San Cristoforo

Riferimento: S44224
Autore Francesco Denanto
Anno: 1520 ca.
Misure: 203 x 235 mm
5.500,00 €

Riferimento: S44224
Autore Francesco Denanto
Anno: 1520 ca.
Misure: 203 x 235 mm
5.500,00 €

Descrizione

OPERA NON DESCRITTA

Xilografia, 1520 circa, monogrammata nella tavola in alto, con le lettere D e N e il simbolo della croce.

Da un soggetto di Albrecht Dürer.

Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, completa della linea marginale, minimi abrasioni e tracce di colla visibili al verso, per il resto in perfetto stato di conservazione.

Si tratta di una sconosciuta copia in controparte della xilografia di Dürer, del 1511 (Bartsch n. 103). A Dürer era molto caro il tema di San Cristoforo, che ricorre altre volte nella sua grafica (una xilografia giovanile e alcuni bulini, molto simili tra loro, datati 1521).

L’opera del De Nanto non è elencata nel recente saggio di Thierry Depaulis, From Savoy to Rome: Francesco de Nanto, a Neglected Printmaker of the Early Sixteenth Century [“Print Quarterly” (2020)], che cataloga ben 44 xilografie, e nemmeno nelle 21 xilografie anonime che Mark McDonald [The Print Collection of Ferdinand Columbus (1488-1539). A Renaissance Collector in Seville] attribuisce all’artista. Non è, altresì, elencata tra le copie di Albrecht Dürer.

Non abbiamo rintracciato nessun altro esemplare di questo San Cristoforo, che appare essere un inedito.

“Nella storia della silografia in Italia un posto non secondario è occupato da Francesco De Nanto, la cui opera, tanto interessante quanto poco conosciuta, meriterebbe per i suoi meriti artistici una divulgazione certo maggiore” (cfr. C. Stella, Francesco De Nanto in Grafica d’Arte, ottobre-dicembre 1992, pp. 6-9)  

Le notizie biografiche su Francesco Denanto (o De Nanto) sono scarse e assai lacunose. Figlio di un Iacopo e di origine savoiarda, come si apprende dalle sottoscrizioni delle sue opere ad intaglio - "Franciscus lacobi Denanto sindit" "Franciscus Denanto de Sabaudia" (ma la località di provenienza dovrebbe essere Nantua, nell'attuale dipartimento dell'Ain). La data di nascita, secondo De Vesme, dovrebbe essere collocata non più tardi del 1490 dal momento che in un documento del 1524, conservato all’Archivio di Stato di Roma, viene nominato già “magister” un tale Franciscu de Nempto savoiardo, stampatore in Roma di carte dipinte, con cui è lecito identificare l’artista. Dunque, nel 1524 l’artista erra presente certamente a Roma, ma non è possibile stabilire per quanti anni sia rimasto nella città capitolina.

L’unica altra data degna di nota è il 1532, anno in cui viene pubblicata a Ferrara un’edizione dell’Orlando Furioso da parte di Francesco Rosso di Valenza; per questa edizione Denanto ha inciso una cornice, utilizzata per il frontespizio e successivamente anche per inquadrare il ritratto di Ludovico Ariosto inserito nel penultimo foglio del volume. In mancanza di notizie documentarie e letterarie, la sua attività è ricostruibile unicamente sulla base della produzione incisoria costituita da 44 xilografie firmate, ma non datate, molte delle quali si riferiscono alla vita di Cristo.

La produzione del Denanto è stata ricollegata costantemente all'ambiente artistico veneziano, dove è probabile che lo xilografo abbia iniziato la sua attività fra i numerosi artigiani dediti all'incisione e all'illustrazione del libro. Il suo linguaggio incisorio largo e robusto, l'uso dei lunghi tratteggi paralleli e incrociati in fitte trame differenziate e altre caratteristiche tecniche rivelano lo studio dei modelli tizianeschi del secondo decennio e delle xilografle giovanili di Domenico Campagnola; ma soprattutto veneziana è la tendenza "a una trascrizione tonale e coloristica, da conseguirsi con ogni ripiego messo a disposizione dalle possibilità stesse dell'intaglio specifico. Denanto si valeva delle risorse grafiche del bianco e nero come d'una tavolozza pittorica, a base di punteggiati, intrecci, screziature e simili, riassortiti in chiaro sul fondo campito dello sbozzo" (De Witt, 1938). Elementi stilistici desunti da Marcantonio e dal Parmigianino hanno indotto alcuni a ritenere che il De Nanto abbia avuto contatti con le opere di questi maestri in terra emiliana.

Bibliografia

Cfr. De Vesme, 1906, p. 1511; Kristeller P., Denanto, Francesco, in “Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler von der Antike bis zur Gegenwart”, Leipzig, 1913, p. 63;  Zava Boccazzi F., Tracce per Gerolamo da Treviso il Giovane in alcune xilografie di Francesco de Nanto, in “Arte Veneta”, 1959, p. 73; I legni incisi della Galleria Estense. Quattro secoli di stampa nell'Italia Settentrionale, Modena, 1986, p. 136, n. 113 (G. Benassati), fig. 113; Dillon G., Denanto, Francesco, in “Dizionario Biografico degli Italiani”, 1990; McDonald M. P., The Print Collection of Ferdinand Columbus (1488-1539). A Renaissance Collector in Seville, London, 2004; C. Stella, Francesco De Nanto in Grafica d’Arte, ottobre-dicembre 1992, n. 12, pp. 6-9; Depaulis T., From Savoy to Rome: Francesco de Nanto, a Neglected Printmaker of the Early Sixteenth Century, in “Print Quarterly”, 2020, v. XXXVII, pp. 123-139.

Francesco Denanto fl. 1524 - 1532

Le notizie biografiche su Francesco Denanto sono scarse e assai lacunose. Figlio di un Iacopo e di origine savoiarda, come si apprende dalle sottoscrizioni delle sue opere ad intaglio - "Franciscus lacobi Denanto sindit" "Franciscus Denanto de Sabaudia" (ma la località di provenienza dovrebbe essere Nantua, nell'attuale dipartimento dell'Ain). La data di nascita, secondo De Vesme, dovrebbe essere collocata non più tardi del 1490 dal momento che in un documento del 1524, conservato all’Archivio di Stato di Roma, viene nominato già “magister” un tale Franciscu de Nempto savoiardo , stampatore in Roma di carte dipinte, con cui è lecito identificare l’artista. Dunque nel 1524 l’artista erra presente certamente a Roma, ma non è possibile stabilire per quanti anni sia rimasto nella città capitolina. L’unica altra data degna di nota è il 1532, anno in cui viene pubblicata a Ferrara un’edizione dell’Orlando Furioso da parte di Francesco Rosso di Valenza; per questa edizione Denanto ha inciso una cornice, utilizzata per il frontespizio e successivamente anche per inquadrare il ritratto di Ludovico Ariosto inserito nel penultimo foglio del volume. In mancanza di notizie documentarie e letterarie, la sua attività è ricostruibile unicamente sulla base della produzione incisoria costituita da 20 xilografie firmate, ma non datate, sedici delle quali si riferiscono alla vita di Cristo. La produzione del Denanto è stata ricollegata costantemente all'ambiente artistico veneziano, dove è probabile che lo xilografo abbia iniziato la sua attività fra i numerosi artigiani dediti all'incisione e all'illustrazione del libro. Il suo linguaggio incisorio largo e robusto, l'uso dei lunghi tratteggi paralleli e incrociati in fitte trame differenziate e altre caratteristiche tecniche rivelano lo studio dei modelli tizianeschi del secondo decennio e delle xilografle giovanili di Domenico Campagnola; ma soprattutto veneziana è la tendenza "a una trascrizione tonale e coloristica, da conseguirsi con ogni ripiego messo a disposizione dalle possibilità stesse dell'intaglio specifico. Denanto si valeva delle risorse grafiche del bianco e nero come d'una tavolozza pittorica, a base di punteggiati, intrecci, screziature e simili, rassortiti in chiaro sul fondo campito dello sbozzo" (De Witt, 1938). Elementi stilistici desunti da Marcantonio e dal Parmigianino hanno indotto alcuni a ritenere che il De Nanto abbia avuto contatti con le opere di questi maestri in terra emiliana.

Francesco Denanto fl. 1524 - 1532

Le notizie biografiche su Francesco Denanto sono scarse e assai lacunose. Figlio di un Iacopo e di origine savoiarda, come si apprende dalle sottoscrizioni delle sue opere ad intaglio - "Franciscus lacobi Denanto sindit" "Franciscus Denanto de Sabaudia" (ma la località di provenienza dovrebbe essere Nantua, nell'attuale dipartimento dell'Ain). La data di nascita, secondo De Vesme, dovrebbe essere collocata non più tardi del 1490 dal momento che in un documento del 1524, conservato all’Archivio di Stato di Roma, viene nominato già “magister” un tale Franciscu de Nempto savoiardo , stampatore in Roma di carte dipinte, con cui è lecito identificare l’artista. Dunque nel 1524 l’artista erra presente certamente a Roma, ma non è possibile stabilire per quanti anni sia rimasto nella città capitolina. L’unica altra data degna di nota è il 1532, anno in cui viene pubblicata a Ferrara un’edizione dell’Orlando Furioso da parte di Francesco Rosso di Valenza; per questa edizione Denanto ha inciso una cornice, utilizzata per il frontespizio e successivamente anche per inquadrare il ritratto di Ludovico Ariosto inserito nel penultimo foglio del volume. In mancanza di notizie documentarie e letterarie, la sua attività è ricostruibile unicamente sulla base della produzione incisoria costituita da 20 xilografie firmate, ma non datate, sedici delle quali si riferiscono alla vita di Cristo. La produzione del Denanto è stata ricollegata costantemente all'ambiente artistico veneziano, dove è probabile che lo xilografo abbia iniziato la sua attività fra i numerosi artigiani dediti all'incisione e all'illustrazione del libro. Il suo linguaggio incisorio largo e robusto, l'uso dei lunghi tratteggi paralleli e incrociati in fitte trame differenziate e altre caratteristiche tecniche rivelano lo studio dei modelli tizianeschi del secondo decennio e delle xilografle giovanili di Domenico Campagnola; ma soprattutto veneziana è la tendenza "a una trascrizione tonale e coloristica, da conseguirsi con ogni ripiego messo a disposizione dalle possibilità stesse dell'intaglio specifico. Denanto si valeva delle risorse grafiche del bianco e nero come d'una tavolozza pittorica, a base di punteggiati, intrecci, screziature e simili, rassortiti in chiaro sul fondo campito dello sbozzo" (De Witt, 1938). Elementi stilistici desunti da Marcantonio e dal Parmigianino hanno indotto alcuni a ritenere che il De Nanto abbia avuto contatti con le opere di questi maestri in terra emiliana.