Albert legato ad un albero
Riferimento: | S10401 |
Autore | Salvator ROSA |
Anno: | 1641 ca. |
Misure: | 252 x 343 mm |
625,00 €
Riferimento: | S10401 |
Autore | Salvator ROSA |
Anno: | 1641 ca. |
Misure: | 252 x 343 mm |
625,00 €
Descrizione
Acquaforte e puntasecca, 1641 circa, firmata in lastra in basso a sinistra.
Ottima prova, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, rifilata al rame, tracce di colla al verso, lievi restauri perfettamente eseguiti nella parte superiore, nel complesso in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
Bartsch 2, Rotili 91
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Salvator ROSA (Napoli 1615 - Roma 1673)
Analogamente al Testa, al Castiglione e al Della Bella, Salvator Rosa sentì l’incisione come il mezzo tecnico più adatto ad esprimere il suo linguaggio espressivo ed infatti, insieme agli artisti sopra citati, è da considerarsi un protagonista della storia dell’incisione italiana del '600. Esponente di una vasta cultura eclettica, i suoi molteplici interessi figurativi avevano come poli il classicismo carraccesco, il naturalismo del Ribera, la pittura romana contemporanea e il mondo antico.
Da quest’ultimo in particolare il Rosa sembra trarre spunto per le sue colte composizioni incise che, come già nel Testa, si ricollegano alle tematiche care alla filosofia stoica, glorificando le virtù con allegorie assai complesse e costruite. A questo aspetto va aggiunto anche l’interesse per il mondo esoterico che gli ispirò composizioni negromantiche in pitture.
La sua grande abilità tecnica e la padronanza del mezzo incisorio all’acquaforte hanno fatto sì che le stampe di Salvator Rosa venissero apprezzate sin dall’antichità, copiate e ricercate da collezionisti e mercanti.
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Bibliografia
Bartsch 2, Rotili 91
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Salvator ROSA (Napoli 1615 - Roma 1673)
Analogamente al Testa, al Castiglione e al Della Bella, Salvator Rosa sentì l’incisione come il mezzo tecnico più adatto ad esprimere il suo linguaggio espressivo ed infatti, insieme agli artisti sopra citati, è da considerarsi un protagonista della storia dell’incisione italiana del '600. Esponente di una vasta cultura eclettica, i suoi molteplici interessi figurativi avevano come poli il classicismo carraccesco, il naturalismo del Ribera, la pittura romana contemporanea e il mondo antico.
Da quest’ultimo in particolare il Rosa sembra trarre spunto per le sue colte composizioni incise che, come già nel Testa, si ricollegano alle tematiche care alla filosofia stoica, glorificando le virtù con allegorie assai complesse e costruite. A questo aspetto va aggiunto anche l’interesse per il mondo esoterico che gli ispirò composizioni negromantiche in pitture.
La sua grande abilità tecnica e la padronanza del mezzo incisorio all’acquaforte hanno fatto sì che le stampe di Salvator Rosa venissero apprezzate sin dall’antichità, copiate e ricercate da collezionisti e mercanti.
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