Sinon e i Troiani
Riferimento: | S36069 |
Autore | Giorgio GHISI detto "Il Mantovano" |
Anno: | 1540 |
Misure: | 474 x 360 mm |
Riferimento: | S36069 |
Autore | Giorgio GHISI detto "Il Mantovano" |
Anno: | 1540 |
Misure: | 474 x 360 mm |
Descrizione
Bulino, 1540 circa, firmato in basso a sinistra 'J.B.Mantuanus inv' e nel margine bianco inferiore 'Georgius Mant f'.
Da un soggetto di Giovani Battista Scultori. Esemplare nel secondo stato di cinque, con l’indirizzo di Antonio Lafrery aggiunto in basso a destra.
Splendido esemplare, ricco di toni e ben contrastato, impresso su carta vergata coeva con filigrana “scudo con stella e lettera M”, rifilato alla linea marginale, traccia di piega centrale al verso, per il resto in ottimo stato di conservazione.
Come afferma Bellini (1998, pp. 52-54 n. 8) questa stampa è stata a lungo creduta opera di G.B. Scultori, forse perchè la firma del Ghisi, nascosta nell'ombra, risulta poco visibile, ma anche per la vicinanza allo stile proprio di quell'artista. Invece lo Scultori è solo l'inventore della composizione, che presenta anche soluzioni tratte da G. Romano.
Vari elementi quali la complessità della composizione, le dimensioni notevoli della lastra, lo stile più maturo ed attento al disegno e alla costruzione prospettica inducono a datare quest'opera agli ultimi anni del periodo mantovano o al periodo romano.
Ghisi ha realizzato due incisioni che derivano da due disegni sulla guerra di Troia di Giovan Battista Scultori: quella qui presentata e La caduta di Troia e la fuga di Enea (V, 8.94).
Questa stampa mostra il greco Sinone in ginocchio mentre i Troiani spingono all’interno della città il cavallo di legno, nel cui ventre cavo erano nascosti i più forti dei guerrieri greci. Il personaggio di Sinone non è menzionato da Omero, ma appare nei poemi epici più tardi, in particolare nell’Eneide.
I fatti, raccontati all’inizio del secondo libro dell’«Eneide», vv. 57-198, sono noti:
I Troiani scoprono sulla spiaggia un greco, Sinone. Egli dice di essere fuggito dai compagni, che volevano sacrificarlo agli dei per garantirsi un ritorno sicuro. Racconta poi che i Greci sono salpati e che il cavallo è stato costruito per placare la collera di Minerva, scatenata dal furto del Palladio che Ulisse e Diomede avevano sottratto dalla rocca di Troia: se sarà portato dentro le mura di Troia, renderà grande e potente la città. Accompagnato dai funesti vaticini di Cassandra, e nonostante gli ammonimenti di Laooconte, il cavallo viene introdotto nella città. A notte fonda, Sinone libera i compagni rinchiusi all’interno e aprirono le porte della città al resto dei soldati Greci che avevano atteso a largo dell’isola di Tenedo. La città di Troia venne così distrutta.
Bibliografia
Lewis & Lewis 7 II/V; Bartsch 28; Massari 180.
Giorgio GHISI detto "Il Mantovano" (Mantova 1520 - 1582)
Studiò disegno con Giulio Romano e incisione con Giambattista Mantovano, dal quale derivò lo schema incisorio di Marcantonio Raimondi. Salvo un breve soggiorno ad Anversa nel 1550, svolse la sua attività principalmente a Mantova. Studiò disegno con Giulio Romano e incisione con Giambattista Mantovano, dal quale derivò lo schema incisorio di Marcantonio Raimondi. Salvo un breve soggiorno ad Anversa nel 1550, svolse la sua attività principalmente a Mantova. La sua maniera si distingue per l'accurato, sottilissimo tratteggio, per l'intenso chiaroscuro e la raffinata applicazione, sulla lastra, delle tecniche orafe. Oltre alle numerose incisioni da Michelangelo (Giudizio Universale, Sibille e Profeti, ecc.), da Raffaello (Disputa del Sacramento, La Scuola di Atene, ecc.), da Giulio Romano (La morte di Procri), particolarmente interessanti il celebre Sogno di Raffaello e La Vittoria.
Il Bartsch e il Passavant catalogano 70 stampe mentre l’Huber solo 31; il D’Arco elenca 44 soggetti e i Lewis assegnano 63 soggetti certi.
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Giorgio GHISI detto "Il Mantovano" (Mantova 1520 - 1582)
Studiò disegno con Giulio Romano e incisione con Giambattista Mantovano, dal quale derivò lo schema incisorio di Marcantonio Raimondi. Salvo un breve soggiorno ad Anversa nel 1550, svolse la sua attività principalmente a Mantova. Studiò disegno con Giulio Romano e incisione con Giambattista Mantovano, dal quale derivò lo schema incisorio di Marcantonio Raimondi. Salvo un breve soggiorno ad Anversa nel 1550, svolse la sua attività principalmente a Mantova. La sua maniera si distingue per l'accurato, sottilissimo tratteggio, per l'intenso chiaroscuro e la raffinata applicazione, sulla lastra, delle tecniche orafe. Oltre alle numerose incisioni da Michelangelo (Giudizio Universale, Sibille e Profeti, ecc.), da Raffaello (Disputa del Sacramento, La Scuola di Atene, ecc.), da Giulio Romano (La morte di Procri), particolarmente interessanti il celebre Sogno di Raffaello e La Vittoria.
Il Bartsch e il Passavant catalogano 70 stampe mentre l’Huber solo 31; il D’Arco elenca 44 soggetti e i Lewis assegnano 63 soggetti certi.
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