Il Profeta Giona

Riferimento: S10914
Autore Anonimo
Anno: 1560 ca.
Misure: 204 x 278 mm
1.500,00 €

Riferimento: S10914
Autore Anonimo
Anno: 1560 ca.
Misure: 204 x 278 mm
1.500,00 €

Descrizione

Acquaforte e bulino, circa 1560, priva della firma dell’artista.

Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, irregolarmente rifilata al rame, leggeri restauri perfettamente eseguiti, nel complesso in ottimo stato di conservazione.

Sconosciuta a tutti i repertori, questa rarissima incisione appare per la prima volta pubblicata nel catalogo della vendita “Uncommon Prints” della Galerie Bassenge, novembre 2002. Inserita tra le incisioni di derivazione da Michelangelo da Barnes (2010), viene descritta infine nella recente monografia di Alessia Alberti (2015).

L'opera è basata sul disegno di Michelangelo per il lavoro incluso nella Cappella Sistina.

L’artista si potrebbe altresì essere ispirato alla medesima incisione di Adamo Scultori (Bartsch 59), rispetto alla quale l’opera risulta in controparte. La tecnica espressa nell’opera è di alto livello; alcuni elementi stilistici ricordano il Ghisi del periodo di Fontainebleau, presentando tuttavia una personalità artistica indipendente, di difficile determinazione. Il tema è interpretato sviluppando un’esagerata vigoria anatomica manierista, differendo dall’idea originale del Buonarroti.

“L’incisione riproduce, in controparte e con varianti, il profeta Giona della Sistina. Al giovane con il grande pesce in primo piano nell’affresco è stata sostituita una figura femminile, appoggiata come a sporgersi dalla balaustra ove siede il profeta. È evidente, com’è stato puntualmente segnalato da Alida Moltedo (La Sistina riprodotta, 1991, p. 67), che la stampa formava una coppia con la Sibilla libica. Di entrambe si conoscono esemplari impressi su carta azzurra. Per tutt’e due è stata attuata una forzatura dell’impianto originale, inscritto entro un formato ovale oltre il quale si diparte in alto una fitta ombreggiatura a raggiera. L’ambito di produzione individuato da Alida Moltedo è quello nordico della metà del Cinquecento. La decisa carica espressiva e il timbro segnico non hanno riscontro nell’opera degli altri incisori trattati in questo catalogo (se non, in parte, con Michele Lucchese). Ci domandiamo se l’autore non sia da ricercare in centri di produzione italiani, ma meno indagati, come quello fiorentino o bolognese" (cfr. A. Alberti Michelangelo nel gusto delle stampe del Cinquecento, n. 49).

Sono noti solo quattro esemplari istituzionali dell'opera: Amsterdam (rp-p-2003-38); Berlino (inv. 766-101, es. smg.); Lione (enbal-021f25b); Londra v&a (Dyce.1517); Parigi bn (Ba 6.2, h99798*, es. su carta azzurra).

 

Bibliografia

Galerie Bassenge, 2002, pp. 46/47, 5218; Barnes, 2010, p. 192, n.41/b; Alessia Alberti, Michelangelo nel gusto delle stampe del Cinquecento, n. 49.

Anonimo

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