Tito

Riferimento: S30511
Autore Antonio TEMPESTA
Anno: 1596
Misure: 367 x 515 mm
900,00 €

Riferimento: S30511
Autore Antonio TEMPESTA
Anno: 1596
Misure: 367 x 515 mm
900,00 €

Descrizione

Acquaforte e bulino, 1596. Della serie "I dodici Imperatori".

Bellissima prova, impressa su carta vergata con filigrana "doppio cerchio e giglio", con margini, traccia di pega centrale orizzontale, piccole ossidazioni in basso, per il resto in ottimo stato di conservazione.

La serie è pubblicata a Roma dall'editore Tommaso Moneta nel 1596, su direzione per conto di Antonio Tempesta, come dimostra la scritta in basso "Antonius temp figurauit 1596".

La medesima serie venne successivamente interpretata, per conto dell'editore Andrea Vaccari nel 1606, da Raffaello Schiaminossi (Bartsch XVII.235.98-110).

Della raccolta di Tommaso Moneta sono conosciuti solo 3 serie complete, conservate ad Amburgo, Dresda e alla Farnesina di Roma.

Opera molto rara.

Ex collezione Bernfeld, Akim Gregorowitsch (Lugt 127).

Antonio TEMPESTA (Firenze 1555 – Roma 1630)

Pittore e incisore. Si formò a Firenze con Santi di Tito e poi con G. Stradano (col quale collaborò in Palazzo Vecchio sotto la direzione di G. Vasari), che esercitò su T. un'influenza determinante. Verso il 1575 si stabilì a Roma, dove si specializzò in affreschi di carattere decorativo lasciandone piacevoli esempî in edifici religiosi (S. Giovanni dei Fiorentini, S. Stefano Rotondo, battistero lateranense) e in dimore private (palazzo Pallavicini Rospigliosi, palazzo del Quirinale, Villa d'Este a Tivoli, palazzo Farnese a Caprarola). Fecondo incisore, eseguì numerose serie di acqueforti, privilegiando scene di caccia e di battaglie.

Antonio TEMPESTA (Firenze 1555 – Roma 1630)

Pittore e incisore. Si formò a Firenze con Santi di Tito e poi con G. Stradano (col quale collaborò in Palazzo Vecchio sotto la direzione di G. Vasari), che esercitò su T. un'influenza determinante. Verso il 1575 si stabilì a Roma, dove si specializzò in affreschi di carattere decorativo lasciandone piacevoli esempî in edifici religiosi (S. Giovanni dei Fiorentini, S. Stefano Rotondo, battistero lateranense) e in dimore private (palazzo Pallavicini Rospigliosi, palazzo del Quirinale, Villa d'Este a Tivoli, palazzo Farnese a Caprarola). Fecondo incisore, eseguì numerose serie di acqueforti, privilegiando scene di caccia e di battaglie.