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Riferimento: | S48727 |
Autore | Giuseppe Porta SALVIATI |
Anno: | 1540 |
Misure: | 194 x 240 mm |
Riferimento: | S48727 |
Autore | Giuseppe Porta SALVIATI |
Anno: | 1540 |
Misure: | 194 x 240 mm |
La xilografia raffigura un gruppo di uomini e donne intenti a parlare tra loro nel “Giardino di pensieri”: le figure in primo piano sono sedute in terra in attitudini diverse, intente a fare il gioco delle sorti; altre quattro figure in piedi occupano il centro della scena, di cui tre in gruppo e una di esse con in mano una sfera armillare. In distanza sotto un atrio varie figure, in piedi o sedute attorno ad una tavola, sembrano occupate anch’esse nello stesso gioco. In una tavoletta situata sul terreno in basso a destra si legge: IOSEPH PORTA GARFAGNINUS.
Questa stampa costituiva il frontespizio dell'opera di Francesco Marcolini "Giardino di Pensieri" edita da Francesco Marcolini nel 1540. Tale illustrazione costituisce la prima opera firmata dal Salviati nel corso della sua collaborazione con l'editore veneziano. Il libro, che venne ripubblicato nel 1550 con un titolo diverso (Le ingegnose sorti), rappresenta il tipico prodotto della cultura rinascimentale: un elaborato studio di preveggenza basato sulle carte da gioco, espresso da un testo esplicativo in terza rima. Nella stampa qui catalogata "Il giardino dei pensieri" viene rappresentato come una specie di arcadica scuola d'Atene: un gruppo di astrologi, reggendo la sfera armillare, discute sulle sorti dell'universo, mentre altri filosofi, apparentemente immersi in una profonda meditazione, seguono le indicazioni delle carte tenendo davanti un libro aperto. Le pose eleganti, il gioco del tratteggio e la sapienza del modellato rivelano l'educazione romana del Salviati; la ricchezza chiaroscurale e gli accenni di paesaggio testimoniano l'influenza veneziana.
La xilografia costituisce “la prima opera firmata dal Salviati nel corso della sua collaborazione con l'editore veneziano Francesco Marcolini. Il libro, poi riedito nel 1550 con un titolo leggermente diverso (Le ingeniose sorti...), rappresenta un tipico prodotto della cultura rinascimentale: un elaborato studio di preveggenza basato sulle carte da gioco, espresso da un testo esplicativo in terza rima. Il disegno del Salviati innalza questi giuochi al livello di una speculazione filosofica e rappresenta il Giardino di Pensieri del Marcolini come una specie di arcadica "Scuola di Atene": un gruppo di astrologi, reggendo la sfera armillare, come nel Triumpho di Fortuna di Sigismondo Fanti del 1526, discute sulle sorti dell'universo, mentre altri filosofi, apparentemente immersi in una profonda meditazione, seguono le indicazioni delle carte tenendo davanti un libro aperto. Le pose eleganti e il gioco dei tratteggi rivelano l'educazione romana del Salviati, come particolarmente si vede nella sapienza con cui sono disegnate e modellate le figure. Un influsso veneziano si può notare nella ricchezza chiaroscurale e negli accenni del paesaggio vicino e lontano. Non è possibile escludere che sia stato lo stesso Francesco Marcolini a intagliare il disegno di questa silografia, mentre la varietà di stili delle molte figure che illustrano le Sorti rende logico pensare che l'editore si sia servito anche di altri intagliatori” (cfr. Tiziano e la silografia veneziana del Cinquecento, p. 145).
Xilografia, impressa su carta vergata coeva con filigrana del “quadrifoglio”, minimi restauri agli angoli inferiori, nel complesso in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
Muraro-Rosand, Tiziano e la silografia veneziana del Cinquecento, p. 145, n. 90; Passavant, VI, p. 240, n. 89.
Giuseppe Porta SALVIATI (Castelnuovo di Garfagnana, 1520 circa - Venezia, 1575 circa).
Pittore (n. Castelnuovo di Garfagnana 1520 circa - m. dopo il 1575); a Roma (dal 1535) studiò con Francesco de' Rossi detto il Salviati (dal quale ereditò il soprannome); quindi (1539) passò col maestro a Venezia, dove si stabilì. Perdute numerose opere, tra cui i dipinti nel Palazzo Ducale, restano di lui i tre tondi di gusto veronesiano nel soffitto della Libreria Vecchia di S. Marco (1556-57) e diverse tele nelle chiese (S. Zaccaria, Frari, S. Maria della Salute, S. Lazzaro, ecc.), che fondono il plasticismo fiorentino-romano con il gusto coloristico veneto. Il suo primo lavoro autonomo fu quello che gli garantì la maggior fama, ovvero l'incisione posta a frontespizio del volume "Le sorti intitolate giardino d’i pensieri", libro divinatorio pubblicato da Francesco Marcolini nel 1540, di cui il Porta curò anche le illustrazioni interne: tali vignette formavano un repertorio di tipi e di situazioni figurative a cui si ispirarono i maestri della nuova generazione (Tintoretto, Bassano, ecc.); lo stesso frontespizio, di per sé, è da molti studiosi considerato un vero e proprio manifesto del Manierismo.
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Giuseppe Porta SALVIATI (Castelnuovo di Garfagnana, 1520 circa - Venezia, 1575 circa).
Pittore (n. Castelnuovo di Garfagnana 1520 circa - m. dopo il 1575); a Roma (dal 1535) studiò con Francesco de' Rossi detto il Salviati (dal quale ereditò il soprannome); quindi (1539) passò col maestro a Venezia, dove si stabilì. Perdute numerose opere, tra cui i dipinti nel Palazzo Ducale, restano di lui i tre tondi di gusto veronesiano nel soffitto della Libreria Vecchia di S. Marco (1556-57) e diverse tele nelle chiese (S. Zaccaria, Frari, S. Maria della Salute, S. Lazzaro, ecc.), che fondono il plasticismo fiorentino-romano con il gusto coloristico veneto. Il suo primo lavoro autonomo fu quello che gli garantì la maggior fama, ovvero l'incisione posta a frontespizio del volume "Le sorti intitolate giardino d’i pensieri", libro divinatorio pubblicato da Francesco Marcolini nel 1540, di cui il Porta curò anche le illustrazioni interne: tali vignette formavano un repertorio di tipi e di situazioni figurative a cui si ispirarono i maestri della nuova generazione (Tintoretto, Bassano, ecc.); lo stesso frontespizio, di per sé, è da molti studiosi considerato un vero e proprio manifesto del Manierismo.
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