Apollo e Marsia e il giudizio di re Mida
Riferimento: | S39059 |
Autore | Melchior MEIER |
Anno: | 1581 |
Misure: | 312 x 227 mm |
Riferimento: | S39059 |
Autore | Melchior MEIER |
Anno: | 1581 |
Misure: | 312 x 227 mm |
Descrizione
Bulino, 1581, firmato e datato nella tavoletta in alto a sinistra: FRANC.[ISCO] MED[ICEO]/MA. [GNO] ETRVR. [IAE] D.[UCI] II. P.[ATRONO] B.[ENE] M.[ERENTI]/ 15. D[e]D[ICAVIT] 81./ M. M.
Magnifica prova, ricca di toni e ben contrastata, impressa su carta vergata coeva, con filigrana “cerchio con aquila, sormontato da corona”, rifilata al rame, in ottimo stato di conservazione.
La dedica è a Francesco de’ Medici (1541 – 1587), II Granduca di Toscana, figlio di Cosimo I ed Eleonora di Toledo.
In questa incisione, si trovano combinati insieme due contese musicali: quella tra Apollo e Marsia e tra Apollo e Pan. Le fonti classiche narrano, infatti, che il satiro Marsia diventato molto abile nel suonare il flauto, osò sfidare Apollo, dio della musica, certo di poterlo battere. Il dio accettò e chiamò le Muse a giudicare la contesa. Naturalmente ne uscì vincitore e punì il satiro in maniera atroce legandolo ad un albero e scuoiandolo vivo. Nella scena appare anche re Mida chiamato, secondo le fonti a giudicare un’altra contesa musicale, quella tra Apollo e Pan e punito dal dio con delle orecchie asinine per aver ingenuamente dato la vittoria al satiro, che è raffigurato in piedi alle spalle del re. Nelle fonti iconografiche, contrariamente a quelle letterarie, la figura di Mida e quella di Marsia sono frequentemente associate.
L’accuratezza anatomica delle figure rispecchia in pieno il gusto tardo cinquecentesco e rivela la competenza dell’incisore rispetto alla materia.
La figura di Apollo s’ispira chiaramente alla celebre statua di Apollo del Belvedere (Musei Vaticani) per quanto, probabilmente per la sensibilità nordica dell’autore, non viene mantenuta la bellezza della posa e dei drappeggi. In accordo al gusto tardo cinquecentesco, la figura di Apollo è molto più muscolosa rispetto al modello.
Inoltre, a causa del loro destino condiviso, Marsia era collegato iconograficamente all'apostolo San Bartolomeo, immortalato nel Giudizio Universale della Cappella Sistina di Michelangelo. Forse più rilevante, tuttavia, lo scuoiamento divenne di nuovo attuale nel 1571, quando il comandante veneziano Marcantonio Bragadin, difensore di Cipro, fu scorticato vivo dai Turchi. Nel 1580 la pelle del comandante fu rubata da Costantinopoli e restituita a Venezia. Con gruppi figurativi disparati, la stampa di Meier del 1581 allude al conflitto in corso.
Poco è noto della biografia di Melchior Meier, se non che dalla Germania si spostò a Firenze. Ci sono giunte circa dieci incisioni, di cui alcune da dipinti di Tiziano e altre con ritratti dei Medici. Nel 1581 dedicò a Francesco I, duca di Firenze, un’incisione a bulino raffigurante Apollo e Marsia. Si presume che il bulino sia stato utilizzato come modello sia per un dipinto ora ad Arezzo, sia per questa incisione all’acquaforte.
Probabilmente nella scelta del soggetto del bulino per Francesco I si deve cogliere un elogio al duca quale Apollo della scena artistica fiorentina.
Del resto, soggetti quali la punizione di Marsia e il martirio di S. Sebastiano diventano molto popolari dopo la pubblicazione dell’opera di Vesalio (1543), in quanto forniscono agli artisti la possibilità di unire le loro conoscenze anatomiche con la rappresentazione di soggetti classici.
Bibliografia
Bartsch, XVI.246; Barryte, pp. 332 -333 n. 27; The Simple Art, n. 31, pp. 56-57; Nagler, IV, p. 562, no.1802; Hollstein 7.
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Melchior MEIER(attivo in Svizzera tra il XVI ed il XVII secolo)
Bibliografia
Bartsch, XVI.246; Barryte, pp. 332 -333 n. 27; The Simple Art, n. 31, pp. 56-57; Nagler, IV, p. 562, no.1802; Hollstein 7.
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Melchior MEIER(attivo in Svizzera tra il XVI ed il XVII secolo)