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Riferimento: | S48469 |
Autore | Cornelis BOS |
Anno: | 1560 ca. |
Misure: | 195 x 345 mm |
Riferimento: | S48469 |
Autore | Cornelis BOS |
Anno: | 1560 ca. |
Misure: | 195 x 345 mm |
Bulino, circa 1560, priva di firma ed indicazioni editoriali.
Raffigura la statua conservata oggi al Museo Nazionale di Napoli, che rappresenta un guerriero che trasporta il corpo di un bambino. Il soggetto viene alle volte identificato con Neoptolemos con il corpo di Atyamax o anche come Commodo Gladiatore.
Questo ultimo titolo gli viene forse assegnato in base agli inventari della tipografia Lafreri: 1581a (Stefano Duchet, “Un Gladiatore, foglio”, Ehrle 1908, p. 44, r. 22); 1581b (“Il cladiatore con la comodo di beluedere”; Pagani 2008a, p. 15, r. 25); 1584 (“Comodo con la victoria”; Lincoln 2000, p. 185). L’attribuzione dell’incisione a Cornelis Bos viene da evidenti motivi stilistici.
Rinvenuta nel 1552 presso le Terme di Caracalla, la scultura, in marmo del II sec. d.C., fu acquistata dai Farnese, che la conservarono a Roma nel loro palazzo. La statua venne collocata sotto le arcate di destra del palazzo insieme al Gladiatore Farnese per «Alludere alle vittorie eroiche che Paolo III aveva sempre cercato di attribuire alla propria genealogia». La statua rimase nel palazzo sino al 1787, quando tutta la raccolta farnesiana fu trasferita a Napoli per confluire nella collezione di Carlo di Borbone. Della statua esistono numerose incisioni di autori ed editori diversi. Per i tipi di Lafréry incisero le stampe Cornelis Cort e Jacob Bos. Ma il soggetto, di grande successo, fu proposto anche dalle botteghe di Thomassin, Van Aelst, Vaccari, sino alle repliche del De Rossi.
Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, con sottili margini, in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
Bierens de Haan 1948, p. 155, n. 150 copy B; C. Hülsen, 1921, p. 165, 111; C. Witcombe, 2008, pp. 261, 274; cf. Sellink, Leeflang, The New Hollstein, 2000, III, p. 139, n. 214.
Cornelis BOS (1506/10 ca. — dopo il 1555)
Cornelis [Willem] Bos è stato un incisore fiammingo, mercante di stampe ed editore di libri, attraverso le cui riproduzioni di dipinti e di sculture romane antiche (come il Laocoonte), opere classiche entrarono nel repertorio degli artisti nordici. Il suo lavoro è spesso firmato con il monogramma C-B. Cornelis è nato a Hertogenbosch, da cui deriva il suo cognome Bos, ma si trasferì poi ad Anversa, dove divenne membro della Gilda di San Luca, una delle più prestigiose associazioni di artisti ed artigiani. Fino al 1544 Bos ha lavorato ad Anversa come incisore per le illustrazioni di libri. Sono state identificate come sue prime incisioni (1537) la riproduzione de La Prudenza e La Giustizia di Maarten van Heemskerck, e di un’opera di Agostino Veneziano.Le sue incisioni, copiate da edizioni italiane, servirono come illustrazioni per un breve riassunto in lingua olandese del trattato di architettura di Vitruvio e per una traduzione olandese del libro IV del trattato di architettura Sebastiano Serlio, entrambi pubblicati da Pieter Coecke van Aelst. Le sue riproduzioni di incisioni di Marcantonio Raimondi, non provano che egli abbia mai fatto un viaggio a Roma. Nell'estate del 1544 Bos fu costretto a fuggire da Anversa per la sua partecipazione ad una setta spiritualista .antisacerdotale Sembra che si recò a Parigi, dove un lavoro anatomico pubblicato da Jérôme de Gourmont nel 1545, ripete il testo già utilizzato da Cornelis Bos e addirittura fa uso dei suoi blocchi di legno. Tra il 1546 e il 1548, dal suo rifugio sicuro a Norimberga, Cornelis Bos pubblicò più di un centinaio di incisioni di motivi ornamentali e grottesche. Bos ha anche prodotto incisioni di soggetti religiosi e allegorici, spesso dipendono per la loro composizione dai “Kleinmeister” di Norimberga, con molti paralleli nella produzione di Virgilio Solis. Si trasferì a Groningen, dove gli fu concessa la cittadinanza nel 1550. Morì qualche anno dopo, come si evince da un documento del 7 Maggio 1555 che si riferisce a lui come defunto.
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Cornelis BOS (1506/10 ca. — dopo il 1555)
Cornelis [Willem] Bos è stato un incisore fiammingo, mercante di stampe ed editore di libri, attraverso le cui riproduzioni di dipinti e di sculture romane antiche (come il Laocoonte), opere classiche entrarono nel repertorio degli artisti nordici. Il suo lavoro è spesso firmato con il monogramma C-B. Cornelis è nato a Hertogenbosch, da cui deriva il suo cognome Bos, ma si trasferì poi ad Anversa, dove divenne membro della Gilda di San Luca, una delle più prestigiose associazioni di artisti ed artigiani. Fino al 1544 Bos ha lavorato ad Anversa come incisore per le illustrazioni di libri. Sono state identificate come sue prime incisioni (1537) la riproduzione de La Prudenza e La Giustizia di Maarten van Heemskerck, e di un’opera di Agostino Veneziano.Le sue incisioni, copiate da edizioni italiane, servirono come illustrazioni per un breve riassunto in lingua olandese del trattato di architettura di Vitruvio e per una traduzione olandese del libro IV del trattato di architettura Sebastiano Serlio, entrambi pubblicati da Pieter Coecke van Aelst. Le sue riproduzioni di incisioni di Marcantonio Raimondi, non provano che egli abbia mai fatto un viaggio a Roma. Nell'estate del 1544 Bos fu costretto a fuggire da Anversa per la sua partecipazione ad una setta spiritualista .antisacerdotale Sembra che si recò a Parigi, dove un lavoro anatomico pubblicato da Jérôme de Gourmont nel 1545, ripete il testo già utilizzato da Cornelis Bos e addirittura fa uso dei suoi blocchi di legno. Tra il 1546 e il 1548, dal suo rifugio sicuro a Norimberga, Cornelis Bos pubblicò più di un centinaio di incisioni di motivi ornamentali e grottesche. Bos ha anche prodotto incisioni di soggetti religiosi e allegorici, spesso dipendono per la loro composizione dai “Kleinmeister” di Norimberga, con molti paralleli nella produzione di Virgilio Solis. Si trasferì a Groningen, dove gli fu concessa la cittadinanza nel 1550. Morì qualche anno dopo, come si evince da un documento del 7 Maggio 1555 che si riferisce a lui come defunto.
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