Ercole Farnese

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Riferimento: S47039
Autore Giorgio GHISI detto "Il Mantovano"
Anno: 1578 ca.
Misure: 180 x 330 mm
900,00 €

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Riferimento: S47039
Autore Giorgio GHISI detto "Il Mantovano"
Anno: 1578 ca.
Misure: 180 x 330 mm
900,00 €

Descrizione

L’Ercole Farnese, nudo in piedi in una nicchia e con il braccio sinistro appoggiato alla clava su cui è drappeggiata la pelle di leone.

Bulino, 1578 circa, firmato in basso a sinistra in una tavoletta “GMF”. Esemplare del secondo stato di tre con l'aggiunta dell'imprint di Nicolas van Aelst in basso a destra.

Deriva dalla scultura nota come Ercole Farnese, oggi conservata al Museo Nazionale di Napoli. Si pensa che la stampa sia stata commissionata dagli eredi Lafreri a Roma, in sostituzione della stampa dello stesso soggetto di Jacob Bos degli anni '60 del XV secolo, spesso raccolta nello Speculum Romanae Magnificentiae.

Gli studiosi moderni ritengono che l’Ercole sia una versione ingrandita, fatta da Glicone per le Terme di Caracalla all’inizio del secolo III d.C., di una statua del medesimo eroe prodotta da Lisippo e dalla sua scuola». In effetti la statua fu rinvenuta alle Terme di Caracalla nel 1546 sotto il pontificato di Paolo III (1534-1549), venne collocata insieme all’altra statua di Ercole sul lato di fondo di Palazzo Farnese dove le due sculture «simboleggiavano la forza sostenuta dalle virtù». La scultura venne rinvenuta priva degli arti inferiori che furono integrati da Guglielmo della Porta. Gli arti originali vennero ritrovati nel 1560, ma furono reintegrati soltanto nel Settecento quando la statua fu trasferita da Roma a Napoli per volere di Ferdinando IV di Borbone. Per compiacere le varie corti europee, della statua furono fatte numerose copie: in marmo, in bronzo, in bronzo dorato, in terracotta, di volta in volta realizzate in scala maggiore o minore del reale.

Buona prova, impressa su carta vergata coeva, con ampli margini, in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

C. Hülsen, 1921, 55eB & 55fC; Lewis, The Engravings of Giorgio Ghisi, Ex Cat. New York, 1985, pp. 188-191, II/III; Bartsch, Le Peintre graveur XV.401.41; Bellini 1998, L'Opera incisa di Giorgio Ghisi , 59.

 

Giorgio GHISI detto "Il Mantovano" (Mantova 1520 - 1582)

Studiò disegno con Giulio Romano e incisione con Giambattista Mantovano, dal quale derivò lo schema incisorio di Marcantonio Raimondi. Salvo un breve soggiorno ad Anversa nel 1550, svolse la sua attività principalmente a Mantova. Studiò disegno con Giulio Romano e incisione con Giambattista Mantovano, dal quale derivò lo schema incisorio di Marcantonio Raimondi. Salvo un breve soggiorno ad Anversa nel 1550, svolse la sua attività principalmente a Mantova. La sua maniera si distingue per l'accurato, sottilissimo tratteggio, per l'intenso chiaroscuro e la raffinata applicazione, sulla lastra, delle tecniche orafe. Oltre alle numerose incisioni da Michelangelo (Giudizio Universale, Sibille e Profeti, ecc.), da Raffaello (Disputa del Sacramento, La Scuola di Atene, ecc.), da Giulio Romano (La morte di Procri), particolarmente interessanti il celebre Sogno di Raffaello e La Vittoria. Il Bartsch e il Passavant catalogano 70 stampe mentre l’Huber solo 31; il D’Arco elenca 44 soggetti e i Lewis assegnano 63 soggetti certi.

Giorgio GHISI detto "Il Mantovano" (Mantova 1520 - 1582)

Studiò disegno con Giulio Romano e incisione con Giambattista Mantovano, dal quale derivò lo schema incisorio di Marcantonio Raimondi. Salvo un breve soggiorno ad Anversa nel 1550, svolse la sua attività principalmente a Mantova. Studiò disegno con Giulio Romano e incisione con Giambattista Mantovano, dal quale derivò lo schema incisorio di Marcantonio Raimondi. Salvo un breve soggiorno ad Anversa nel 1550, svolse la sua attività principalmente a Mantova. La sua maniera si distingue per l'accurato, sottilissimo tratteggio, per l'intenso chiaroscuro e la raffinata applicazione, sulla lastra, delle tecniche orafe. Oltre alle numerose incisioni da Michelangelo (Giudizio Universale, Sibille e Profeti, ecc.), da Raffaello (Disputa del Sacramento, La Scuola di Atene, ecc.), da Giulio Romano (La morte di Procri), particolarmente interessanti il celebre Sogno di Raffaello e La Vittoria. Il Bartsch e il Passavant catalogano 70 stampe mentre l’Huber solo 31; il D’Arco elenca 44 soggetti e i Lewis assegnano 63 soggetti certi.