Ingresso dei Greci a Troia
Riferimento: | S36035 |
Autore | Giorgio GHISI detto "Il Mantovano" |
Anno: | 1545 ca. |
Misure: | 495 x 385 mm |
Riferimento: | S36035 |
Autore | Giorgio GHISI detto "Il Mantovano" |
Anno: | 1545 ca. |
Misure: | 495 x 385 mm |
Descrizione
Bulino, 1545 circa, firmato in lastra in basso a destra 'GIORGIVS MANTVANVS/. F', in basso al centro: 'I. BA. MANTVANVS. IN.' Esemplare nel secondo stato di tre, con l’indirizzo di Lafreri.
Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame, in perfetto stato di conservazione.
L’incisione, come espressamente indicato, deriva da un’invenzione di Giovanni Battista Scultori, forse ispirato a un disegno di Giulio Romano conservato al Louvre (cfr. Storia della vita e delle opere de Giulio Pippi Romano, Mantova 1838, p. XL, no. 83).
Rappresenta un episodio finale della Guerra di Troia, ovvero il momento in cui i soldati greci – raffigurati sulla sinistra - entrano nella città, ormai già data alle fiamme. Sulla destra, Enea, il padre Anchise e il figlio Ascanio fuggono dalla loro patria. Avvolta da una nuvola, Venere, la madre di Enea, veglia sulla loro fuga.
La stessa composizione si ritrova in un disegno attribuito a Biagio Pupini (Windsor Library, inv. no. 5435, cfr. Popham and Wilde, The Italian Drawings of the XV and XVI Centuries in the Collection of His Majesty the King at Windsor Castle, London 1949, no. 785).
Esiste un’altra incisione di Ghisi relativa alla Guerra di Troia, “Sinone inganna i Troiani” (Bartsch XV.397.28) di dimensione leggermente diversa. La stessa Battaglia navale tra Greci e Troiani (Bartsch XV.383.20), di G. B. Scultori, è più larga rispetto alle incisioni di Ghisi. Sembra quini da escludere che le tre stampe appartenessero a una serie Secondo Boorsch, entrambe le incisioni dell Ghisi sono da riferire a una data successiva al 1543, per via dello stile incisirrio che mostra dei tratti di bulino più stretti e sistematici rispetto alle prime prove.
Bibliografia
Bartsch XV.397.29; Le Blanc II.296.62; Boorsch, Lewis, and Lewis, The engravings of Giorgio Ghisi, no. 8; Davis, Mannerist Prints…, n. 27; Bellini, L’opera incisa di Giorgio Ghisi, n. 9
Giorgio GHISI detto "Il Mantovano" (Mantova 1520 - 1582)
Studiò disegno con Giulio Romano e incisione con Giambattista Mantovano, dal quale derivò lo schema incisorio di Marcantonio Raimondi. Salvo un breve soggiorno ad Anversa nel 1550, svolse la sua attività principalmente a Mantova. Studiò disegno con Giulio Romano e incisione con Giambattista Mantovano, dal quale derivò lo schema incisorio di Marcantonio Raimondi. Salvo un breve soggiorno ad Anversa nel 1550, svolse la sua attività principalmente a Mantova. La sua maniera si distingue per l'accurato, sottilissimo tratteggio, per l'intenso chiaroscuro e la raffinata applicazione, sulla lastra, delle tecniche orafe. Oltre alle numerose incisioni da Michelangelo (Giudizio Universale, Sibille e Profeti, ecc.), da Raffaello (Disputa del Sacramento, La Scuola di Atene, ecc.), da Giulio Romano (La morte di Procri), particolarmente interessanti il celebre Sogno di Raffaello e La Vittoria.
Il Bartsch e il Passavant catalogano 70 stampe mentre l’Huber solo 31; il D’Arco elenca 44 soggetti e i Lewis assegnano 63 soggetti certi.
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Giorgio GHISI detto "Il Mantovano" (Mantova 1520 - 1582)
Studiò disegno con Giulio Romano e incisione con Giambattista Mantovano, dal quale derivò lo schema incisorio di Marcantonio Raimondi. Salvo un breve soggiorno ad Anversa nel 1550, svolse la sua attività principalmente a Mantova. Studiò disegno con Giulio Romano e incisione con Giambattista Mantovano, dal quale derivò lo schema incisorio di Marcantonio Raimondi. Salvo un breve soggiorno ad Anversa nel 1550, svolse la sua attività principalmente a Mantova. La sua maniera si distingue per l'accurato, sottilissimo tratteggio, per l'intenso chiaroscuro e la raffinata applicazione, sulla lastra, delle tecniche orafe. Oltre alle numerose incisioni da Michelangelo (Giudizio Universale, Sibille e Profeti, ecc.), da Raffaello (Disputa del Sacramento, La Scuola di Atene, ecc.), da Giulio Romano (La morte di Procri), particolarmente interessanti il celebre Sogno di Raffaello e La Vittoria.
Il Bartsch e il Passavant catalogano 70 stampe mentre l’Huber solo 31; il D’Arco elenca 44 soggetti e i Lewis assegnano 63 soggetti certi.
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