Ritratto di Papa Giulio III
Riferimento: | S30496 |
Autore | Nicolas Beatrizet detto BEATRICETTO |
Anno: | 1550 ca. |
Misure: | 217 x 300 mm |
Riferimento: | S30496 |
Autore | Nicolas Beatrizet detto BEATRICETTO |
Anno: | 1550 ca. |
Misure: | 217 x 300 mm |
Descrizione
Bulino, circa 1550/55, firmato in lastra in basso a destra l’excudit di Antonio Salamanca: ANT. SAL. EXC.
Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione.
Ritratto di papa Giulio III (1550-1555), con tiara papale, contenuto entro elaborata cornice ovale. L'opera non è descritta da Bartsch ed è attribuibile per motivi stilistici alla mano del Beatricetto.
“Opera assegnata dal cat. di vendita Bassenge 73, 1999, 14, 5223; Idem 75, 2000, 11, 5016. Non è noto il prototipo da cui è derivata questa incisione. Passavant (1864, VI, 101, 87) e Nagler (I, 689, 1563/1) assegnano l'opera al Maestro del Dado, facendo un generico riferimento alla presenza di una sigla della quale non abbiamo trovato riscontro. Per motivi stilistici e cronologici (il pontificato di Giulio III si svolse tra il 1550 e il 1555) sembra più verosimile una attribuzione al Beatrizet. Copia della cornice di questo ritratto è stata utilizzata per un Ritratto di Gregorio XIII, mm. 290x215, Roma 1572, editore Palombi. Roma” (cfr. Bianchi, IV, p. 6).
Al verso, timbro di collezione Thomas Jefferson Coolidge jr (Lugt 1429).
Molto rara.
Bibliografia
Silvia Bianchi, Catalogo dell’opera incisa di Nicola Beatrizet, in “Grafica d’Arte”, nn. 54-57, IV, p. 6, D17; Passavant (1864), VI, 101, 87.
Nicolas Beatrizet detto BEATRICETTO Thionville 1515 circa - Roma 1565
Nicola o Niccolò Beatricetto o Beatrice o Beatici o Beatricius o Nicolas Beatrizet Lotharingus secondo il nome originale dell’incisore nativo nel 1515 c. in Francia a Thionville nella Lorena di cui inciderà la pianta nel 1557-58. Disegnatore e bulinista, Nicola è a Roma dal 1540, o già dal 1532 come supposto dal Gori Gandellini, dove frequenta la scuola di Marcantonio e Agostino Veneziano. Il Beatricetto si dimostra subito abile nel giusto equilibrio delle linee e dei punti e nella resa delle ombre e dei mezzi toni, tanto da divenire il capo degli incisori stranieri e dei vedutisti romani. Influenzato da Agostino Veneziano e da Giorgio Ghisi, il Beatricetto sceglie i suoi modelli in Raffaello e Michelangelo. Dal 1540 il lorenese lavora per Salamanca e dal 1541 fino al 1550 per Tommaso Barlacchi e dal 1548 per Antonio Lafrery che inserirà molte sue incisioni nello Speculum. Incisore di riproduzione per eccellenza, il lorenese traduce opere di Girolamo Muziano, oltre che di artisti minori, con scene sacre e mitologiche, architetture e palazzi secondo il gusto dell’epoca. Il Beatricetto muore a Roma nel 1565. Gli stati del secondo Cinquecento recano i nomi di Claude Duchet ed eredi, Paolo Graziani, Pietro dè Nobili; nel Seicento quelli di Giovanni Orlandi, Philipp Thomassin, Gio. Giacomo dè Rossi “alla pace” e Giovan battista dè Rossi “a piazza Navona”; nel settecento il nome di Carlo Losi. Il Bartsch attribuisce al lorenese 108 stampe; 114 il Robert-Dumesnil, il Passavant 120.
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Nicolas Beatrizet detto BEATRICETTO Thionville 1515 circa - Roma 1565
Nicola o Niccolò Beatricetto o Beatrice o Beatici o Beatricius o Nicolas Beatrizet Lotharingus secondo il nome originale dell’incisore nativo nel 1515 c. in Francia a Thionville nella Lorena di cui inciderà la pianta nel 1557-58. Disegnatore e bulinista, Nicola è a Roma dal 1540, o già dal 1532 come supposto dal Gori Gandellini, dove frequenta la scuola di Marcantonio e Agostino Veneziano. Il Beatricetto si dimostra subito abile nel giusto equilibrio delle linee e dei punti e nella resa delle ombre e dei mezzi toni, tanto da divenire il capo degli incisori stranieri e dei vedutisti romani. Influenzato da Agostino Veneziano e da Giorgio Ghisi, il Beatricetto sceglie i suoi modelli in Raffaello e Michelangelo. Dal 1540 il lorenese lavora per Salamanca e dal 1541 fino al 1550 per Tommaso Barlacchi e dal 1548 per Antonio Lafrery che inserirà molte sue incisioni nello Speculum. Incisore di riproduzione per eccellenza, il lorenese traduce opere di Girolamo Muziano, oltre che di artisti minori, con scene sacre e mitologiche, architetture e palazzi secondo il gusto dell’epoca. Il Beatricetto muore a Roma nel 1565. Gli stati del secondo Cinquecento recano i nomi di Claude Duchet ed eredi, Paolo Graziani, Pietro dè Nobili; nel Seicento quelli di Giovanni Orlandi, Philipp Thomassin, Gio. Giacomo dè Rossi “alla pace” e Giovan battista dè Rossi “a piazza Navona”; nel settecento il nome di Carlo Losi. Il Bartsch attribuisce al lorenese 108 stampe; 114 il Robert-Dumesnil, il Passavant 120.
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