Il sogno d'Enea

Riferimento: S42685
Autore Salvator ROSA
Anno: 1663 ca.
Misure: 232 x 350 mm
1.800,00 €

Riferimento: S42685
Autore Salvator ROSA
Anno: 1663 ca.
Misure: 232 x 350 mm
1.800,00 €

Descrizione

Acquaforte, 1663-64 circa, firmata in lastra in basso a sinistra.

Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva con filigrana “agnello pasquale nel doppio cerchio” (Heawood n. 2838, Roma 1647), rifilata al rame, in eccellente stato di conservazione. 

“Il soggetto di questa incisione è ripreso da un brano dell'Eneide di Virgilio (canto VIII, vv. 26-34) e narra il sogno che fece Enea sulla riva del Tevere, quando, stanco dei preparativi della guerra contro i Latini, ebbe in sogno la visione del dio Tiberino che lo esortò a chiedere aiuto ad Evandro. Salvator Rosa elaborò vari disegni le due figure poste in primo piano, mentre eseguì, come era solito, il paesaggio dello sfondo direttamente sulla lastra. Collegata idealmente all’incisione con Giasone e il drago, il Sogno di Enea è stata datata dal Rotili tra la fine del 1663 e l'inizio del 1664 per motivi stilistici. Il Rosa ha eseguito poi una versione pittorica di queste due stampe, a differenza delle sue incisioni di più grande formato, come ad esempio la Caduta dei Giganti, per la quale non trovò mai un committente disposto a finanziargli il relativo dipinto. Gli elementi caratterizzanti di questa stampa sono sia la ambientazione notturna, determinata da una luminosità pacata, che accresce il senso del mistero onirico, sia le suggestioni del classicismo seicentesco romano, desunte in particolare dal Castiglione e dal Testa, ma rivissute con una serena partecipazione emotiva che prelude all'interpretazione romantica” (cfr. Stefania Massari, Tra mito e allegoria, immagini a stampa nel ‘500 e ‘600, p. 462).

Bellissimo esemplare in rara tiratura coeva di questo capolavoro di Salvator Rosa. 

Al verso timbro di collezione del pittore e incisore Friedrick Koch (1771-1832) – Lugt 1020 - più altro non descritto da Lugt.

Bibliografia

Bartsch, 1820, XX, n. 23; Le Blanc, 1858, III, p. 360, n. 108, Mahoney, 1977, I, p. 641, n. 74.1-5, Wallace, 1979, p. 307, n. 117; D'Amico, 1981, cat. n. 156. 24; Rotili, 1974, pp. 234, n. e fig. 108; Massari, Tra mito e allegoria, immagini a stampa nel ‘500 e ‘600, pp. 462-463, n.178.

Salvator ROSA (Napoli 1615 - Roma 1673)

Analogamente al Testa, al Castiglione e al Della Bella, Salvator Rosa sentì l’incisione come il mezzo tecnico più adatto ad esprimere il suo linguaggio espressivo ed infatti, insieme agli artisti sopra citati, è da considerarsi un protagonista della storia dell’incisione italiana del '600. Esponente di una vasta cultura eclettica, i suoi molteplici interessi figurativi avevano come poli il classicismo carraccesco, il naturalismo del Ribera, la pittura romana contemporanea e il mondo antico. Da quest’ultimo in particolare il Rosa sembra trarre spunto per le sue colte composizioni incise che, come già nel Testa, si ricollegano alle tematiche care alla filosofia stoica, glorificando le virtù con allegorie assai complesse e costruite. A questo aspetto va aggiunto anche l’interesse per il mondo esoterico che gli ispirò composizioni negromantiche in pitture. La sua grande abilità tecnica e la padronanza del mezzo incisorio all’acquaforte hanno fatto sì che le stampe di Salvator Rosa venissero apprezzate sin dall’antichità, copiate e ricercate da collezionisti e mercanti.

Salvator ROSA (Napoli 1615 - Roma 1673)

Analogamente al Testa, al Castiglione e al Della Bella, Salvator Rosa sentì l’incisione come il mezzo tecnico più adatto ad esprimere il suo linguaggio espressivo ed infatti, insieme agli artisti sopra citati, è da considerarsi un protagonista della storia dell’incisione italiana del '600. Esponente di una vasta cultura eclettica, i suoi molteplici interessi figurativi avevano come poli il classicismo carraccesco, il naturalismo del Ribera, la pittura romana contemporanea e il mondo antico. Da quest’ultimo in particolare il Rosa sembra trarre spunto per le sue colte composizioni incise che, come già nel Testa, si ricollegano alle tematiche care alla filosofia stoica, glorificando le virtù con allegorie assai complesse e costruite. A questo aspetto va aggiunto anche l’interesse per il mondo esoterico che gli ispirò composizioni negromantiche in pitture. La sua grande abilità tecnica e la padronanza del mezzo incisorio all’acquaforte hanno fatto sì che le stampe di Salvator Rosa venissero apprezzate sin dall’antichità, copiate e ricercate da collezionisti e mercanti.