roma 1587)
Adamo Scultori detto il Mantovano o Ghisi perché creduto erroneamente fratello minore di Giorgio Ghisi, è raffinato disegnatore e intagliatore a bulino, fratello di Diana e figlio di Giovan Battista Scultori. Nasce a Mantova nel 1530 circa e muore, secondo l’affermazione del De Angelis, nel 1585.
Incisore precocissimo, come testimonia la scritta “Adam Sculptor an IX”che si legge nella copia della Vergine del padre. Dopo la morte di Giulio Romano e mentre Giovan Battista è ancora vivo, Adamo lascia Mantova per Roma. La sua opera più celebre è la serie di 73 incisioni che riproducono gli affreschi michelangioleschi della volta della Sistina. L’artista fiorentino è l’inventore prediletto di Adamo accanto a Giulio Romano di cui riproduce numerosi soggetti; altre stampe sono tratte da soggetti di Sebastiano del Piombo, di Nicola Martinelli e del Mantenga. Si sa, inoltre, che Adamo fu anche editore come dimostra il rame della Calcografia di Roma inciso da Matteo Greuter con l’excudit di Adamo. Il Bartsch assegna allo Scultori 129 stampe, datate dal 1566 al 1577, ad esse il Passavant aggiunge altri tre soggetti.
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Bibliografia
Bartsch, XV, n. 17, p. 422; Bellini, n. 8, p. 46; D’Arco, n. 13, p. 90; Le Blanc, II, n. 92, p. 290; Massari, Incisori Mantovani del Cinquecento, n. 11. p. 28.
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Adamo SCULTORI (Mantova 1530 circa – Roma 1587)
Adamo Scultori detto il Mantovano o Ghisi perché creduto erroneamente fratello minore di Giorgio Ghisi, è raffinato disegnatore e intagliatore a bulino, fratello di Diana e figlio di Giovan Battista Scultori. Nasce a Mantova nel 1530 circa e muore, secondo l’affermazione del De Angelis, nel 1585.
Incisore precocissimo, come testimonia la scritta “Adam Sculptor an IX”che si legge nella copia della Vergine del padre. Dopo la morte di Giulio Romano e mentre Giovan Battista è ancora vivo, Adamo lascia Mantova per Roma. La sua opera più celebre è la serie di 73 incisioni che riproducono gli affreschi michelangioleschi della volta della Sistina. L’artista fiorentino è l’inventore prediletto di Adamo accanto a Giulio Romano di cui riproduce numerosi soggetti; altre stampe sono tratte da soggetti di Sebastiano del Piombo, di Nicola Martinelli e del Mantenga. Si sa, inoltre, che Adamo fu anche editore come dimostra il rame della Calcografia di Roma inciso da Matteo Greuter con l’excudit di Adamo. Il Bartsch assegna allo Scultori 129 stampe, datate dal 1566 al 1577, ad esse il Passavant aggiunge altri tre soggetti.
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