San Guglielmo di Malavalle
Riferimento: | S24577 |
Autore | Salvator ROSA |
Anno: | 1661 ca. |
Misure: | 235 x 355 mm |
Riferimento: | S24577 |
Autore | Salvator ROSA |
Anno: | 1661 ca. |
Misure: | 235 x 355 mm |
Descrizione
Acquaforte e puntasecca, circa 1661, firmata in lastra in basso a destra.
Esemplare nel secondo stato di due. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana “giglio nel cerchio e grappolo d’uva” (databile alla seconda metà del XVII secolo), con un bel tono di lastra, ampi margini, in perfetto stato di conservazione.
San Guglielmo di Malavalle era un soldato immorale che in seguito intraprese la vita monastica. Noto anche come Guglielmo di Aquitania, fu un eremita e contemplativo, i cui insegnamenti, raccolti dal suo discepolo Alberto, che visse con lui il suo ultimo anno di vita, nel Consuetudines e Regula sancti Guillelmi, diedero origine all'Ordine di San Guglielmo. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Qui è raffigurato mentre fa penitenza in una valle boscosa in una regione di Siena conosciuta come Malavalle. Rosa presenta il santo come una figura penitente e solitaria, tesa in una posa scomoda e in silenziosa contemplazione di una croce. La solitudine della figura è accentuata dallo stile frastagliato con cui è resa la foresta, soprattutto attraverso le gradazioni estreme delle ombreggiature. Il tema del penitente contemplativo è comune nelle opere di Rosa, come si vede anche nell'Autoritratto del Metropolitan's Museum, dove l'artista si rappresenta come un penitente studioso.
Bibliografia
Bartsch / Le Peintre graveur (XX.268.1); Wallace 1979 / The Etchings of Salvator Rosa (99.II); Theodoli 99; Salamon 85.
Salvator ROSA (Napoli 1615 - Roma 1673)
Analogamente al Testa, al Castiglione e al Della Bella, Salvator Rosa sentì l’incisione come il mezzo tecnico più adatto ad esprimere il suo linguaggio espressivo ed infatti, insieme agli artisti sopra citati, è da considerarsi un protagonista della storia dell’incisione italiana del '600. Esponente di una vasta cultura eclettica, i suoi molteplici interessi figurativi avevano come poli il classicismo carraccesco, il naturalismo del Ribera, la pittura romana contemporanea e il mondo antico.
Da quest’ultimo in particolare il Rosa sembra trarre spunto per le sue colte composizioni incise che, come già nel Testa, si ricollegano alle tematiche care alla filosofia stoica, glorificando le virtù con allegorie assai complesse e costruite. A questo aspetto va aggiunto anche l’interesse per il mondo esoterico che gli ispirò composizioni negromantiche in pitture.
La sua grande abilità tecnica e la padronanza del mezzo incisorio all’acquaforte hanno fatto sì che le stampe di Salvator Rosa venissero apprezzate sin dall’antichità, copiate e ricercate da collezionisti e mercanti.
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Salvator ROSA (Napoli 1615 - Roma 1673)
Analogamente al Testa, al Castiglione e al Della Bella, Salvator Rosa sentì l’incisione come il mezzo tecnico più adatto ad esprimere il suo linguaggio espressivo ed infatti, insieme agli artisti sopra citati, è da considerarsi un protagonista della storia dell’incisione italiana del '600. Esponente di una vasta cultura eclettica, i suoi molteplici interessi figurativi avevano come poli il classicismo carraccesco, il naturalismo del Ribera, la pittura romana contemporanea e il mondo antico.
Da quest’ultimo in particolare il Rosa sembra trarre spunto per le sue colte composizioni incise che, come già nel Testa, si ricollegano alle tematiche care alla filosofia stoica, glorificando le virtù con allegorie assai complesse e costruite. A questo aspetto va aggiunto anche l’interesse per il mondo esoterico che gli ispirò composizioni negromantiche in pitture.
La sua grande abilità tecnica e la padronanza del mezzo incisorio all’acquaforte hanno fatto sì che le stampe di Salvator Rosa venissero apprezzate sin dall’antichità, copiate e ricercate da collezionisti e mercanti.
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