O Flos sic Vernans Iuvenili Aetate Pudorem
Riferimento: | S29965 |
Autore | Filippo Succhielli |
Anno: | 1600 ca. |
Misure: | 204 x 275 mm |
Riferimento: | S29965 |
Autore | Filippo Succhielli |
Anno: | 1600 ca. |
Misure: | 204 x 275 mm |
Descrizione
Un vaso con fiori su un tavolo, con una mosca e una lumaca, il vaso decorato con la testa di una creatura demoniaca; copia di un bulino di Johann-Theodor de Bry da un soggetto di Jacob Kempener.
Bulino, circa 1600/1620, privo di firma ed indicazioni editoriali.
L’opera appartiene alla serie Sei mazzi di fiori in vaso. Numerata e firmata negli angoli inferiori: "4". Sotto l'immagine, in un nastro, iscrizione latina: "O Flos sic Vernans Ivvenili ætate Pvdorem.".
Sebbene non firmata crediamo che sia una delle copie che l’editore Filippo Succhielli (editore attivo tra il 1580 e il 1620) pubblica in Siena nei primi anni del XVII secolo. Copia in controparte dell’incisione che Jan Sadeler pubblica a Venezia tra il 1597 e il 1600
“Appartiene a una serie di sei copie a grandezza naturale e rovesciate della serie di incisioni di Johann-Theodor de Bry dopo Jacob Kempener (Hollstein nn. 451-56). La serie è stata prodotta in un periodo compreso tra l'arrivo di Jan Sadeler a Venezia nel 1596/7 e la sua morte nel 1600. Se si confrontano le copie di Sadeler con gli originali di De Bry, si può notare una leggera semplificazione e la rinuncia ai bordi ornamentali che caratterizzano gli originali. Sebbene in queste copie le iscrizioni siano collocate sotto gli stessi vasi di fiori di De Bry, l'ordine numerico è stato modificato. Un'altra serie di copie fu pubblicata da Jean Messager e Jean Picquet intorno al 1620.
Il ruolo dei Sadeler, stabilitisi a Venezia nel 1596 o 1597, fu importante, poiché portarono in città nuovi approcci e nuovi generi alla stampa. Questa serie di fiori in vaso ebbe un ruolo molto importante nell'introdurre una nuova categoria di soggetti e fu subito molto influente. Le serie di copie con gli indirizzi di Filippo Succhielli e Pietro Paolo Tozzi ne sono un’indicazione. La serie Tozzi di 6 esemplari (300 x 230 mm circa), di cui uno con indirizzo "Pietro Paolo Tozzi formis Padova", è approssimativa e spesso sommaria, con molti errori nella trascrizione delle iscrizioni latine. Una serie di otto esemplari, compresi i sei di Sadeler, è stata pubblicata da Succhielli a Siena. Esiste anche una serie di copie in formato ridotto (192 x 145 mm) pubblicate da uno della famiglia Sadeler.
Nel Nord esisteva una tradizione di dipinti di fiori in vaso, che può essere fatta risalire almeno all'opera di Ludger Tom Ring il Giovane a Münster; una delle sue opere è datata 1562. Le stampe di Theodore de Bry da Kempener, purtroppo non datate, furono innovative nell'introduzione del soggetto nella grafica. I bordi ornamentali di questa serie originale indicano che erano state concepite come stampe da incorniciare e appendere al muro. In tutti i dipinti i fiori sono disposti in modo da stabilire un forte grado di simmetria laterale: quella che Bergström chiamava composizione radiale. I vasi sono molto elaborati, ognuno è un'invenzione a sé stante, e si inseriscono nella tradizione delle serie di stampe di vasi che inizia con Agostino Veneziano (Bartsch XIV.387.541-552). Ci si chiede se le iscrizioni siano significative. Esse percorrono abilmente la declinazione della parola Flos, che in latino significa fiore. Nella presente serie di copie, la n. 5, con la sua iscrizione sulla fugacità del fiore che ci ricorda il nostro invecchiamento, ha fiori che sembrano troppo gonfi. Il n. 3, invece, con il suo riferimento alla tenerezza della giovinezza come alla tenerezza dei fiori, presenta boccioli e fiori che si stanno appena schiudendo, accanto a quelli già aperti. È interessante il fatto che ai fiori vengono attribuiti diversi tipi di significati, non solo per ricordarci monotonamente la nostra mortalità. Il n. 4, ad esempio, contiene l'ingiunzione di imparare dal fiore a vivere decentemente (A FIORE ACCIPIAS HONESTE VIVERE DISCAS), che potrebbe essere un riferimento al Discorso della Montagna (Matteo 6, v. 28)”. (tradotto dal testo di Michael Bury, The Print in Italy 1550-1620, pp. 201-203).
Bella impressione, stampata su carta vergata coeva, con margini, in buone condizioni. Esemplare con bella coloritura originale con alcuni ritocchi. Molto rara.
Bibliografia
Cfr. M. de Jong and I. de Groot, 'Ornamentprenten in het Rijksprentenkabinet I, 15de & 16de eeuw', Amsterdam 1988, no.355.A; Michael Bury, 'The Print in Italy 1550-1620', BM, London 2001, nos.147-148; Hollstein, Dutch and Flemish etchings, engravings and woodcuts c.1450-1700.
Filippo Succhielli(attivo a Siena 1580 - 1620)
Filippo Succhielli(attivo a Siena 1580 - 1620)