Il Cristo della Moneta o Il Tributo della Moneta
Riferimento: | S40261.20 |
Autore | Luca BERTELLI |
Anno: | 1564 ca. |
Misure: | 435 x 347 mm |
Riferimento: | S40261.20 |
Autore | Luca BERTELLI |
Anno: | 1564 ca. |
Misure: | 435 x 347 mm |
Descrizione
Bulino, circa 1564-89, firmato 'Dominicus Campagnola inventor / Lucas Bertelius f.'.
Sulla colonna si legge: 'Reddite, quae sunt Caesaris, Caesari: et quae sunt Dei, Deo'.
Bellissima impressione di questo raro soggetto inciso da Bertelli da un modello di Domenico Campagnola. Foglio in ottimo stato di conservazione, completo di piccoli margini oltre la battuta del rame.
L’impressione risulta molto nitida e fresca, stampata su carta vergellata avente filigrana “Ancora nel cerchio”, databile alla metà del ‘500.
La scena rappresenta la parabola della moneta, tratta dal Nuovo Testamento: i farisei, per tendergli una trappola, chiesero a Gesù se fosse lecito o no pagare il tributo a Cesare. Cristo rispose con molta saggezza. Si fece mostrare la moneta con l’immagine dell’imperatore e chiese: “Di chi è questa immagine e l’iscrizione?” I farisei risposero: “Di Cesare”. Allora disse: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (Mt 22, 15-21; Lc 20, 20-26; Mc 12, 13-17).
“Nell’ultimo tratto della sua vita Domenico Campagnola deve aver fornito a Luca Bertelli i disegni preparatori per per il Tributo della moneta e per la serie dedicata alla parabola di Lazzaro e del ricco Epulone (Lc 16,19-31): Lazzaro al banchetto del ricco Epulone – di cui si conserva un disegno alla Morgan Library di New York - La morte del ricco Epulone, e infine Il ricco Epulone negli Inferi” (cfr. Marsel Grosso, Un Editore Per Tiziano: Luca Bertelli e le Stampe di Devozione tra Italia e Spagna, p. 58, in “Venezia e gli Asburgo”, 2018).
Luca Bertelli ebbe una bottega di libraio a Padova tra il 1564 ed il 1594. Già però attorno al 1560, ma solo fino al 1582, fu attivo a Venezia nel mondo della calcografia come editore, incisore e mercante e in una copia dell’incisione di Cornelis Cort, L’Annunciazione, appare nella sottoscrizione l’indicazione della bottega veneziana in aede Salvatoris. Talora nelle sue stampe comparve anche la data di Roma, segno per la Borroni “di un inserimento nel mercato più che di un soggiorno” (cfr. Fabia Borroni - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9, 1967). Luca Bertelli negli anni ‘80 produsse alcune incisioni firmate L.B. et socius: in questo caso la Borroni ipotizza una partecipazione di Orazio Bertelli, che forse fu suo fratello.
Foglio di grande interesse collezionistico. Al verso timbro di collezione "CB o GB in un cerchio", stampato in rosso, non identificato in Lugt.
Bibliografia
Marsel Grosso, Un Editore Per Tiziano: Luca Bertelli e le Stampe di Devozione tra Italia e Spagna, in “Venezia e gli Asburgo. Pittura, collezionismo e circuiti commerciali nel tardo Rinascimento Europeo”, a cura di Benedetta Crivelli, Sarah Ferrari, Marsel Grosso, Padova 2018, pp. 58-59.
Bibliografia
Zani, 1821, pp. 72-73; Zoltán Kárpáti and Eszter Seres, Italian and French Prints before 1620: An On-Line Catalogue, Museum of Fine Arts, Budapest 2012.
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Luca BERTELLI (Attivo 1564 – 1594)
Luca Bertelli ebbe una bottega di libraio a Padova tra il 1564 ed il 1594. Già però attorno al 1560, ma solo fino al 1582, fu attivo a Venezia nel mondo della calcografia come editore, incisore e mercante e in una copia dell’incisione di Cornelis Cort, L’Annunciazione, appare nella sottoscrizione l’indicazione della bottega veneziana in aede Salvatoris. Talora nelle sue stampe comparve anche la data di Roma, segno per la Borroni “di un inserimento nel mercato più che di un soggiorno” (cfr. Fabia Borroni - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9, 1967). Il Bertelli condivise con dei soci la pubblicazione delle due edizioni del De morbo gallico del professore dello Studio di Padova Gabriele Falloppio (Padova 15631564; Padova 1564). Uno di essi fu sicuramente Cristoforo Griffio che sottoscrisse il secondo volume della prima edizione. Un altro socio potrebbe essere stato Giovanni Griffio che in società con Cristoforo operò a Padova in quegli anni. Il Bertelli negli anni ‘80 produsse alcune incisioni firmate L.B. et socius: in questo caso la Borroni ipotizza una partecipazione di Orazio Bertelli, che forse fu suo fratello. L’ultimo libro che fece stampare fu In Hippocratis librum de vulneribus capitis (Venezia 1566) sempre del Falloppio, la cui stampa secondo il Rhodes fu opera di Vincenzo Valgrisi, e per il quale il Bertelli ottenne un privilegio per la vendita da parte del Senato di Venezia. Come si è visto il nome del Bertelli appare in sole quattro edizioni, tutte di Gabriele Falloppio. È maggiormente plausibile per lui un ruolo di distributore piuttosto che di finanziatore, dato anche il genere di pubblicazioni di interesse esclusivamente universitario.
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Bibliografia
Zani, 1821, pp. 72-73; Zoltán Kárpáti and Eszter Seres, Italian and French Prints before 1620: An On-Line Catalogue, Museum of Fine Arts, Budapest 2012.
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Luca BERTELLI (Attivo 1564 – 1594)
Luca Bertelli ebbe una bottega di libraio a Padova tra il 1564 ed il 1594. Già però attorno al 1560, ma solo fino al 1582, fu attivo a Venezia nel mondo della calcografia come editore, incisore e mercante e in una copia dell’incisione di Cornelis Cort, L’Annunciazione, appare nella sottoscrizione l’indicazione della bottega veneziana in aede Salvatoris. Talora nelle sue stampe comparve anche la data di Roma, segno per la Borroni “di un inserimento nel mercato più che di un soggiorno” (cfr. Fabia Borroni - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9, 1967). Il Bertelli condivise con dei soci la pubblicazione delle due edizioni del De morbo gallico del professore dello Studio di Padova Gabriele Falloppio (Padova 15631564; Padova 1564). Uno di essi fu sicuramente Cristoforo Griffio che sottoscrisse il secondo volume della prima edizione. Un altro socio potrebbe essere stato Giovanni Griffio che in società con Cristoforo operò a Padova in quegli anni. Il Bertelli negli anni ‘80 produsse alcune incisioni firmate L.B. et socius: in questo caso la Borroni ipotizza una partecipazione di Orazio Bertelli, che forse fu suo fratello. L’ultimo libro che fece stampare fu In Hippocratis librum de vulneribus capitis (Venezia 1566) sempre del Falloppio, la cui stampa secondo il Rhodes fu opera di Vincenzo Valgrisi, e per il quale il Bertelli ottenne un privilegio per la vendita da parte del Senato di Venezia. Come si è visto il nome del Bertelli appare in sole quattro edizioni, tutte di Gabriele Falloppio. È maggiormente plausibile per lui un ruolo di distributore piuttosto che di finanziatore, dato anche il genere di pubblicazioni di interesse esclusivamente universitario.
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