Callisto e Diana

Riferimento: S35336
Autore Carlo CESIO
Anno: 1657
Misure: 150 x 100 mm
125,00 €

Riferimento: S35336
Autore Carlo CESIO
Anno: 1657
Misure: 150 x 100 mm
125,00 €

Descrizione

Carlo CESIO (Antrodoco 1626 - Rieti 1687)

Pittore e incisore italiano. Dopo la sua educazione a Rieti, alla fine degli anni ’40 del 1600, si trasferì a Roma dove divenne apprendista di Pietro da Cortona il quale lo presentò a molti mecenati, compresa la Regina Cristina di Svezia e il Cardinal Decio Azzolini. Inoltre, il maestro sostenne la candidatura dell’allievo per l’ammissione alla Accademia di S. Luca nel 1651. Nel 1657 Cesi prese parte alla decorazione della Galleria di Alessandro VII nel Palazzo Quirinale, realizzando il Giudizio di Salomone (in situ). L’affresco mostra come egli non avesse completamente metabolizzato lo stile Barocco, nell’insieme di figure non realmente uniformi. Nel 1657 Cesi pubblicò una serie di stampe sugli affreschi di Annibale Carracci alla Galleria Farnese. La serie, nello stile delle decorazioni di Pietro da Cortona per la Galleria Pamphili, venne pubblicata nel 1661. La fama di queste acqueforti, delle quali Cesi non realizzò una controprova, si deve alla loro fedeltà agli originali; furono molto apprezzate nonostante la freddezza che spesso questa fedeltà comportava. Intorno al 1660 Cesi dipinse rispettivamente lo Sposalizio di Santa Caterina e la Sacra Famiglia per le cappelle di famiglia a S. Maria Maggiore e S. Maria della Pace, a Roma. Lavorò a Rieti nel 1673/4 e si ritirò nel 1679. Il periodo tra il 1672 e il 1675 fu il più intenso all’interno dell’Accademia di S. Luca, per la quale fu Principe nel 1675. Cesi dedicò molto tempo e impegno all’insegnamento, come testimonia il libro Cognizione dei muscoli (Roma, 1679).

Carlo CESIO (Antrodoco 1626 - Rieti 1687)

Pittore e incisore italiano. Dopo la sua educazione a Rieti, alla fine degli anni ’40 del 1600, si trasferì a Roma dove divenne apprendista di Pietro da Cortona il quale lo presentò a molti mecenati, compresa la Regina Cristina di Svezia e il Cardinal Decio Azzolini. Inoltre, il maestro sostenne la candidatura dell’allievo per l’ammissione alla Accademia di S. Luca nel 1651. Nel 1657 Cesi prese parte alla decorazione della Galleria di Alessandro VII nel Palazzo Quirinale, realizzando il Giudizio di Salomone (in situ). L’affresco mostra come egli non avesse completamente metabolizzato lo stile Barocco, nell’insieme di figure non realmente uniformi. Nel 1657 Cesi pubblicò una serie di stampe sugli affreschi di Annibale Carracci alla Galleria Farnese. La serie, nello stile delle decorazioni di Pietro da Cortona per la Galleria Pamphili, venne pubblicata nel 1661. La fama di queste acqueforti, delle quali Cesi non realizzò una controprova, si deve alla loro fedeltà agli originali; furono molto apprezzate nonostante la freddezza che spesso questa fedeltà comportava. Intorno al 1660 Cesi dipinse rispettivamente lo Sposalizio di Santa Caterina e la Sacra Famiglia per le cappelle di famiglia a S. Maria Maggiore e S. Maria della Pace, a Roma. Lavorò a Rieti nel 1673/4 e si ritirò nel 1679. Il periodo tra il 1672 e il 1675 fu il più intenso all’interno dell’Accademia di S. Luca, per la quale fu Principe nel 1675. Cesi dedicò molto tempo e impegno all’insegnamento, come testimonia il libro Cognizione dei muscoli (Roma, 1679).