Trionfo della Morte

Riferimento: S22126
Autore Orazio BRUNI
Anno: 1609 ca.
Misure: 370 x 280 mm
Non Disponibile

Riferimento: S22126
Autore Orazio BRUNI
Anno: 1609 ca.
Misure: 370 x 280 mm
Non Disponibile

Descrizione

Bulino, firmato in lastra nel cartiglio. Esemplare nell’unico stato conosciuto.

Bellissima prova su carta vergata coeva con filigrana non leggibile, rifilata al rame, in ottimo stato di conservazione.

L'immagine raffigura in primo piano uomini di differente estrazione sociale, che brandendo armi e utensili vari si rivoltano contro la Morte che, davanti alla folla, sta per scoccare una freccia. A destra il Tempo, preceduto dalla Fama, sembra voler fuggire. Sullo sfondo animali diversi avanzano minacciosi contro una Morte anch'essa munita di arco e freccia.

La stampa deriva, in controparte, da un bulino edito da Bolswert, a sua volta ripreso da un dipinto di David Vinckeboons del 1610 (Hollstein, Dutch, XXX-VII, p. 20, n. 10). La data 1609 quindi, riportata entro il cartiglio sopra la porta ad arco a sinistra, non corrisponde al vero. D'altro canto su questa stampa numerosi sono gli errori che nel tempo si sono accumulati. A cominciare dal Gori Gandellini che attribuisce a Francesco Merlini (Siena, attivo nel primo decennio del XVII secolo) un Trionfo della Morte da un suo dipinto.

Per non parlare del Le Blanc e del Nagler che assegnano l'invenzione del bulino ad Andrea del Sarto. Romagnoli poi, biografo di artisti senesi, crede di ristabilire la verità affermando: "accenna il Gandellini che Francesco di Gio. Merlini nel 1609 incise da un suo dipinto il Trionfo della Morte. Erra però questo scrittore mentre il Trionfo della Morte fu disegnato dal Merlini ma inciso egregiamente da Orazio Brunetti".

Quello che non è mostrato chiaramente è la paternità dell'invenzione della tavola, che sappiamo desunta dalla stampa fiamminga che a sua volta si è ispirata alla tela del Vinckeboons conservata a Boston al Museum of Fine Arts. Il Brunetti poi evidentemente conosceva la produzione grafica fiamminga del tempo, poiché si conoscono di lui copie di originali nordici.

È possibile ipotizzare quindi che Merlini abbia svolto un ruolo di mero dedicatore della tavola a Lattanzio Tartaglia, iuris utriusque doctor, nobile residente a Siena nel 1621.

Opera di grande rarità e fascino.

Bibliografia

Gori Gandellini 1771, II, p. 290; Romagnoli 1835, ed. cons. 1976, X, pp. 373, 376, 351-352; De Boni 1852, p. 644; Le Blanc, III, p. 16, n. 2; Nagler, X, p. 209, n. 2.

Orazio BRUNI (attivo a Siena primi decenni del XVII secolo)

Nacque a Siena nel 1630, ma si trasferì poi a Roma. Realizzò numerose incisioni. Il suo stile risente di quello di F. Poilly.

Bibliografia

Gori Gandellini 1771, II, p. 290; Romagnoli 1835, ed. cons. 1976, X, pp. 373, 376, 351-352; De Boni 1852, p. 644; Le Blanc, III, p. 16, n. 2; Nagler, X, p. 209, n. 2.

Orazio BRUNI (attivo a Siena primi decenni del XVII secolo)

Nacque a Siena nel 1630, ma si trasferì poi a Roma. Realizzò numerose incisioni. Il suo stile risente di quello di F. Poilly.