Vedute di giardini
Riferimento: | S17104 |
Autore | Giovanni MAGGI |
Anno: | 1601 |
Misure: | 223 x 150 mm |
Riferimento: | S17104 |
Autore | Giovanni MAGGI |
Anno: | 1601 |
Misure: | 223 x 150 mm |
Descrizione
Suite di 8 incisioni all’acquaforte, 1601, firmate e datate in lastra in basso.
Esemplari di probabile secondo stato con l’indirizzo di Mattheus Greuter aggiunto in basso "M. Greuter exc. 1623".
Bellissime prove, impresse su carta vergata coeva con filigrana “cerchio con tre monti” (simile a Briquet 11933 e presente in quattro incisioni), rifilate al rame, in ottimo stato di conservazione.
La suite dei giardini del Maggi unisce elementi di fantasia a particolari architettonici esistenti in Roma, quali la Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, Villa Medici e i Giardini del Quirinale.
Disegnatore ed incisore romano, è autore della Bichierografia, una raccolta di 1600 disegni per vetri realizzata nel 1604 e dedicata al Cardinale Francesco Maria del Monte. Nel 1609 concluse un accordo di lavoro con l’editore Giovanni Orlandi, realizzando molte incisioni di chiese. Le sue lastre sono citate nell’elenco di vendita del Vaccari del 1614.
Importante la sua opera di incisore di paesaggi e antichità, come la serie: Libro di tutte le guglie, (1600) e Ornamenti delle fabbriche antiche e moderne dell’alma città di Rome,1600. Il Gandellini riporta sull'autore le seguenti parole: "romano, pittore di paesi fu buon disegnatore, e buon prospettivista, ed intagliò ad acquaforte molte vedute ben intese, e con buon gusto formate; molte facciate di chiese di Roma. Fece anche una prospettiva grandissima di Roma ricavata, e disegnata in piano, con tutte le strade, piazze, chiese, palazzi, e case private, la qual'opera non potendo quel pover'uomo finire per mancanza di denaro, ne ridurre a quella perfezione, a cui l'avrebbe ridotta , se avesse avuto commodo, fu poscia intagliata in legno da Paolo Maupin. Intagliò insieme con Domenico Barriera diverse fontane di Roma, di Tivoli, e di Frascati. Disegnò le nove chiese, che si visitano per l'Indulgenza, colla chiesa di S. Maria del Popolo, e loro Altari Privilegiati; ma da altri furono a bulino intagliate. Il Maggi fu uomo allegro, e faceto, mentre inventava, e raccontava le più bizzarre cose del Mondo, e fuor di modo ridicole, ed ebbe la vena nella poesia burlesca. Morì a Roma sopra i 50 anni, ed operava nell'anno 1609".
Opere non descritte nella letteratura.
Bibliografia
Opere non citate nei repertori consultati.
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Nato intorno al 1566, probabilmente a Roma, è ricordato da Giovanni Baglione come "dipintore, et intagliatore all'acqua forte", "virtuoso in diverse materie; et intendente anche d'architettura" con una "vena di Poesia in cose burlesche". Non si conosce nulla della sua formazione artistica, maturata durante il pontificato di Sisto V (1585-90) forse a contatto con un intagliatore straniero, e assai scarse sono anche le notizie relative alla biografia.
Dai documenti conservati presso l'Archivio dell'Accademia dei Virtuosi al Pantheon, risulta inoltre che il 9 genn. 1611 il M. fu ammesso, in qualità di pittore e su presentazione di Durante Alberti, alla Congregazione di S. Giuseppe, a riprova del pieno riconoscimento del suo status di artista. La sua produzione di incisioni, mostra la predilezione per le vedute urbane e le rappresentazioni architettoniche: 1608 Edifizi antichi e moderni di Roma e la Facciata di S. Pietro; la veduta dell'interno di S. Pietro con la canonizzazione di Carlo Borromeo; i disegni per le trenta Stampe colle pitture e statue degli altari di diverse chiese di Roma e per la grande pianta prospettica di Roma, intagliate da Matteo Greuter e stampate da Paolo Maupin. Ma il Maggi, a testimonianza del suo temperamento eclettico, fu anche autore di un'opera assai singolare: si tratta di una raccolta di tavole suddivisa in 4 volumi con la rappresentazione di numerose fogge di bicchieri caratterizzati da stili compositi, forme insolite e stravaganti, con infinite variazioni sul tema. Intorno all'inizio del terzo decennio del secolo, forse mentre lavorava ancora alla grande pianta della città, il Maggi morì, a Roma, in ristrettezze economiche, "con poca comodità, sopra il corso de gli anni cinquanta" (Baglione, p. 394).
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Bibliografia
Opere non citate nei repertori consultati.
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Nato intorno al 1566, probabilmente a Roma, è ricordato da Giovanni Baglione come "dipintore, et intagliatore all'acqua forte", "virtuoso in diverse materie; et intendente anche d'architettura" con una "vena di Poesia in cose burlesche". Non si conosce nulla della sua formazione artistica, maturata durante il pontificato di Sisto V (1585-90) forse a contatto con un intagliatore straniero, e assai scarse sono anche le notizie relative alla biografia.
Dai documenti conservati presso l'Archivio dell'Accademia dei Virtuosi al Pantheon, risulta inoltre che il 9 genn. 1611 il M. fu ammesso, in qualità di pittore e su presentazione di Durante Alberti, alla Congregazione di S. Giuseppe, a riprova del pieno riconoscimento del suo status di artista. La sua produzione di incisioni, mostra la predilezione per le vedute urbane e le rappresentazioni architettoniche: 1608 Edifizi antichi e moderni di Roma e la Facciata di S. Pietro; la veduta dell'interno di S. Pietro con la canonizzazione di Carlo Borromeo; i disegni per le trenta Stampe colle pitture e statue degli altari di diverse chiese di Roma e per la grande pianta prospettica di Roma, intagliate da Matteo Greuter e stampate da Paolo Maupin. Ma il Maggi, a testimonianza del suo temperamento eclettico, fu anche autore di un'opera assai singolare: si tratta di una raccolta di tavole suddivisa in 4 volumi con la rappresentazione di numerose fogge di bicchieri caratterizzati da stili compositi, forme insolite e stravaganti, con infinite variazioni sul tema. Intorno all'inizio del terzo decennio del secolo, forse mentre lavorava ancora alla grande pianta della città, il Maggi morì, a Roma, in ristrettezze economiche, "con poca comodità, sopra il corso de gli anni cinquanta" (Baglione, p. 394).
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