L’Ascensione di Cristo
Riferimento: | S32762 |
Autore | Nicolas Beatrizet detto BEATRICETTO |
Anno: | 1541 |
Misure: | 310 x 284 mm |
Riferimento: | S32762 |
Autore | Nicolas Beatrizet detto BEATRICETTO |
Anno: | 1541 |
Misure: | 310 x 284 mm |
Descrizione
Bulino, 1541, datato in lastra in basso a destra 'TOMASIUS BARLACHIS / 1541', e firmato a sinistra, con il monogramma NB.F, sotto l’iscrizione 'RA.VR. / INVENT.
Da un soggetto di Raffaello.
Esemplare nel primo stato di tre, con il monogramma dell’incisore NB.F e avanti l’indirizzo di Lafrery.
Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva, rifilata la rame, minime peghe di carta visibili al cerso, per il resto in ottimo stato di conservazione.
La scena deriva da un disegno di Raffaello per uno degli Arazzi della Scuola Nuova, con scene della Vita di Gesù, disegnate per le Stanze del Concistoro.
Opera rara in questa qualità di tiratura.
Bibliografia
Bartsch XV.250.21; Passavant, II, p. 257; Zani, II, IX, p. 148; S. Bianchi, 'Catalogo dell'opera incisa di Nicola Beatrizet,' Grafica d'arte 14 (2003) 54, pp. 3-12; S. Massari, Raphael Invenit, p. 142, IX.
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Nicolas Beatrizet detto BEATRICETTO Thionville 1515 circa - Roma 1565
Nicola o Niccolò Beatricetto o Beatrice o Beatici o Beatricius o Nicolas Beatrizet Lotharingus secondo il nome originale dell’incisore nativo nel 1515 c. in Francia a Thionville nella Lorena di cui inciderà la pianta nel 1557-58. Disegnatore e bulinista, Nicola è a Roma dal 1540, o già dal 1532 come supposto dal Gori Gandellini, dove frequenta la scuola di Marcantonio e Agostino Veneziano. Il Beatricetto si dimostra subito abile nel giusto equilibrio delle linee e dei punti e nella resa delle ombre e dei mezzi toni, tanto da divenire il capo degli incisori stranieri e dei vedutisti romani. Influenzato da Agostino Veneziano e da Giorgio Ghisi, il Beatricetto sceglie i suoi modelli in Raffaello e Michelangelo. Dal 1540 il lorenese lavora per Salamanca e dal 1541 fino al 1550 per Tommaso Barlacchi e dal 1548 per Antonio Lafrery che inserirà molte sue incisioni nello Speculum. Incisore di riproduzione per eccellenza, il lorenese traduce opere di Girolamo Muziano, oltre che di artisti minori, con scene sacre e mitologiche, architetture e palazzi secondo il gusto dell’epoca. Il Beatricetto muore a Roma nel 1565. Gli stati del secondo Cinquecento recano i nomi di Claude Duchet ed eredi, Paolo Graziani, Pietro dè Nobili; nel Seicento quelli di Giovanni Orlandi, Philipp Thomassin, Gio. Giacomo dè Rossi “alla pace” e Giovan battista dè Rossi “a piazza Navona”; nel settecento il nome di Carlo Losi. Il Bartsch attribuisce al lorenese 108 stampe; 114 il Robert-Dumesnil, il Passavant 120.
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Bibliografia
Bartsch XV.250.21; Passavant, II, p. 257; Zani, II, IX, p. 148; S. Bianchi, 'Catalogo dell'opera incisa di Nicola Beatrizet,' Grafica d'arte 14 (2003) 54, pp. 3-12; S. Massari, Raphael Invenit, p. 142, IX.
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Nicolas Beatrizet detto BEATRICETTO Thionville 1515 circa - Roma 1565
Nicola o Niccolò Beatricetto o Beatrice o Beatici o Beatricius o Nicolas Beatrizet Lotharingus secondo il nome originale dell’incisore nativo nel 1515 c. in Francia a Thionville nella Lorena di cui inciderà la pianta nel 1557-58. Disegnatore e bulinista, Nicola è a Roma dal 1540, o già dal 1532 come supposto dal Gori Gandellini, dove frequenta la scuola di Marcantonio e Agostino Veneziano. Il Beatricetto si dimostra subito abile nel giusto equilibrio delle linee e dei punti e nella resa delle ombre e dei mezzi toni, tanto da divenire il capo degli incisori stranieri e dei vedutisti romani. Influenzato da Agostino Veneziano e da Giorgio Ghisi, il Beatricetto sceglie i suoi modelli in Raffaello e Michelangelo. Dal 1540 il lorenese lavora per Salamanca e dal 1541 fino al 1550 per Tommaso Barlacchi e dal 1548 per Antonio Lafrery che inserirà molte sue incisioni nello Speculum. Incisore di riproduzione per eccellenza, il lorenese traduce opere di Girolamo Muziano, oltre che di artisti minori, con scene sacre e mitologiche, architetture e palazzi secondo il gusto dell’epoca. Il Beatricetto muore a Roma nel 1565. Gli stati del secondo Cinquecento recano i nomi di Claude Duchet ed eredi, Paolo Graziani, Pietro dè Nobili; nel Seicento quelli di Giovanni Orlandi, Philipp Thomassin, Gio. Giacomo dè Rossi “alla pace” e Giovan battista dè Rossi “a piazza Navona”; nel settecento il nome di Carlo Losi. Il Bartsch attribuisce al lorenese 108 stampe; 114 il Robert-Dumesnil, il Passavant 120.
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