Ercole Farnese
Riferimento: | S36052 |
Autore | Orazio de SANTIS |
Anno: | 1584 ca. |
Misure: | 130 x 220 mm |
Riferimento: | S36052 |
Autore | Orazio de SANTIS |
Anno: | 1584 ca. |
Misure: | 130 x 220 mm |
Descrizione
L'Ercole Farnese è una scultura ellenistica in marmo alta 317 cm di Glicone di Atene databile al III secolo d.C. custodita nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Essa risulta essere una copia dell'originale bronzeo creato da Lisippo nel IV secolo a.C.
Incisione tratta dall’Antiquarum statuarum urbis Romae…Io. Baptista de Cavalleris authore, la prima raccolta sistematica di illustrazioni di sculture antiche conservate nelle collezioni romane, che si deve all’opera dell’incisore e disegnatore Giovanni Battista Cavalieri (1525 circa - 1601) nella seconda metà del XVI secolo.
All'intaglio delle lastre contribuirono anche Orazio de Santis e Cherubino Alberti.
Il repertorio, punto di riferimento per gli studi antiquari, conobbe grande diffusione e contribuì ad orientare l'interesse degli studiosi dell'epoca verso la statuaria antica.
Il numero delle tavole, circa 50 nelle prime edizioni (databili circa al 1561/62) venne ampliato successivamente; prima del 1584 furono pubblicati i libri I e II con 100 incisioni numerate di sculture, organizzate per collezioni di appartenenza. Nel 1594 videro la luce il III e IV volume dell’opera, in cui comparvero altre 100 nuove tavole, stavolta ordinate in base all’iconografia dei soggetti. Le sculture sono raffigurate su sfondi neutri, privi di riferimenti architettonici.
L’opera, con il titolo Antiquarum statuarum Urbis Romae primus, senza data, venne dedicata prima a Ottone Truchsess von Walburg – prima in qualità di diacono di S. Maria in Trastevere (1561/62) e poi di cardinale di Albano (1562/70). In seguito, con il titolo Antiquarum statuarum Urbis Romae primus et secundus liber il frontespizio reca la dedica al cardinale Ludovico Madruzzo, ed è databile al 1584/85.
Nel 1594, con il titolo Antiquarum Statuarum Urbis Romae tertius et quartus liber, escono cento nuove tavole con dedica al cardinale G. Paluzzi degli Albertoni, del giugno 1593. Si tenga presente che, mentre nei primi due libri le statue erano pubblicate secondo le collezioni, nel terzo e quarto sono raggruppate per soggetto. La raccolta contiene, oltre alle incisioni di Giovanni Battista Cavalieri alcune tavole firmate da Cherubino Alberti, Orazio de Santis e altri famosi incisori dell’epoca.
Bulino, stampato su carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
Thomas Ashby, Antiquae Statuae urbis Romae, in Papers of the British School at Rome, IX (1920), pp. 109-158.
Orazio de SANTIS (Attivo a Roma 1568/84)
Nativo de L'Aquila, fra il 1568 e il 1584 è attivo a Roma come incisore a bulino ed editore; contrassegnò le incisioni anche con il monogramma formato dalle lettere H. R. S. De Santis eseguì le sue incisioni da Pomepo Cesura, anche lui probabilmente all'Aquila (donde il soprannome di Pompeo dall'Aquila, o Pompeo Aquilano) negli anni dal 1568 al 1573. De Santis non solo divulgò ma perpetuò le opere del Cesura fu il suo concittadino Orazio de Sanctis; giacche, grazie a lui, possiamo ora conoscere varie opere del Cesura, oggi non più esistenti.
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Orazio de SANTIS (Attivo a Roma 1568/84)
Nativo de L'Aquila, fra il 1568 e il 1584 è attivo a Roma come incisore a bulino ed editore; contrassegnò le incisioni anche con il monogramma formato dalle lettere H. R. S. De Santis eseguì le sue incisioni da Pomepo Cesura, anche lui probabilmente all'Aquila (donde il soprannome di Pompeo dall'Aquila, o Pompeo Aquilano) negli anni dal 1568 al 1573. De Santis non solo divulgò ma perpetuò le opere del Cesura fu il suo concittadino Orazio de Sanctis; giacche, grazie a lui, possiamo ora conoscere varie opere del Cesura, oggi non più esistenti.
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