Il sacrificio di Abramo

Riferimento: S44350
Autore Giovanni Battista FRANCO
Anno: 1550 ca.
Misure: 260 x 341 mm
1.800,00 €

Riferimento: S44350
Autore Giovanni Battista FRANCO
Anno: 1550 ca.
Misure: 260 x 341 mm
1.800,00 €

Descrizione

Il sacrificio di Abramo che alza il braccio per uccidere Isacco ma viene fermato dall'angelo che lo sovrasta.

Acquaforte e bulino, 1550 circa, firmata in basso a destra “Franco form”.

Esemplare di secondo stato con l'aggiunta della firma.

Giovanni Battista Franco, noto come Battista Franco Veneziano, ma a volte viene chiamato il Semolei, o semplicemente Battista Franco. Fu tipografo, incisore e pittore, e studiò da vicino il lavoro di Michelangelo (1475-1564). Questo accadde intorno ai suoi vent'anni, nel periodo passato a Roma, dove sviluppò un interesse per le opere allegoriche di grandi dimensioni. Il suo stile pittorico imitava molto quello di Michelangelo, mentre quello che mostrò nelle incisioni era molto più originale, nel suo tocco luminoso e vivace.  Secondo alcune testimonianze avrebbe imparato l'arte dell'incisione presso Marcantonio Raimondi, e produsse un centinaio di lavori. Molti di questi erano riproduzioni di dipinti dei maestri della pittura Raffaello e Tiziano.

Si è propensi a collocare l'inizio dell'attività del Franco come incisore tra il 1545 e il 1551 - anni che coincidono con il periodo marchigiano. La maggior parte delle sue incisioni sembra appartenere all'ultimo periodo veneziano. In questa sua attività il Franco attinse a due filoni principali: la pittura di scuola tosco-romana e la tradizione veneta. Usò la tecnica dell'acquaforte rinforzata spesso con il bulino. Le sue incisioni riproducono in gran parte soggetti sacri - Diluvio universale, Caduta della manna, Adorazione dei pastori, interessanti le incisioni raffiguranti gli affreschi di palazzo Te a Mantova, con le immagini rovesciate - ma anche temi tratti dall'antico.

Bellissima prova, impressa con tono su carta vergata coeva, rifilata al rame, in buono stato di conservazione.

Bibliografia

Bartsch, Le Peintre graveur (XVI.118.1.II).

Giovanni Battista FRANCO (Udine 1510 – Venezia 1580)

Battista Franco dei Franchi soprannominato Semoleo o Semolei è disegnatore, pittore e incisore a bulino e all’acquaforte, nato a Venezia nel 1498 ed ivi morto nel 1561. Il Franco è attivo a Roma ma anche a Firenze ed Urbino dove rimane affascinato dal Manierismo del centro Italia . Nella città pontificia, dal quarto decennio, l’artista sceglie come modello prediletto Michelangelo di cui incide numerosi soggetti eseguendo, secondo il Vasari, anche un bellissimo disegno del Giudizio Universale. Indubbi sono nelle sue stampe gli spunti formali desunti dagli affreschi in Vaticano legati ai grandi cicli come la Donazione di Costantino da Giulio Romano. Questi resterà per il Franco un esempio sia a Roma che a Mantova dove riproduce con lievi modifiche le invenzioni di Giulio visibili negli affreschi al Tè. Di ritorno a Venezia nel 1552, dove rimane fino alla morte, il Semoleo lavora alla decorazione della biblioteca Marciana (1556) e della volta della Scala d’oro a Palazzo Ducale prima di dedicarsi alla decorazione di Villa Foscari alla Malcontenta dove evidente risulta l’influsso michelangiolesco. Autore di circa 100 incisioni,siglate dalle lettere BF o B.F.V.F.(Battista Franco veneziano fece) il cui stile grafico si ricollega in parte a quello di Giulio Bonasone. Il Bartsch cataloga 93 incisioni del Semoleo, il Passavant aggiunge altri cinque soggetti.

Giovanni Battista FRANCO (Udine 1510 – Venezia 1580)

Battista Franco dei Franchi soprannominato Semoleo o Semolei è disegnatore, pittore e incisore a bulino e all’acquaforte, nato a Venezia nel 1498 ed ivi morto nel 1561. Il Franco è attivo a Roma ma anche a Firenze ed Urbino dove rimane affascinato dal Manierismo del centro Italia . Nella città pontificia, dal quarto decennio, l’artista sceglie come modello prediletto Michelangelo di cui incide numerosi soggetti eseguendo, secondo il Vasari, anche un bellissimo disegno del Giudizio Universale. Indubbi sono nelle sue stampe gli spunti formali desunti dagli affreschi in Vaticano legati ai grandi cicli come la Donazione di Costantino da Giulio Romano. Questi resterà per il Franco un esempio sia a Roma che a Mantova dove riproduce con lievi modifiche le invenzioni di Giulio visibili negli affreschi al Tè. Di ritorno a Venezia nel 1552, dove rimane fino alla morte, il Semoleo lavora alla decorazione della biblioteca Marciana (1556) e della volta della Scala d’oro a Palazzo Ducale prima di dedicarsi alla decorazione di Villa Foscari alla Malcontenta dove evidente risulta l’influsso michelangiolesco. Autore di circa 100 incisioni,siglate dalle lettere BF o B.F.V.F.(Battista Franco veneziano fece) il cui stile grafico si ricollega in parte a quello di Giulio Bonasone. Il Bartsch cataloga 93 incisioni del Semoleo, il Passavant aggiunge altri cinque soggetti.