I Gideoni terrorizzano il campo nemico
Riferimento: | S7732 |
Autore | Antonio TEMPESTA |
Anno: | 1613 |
Misure: | 208 x 285 mm |
Riferimento: | S7732 |
Autore | Antonio TEMPESTA |
Anno: | 1613 |
Misure: | 208 x 285 mm |
Descrizione
Acquaforte, circa 1613, monogrammata e numerata in lastra. Della serie "Sacra Bella Sanctae Veterum Bibliorum Historiae".
Magnifica prova, particolarmente nitida e ricca di toni, impressa su carta vergata coeva, con margini oltre l’impronta del rame, in eccellente stato di conservazione.
La tavola appartiene alla serie di 25 incisioni (numerate 1-24 più il frontespizio) che raffigurano scene con battaglie del Vecchio Testamento, stampate a Roma da Nicolas van Aelst nel 1613.
Il frontespizio riporta la data e i dettagli editoriali "Nicolaus Van Aelst Formis" e "Romae superiorum permissum", oltre alla dedica di Tempesta a Cosimo II: "Serenissimo principi Cosmo II magno hetruriae duci Antonius Tempesta felicitatem".
Bibliografia
Bartsch XVII.129.249.
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Antonio TEMPESTA (Firenze 1555 – Roma 1630)
Pittore e incisore. Si formò a Firenze con Santi di Tito e poi con G. Stradano (col quale collaborò in Palazzo Vecchio sotto la direzione di G. Vasari), che esercitò su T. un'influenza determinante. Verso il 1575 si stabilì a Roma, dove si specializzò in affreschi di carattere decorativo lasciandone piacevoli esempî in edifici religiosi (S. Giovanni dei Fiorentini, S. Stefano Rotondo, battistero lateranense) e in dimore private (palazzo Pallavicini Rospigliosi, palazzo del Quirinale, Villa d'Este a Tivoli, palazzo Farnese a Caprarola). Fecondo incisore, eseguì numerose serie di acqueforti, privilegiando scene di caccia e di battaglie.
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Bibliografia
Bartsch XVII.129.249.
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Antonio TEMPESTA (Firenze 1555 – Roma 1630)
Pittore e incisore. Si formò a Firenze con Santi di Tito e poi con G. Stradano (col quale collaborò in Palazzo Vecchio sotto la direzione di G. Vasari), che esercitò su T. un'influenza determinante. Verso il 1575 si stabilì a Roma, dove si specializzò in affreschi di carattere decorativo lasciandone piacevoli esempî in edifici religiosi (S. Giovanni dei Fiorentini, S. Stefano Rotondo, battistero lateranense) e in dimore private (palazzo Pallavicini Rospigliosi, palazzo del Quirinale, Villa d'Este a Tivoli, palazzo Farnese a Caprarola). Fecondo incisore, eseguì numerose serie di acqueforti, privilegiando scene di caccia e di battaglie.
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