Famiglia di satiri
Riferimento: | S26718 |
Autore | Marco SAN MARTINO |
Anno: | 1680 ca. |
Misure: | 145 x 188 mm |
Riferimento: | S26718 |
Autore | Marco SAN MARTINO |
Anno: | 1680 ca. |
Misure: | 145 x 188 mm |
Descrizione
Acquaforte, priva di firma., circa 1640/80.
Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, con ampi margini, in perfetto stato di conservazione.
Marco Sanmartino o Sammartino o San Martino fu un pittore, probabilmente napoletano, vissuto nella seconda metà del XVII secolo, secondo il Bartsch attivo verso il 1680. Il Malvasia lo cita con il nome di Sanmarchi veneziano, quasi certamente per il soggiorno dell’artista nella città lagunare. Del Sanmartino pittore sono noti ed apprezzati soprattutto i paesaggi con piccole figure, elogiati per il loro rispetto alla veridicità dei luoghi, accortezza e cura nei dettagli. Queste qualità divengono, nell’opera grafica, un uso equilibrato del contrasto luminoso fra figure in primo piano e fondali con rocce, casolari e quinte arboree, secondo una tradizione figurativa che da Antonio Tempesta si era tramandata fino a Filippo Liagno.
L’attività incisoria del Sanmartino si colloca in un preciso rapporto storico, formale e stilistico con quella di Filippo Napoletano.
Ad oggi si sa relativamente poco della vita del pittore e incisore Marco San Martino, nato a Napoli o nei dintorni, e i ricercatori hanno finora prestato poca attenzione alla sua opera. Ciò è probabilmente dovuto, tra l'altro, al fatto che sono sopravvissute solo poche stampe di ciascuna delle sue incisioni e una manciata di dipinti. Inoltre, i numerosi viaggi intrapresi da San Martino attraverso l'Italia non consentono di assegnarlo a una scuola particolare, mentre il suo stile incisorio idiosincratico lo rende un po' strano. Una delle caratteristiche principali delle sue stampe è che erano evidentemente prodotte a grande velocità e non venivano quasi mai rielaborate, con la conseguenza che gli stati di stampa successivi possono essere verificati solo in casi estremamente rari. Inoltre, molte delle sue opere, indipendentemente dal fatto che mostrino scene sacre, mitologiche o di genere, presentano motivi di bestiame al pascolo o di contadini. Paolo Bellini sottolinea che l'artista era spesso molto ingegnoso nelle sue composizioni e che la sua opera, modesta e artisticamente non ortodossa, non era apparentemente intesa come un omaggio alle complesse pratiche artistiche del suo tempo, ma fu compilata semplicemente per il suo piacere.
Opera molto rara.
Esemplare della collezione F.H. (Lugt 3373).
Bibliografia
Bartsch, Le Peintre graveur, XXI, 16; Alba Costamagna, Incisori Napoletani del’600, p. 165; P. Bellini, TIB / The Illustrated Bartsch (4723.016).
Marco SAN MARTINO (Napoli 1615/25 - Venezia 1680/1700)
Pittore e autore di stampe italiano. Resta un pittore poco conosciuto, ma le sue acqueforti vivide e spontanee sono estremamente particolari e innovative. Dopo un periodo a Bologna si trasferì a Venezia dove divenne famoso come pittore di piccoli paesaggi con figure (non pervenuti). Erano molto apprezzate per il realismo e gli effetti di luce. Le sue acqueforti di piccole dimensioni, con soggetti sacri e mitologici, mostrano il realismo già apprezzato nei suoi paesaggi. I contrasti tra le figure scure in primo piano e la luce sullo sfondo, con rocce, abitazioni e alberi, derivano dalla tradizione che va da Antonio Tempesta a Filippo Napoletano.
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Marco SAN MARTINO (Napoli 1615/25 - Venezia 1680/1700)
Pittore e autore di stampe italiano. Resta un pittore poco conosciuto, ma le sue acqueforti vivide e spontanee sono estremamente particolari e innovative. Dopo un periodo a Bologna si trasferì a Venezia dove divenne famoso come pittore di piccoli paesaggi con figure (non pervenuti). Erano molto apprezzate per il realismo e gli effetti di luce. Le sue acqueforti di piccole dimensioni, con soggetti sacri e mitologici, mostrano il realismo già apprezzato nei suoi paesaggi. I contrasti tra le figure scure in primo piano e la luce sullo sfondo, con rocce, abitazioni e alberi, derivano dalla tradizione che va da Antonio Tempesta a Filippo Napoletano.
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