Cristo guarisce i Lebbrosi

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Riferimento: S30950
Autore Niccolò ROSSIGLIANI detto "Il Vicentino"
Anno: 1540 ca.
Misure: 417 x 302 mm
3.500,00 €

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Riferimento: S30950
Autore Niccolò ROSSIGLIANI detto "Il Vicentino"
Anno: 1540 ca.
Misure: 417 x 302 mm
3.500,00 €

Descrizione

Chiaroscuro a tre legni, impresso con inchiostro bruno chiaro, inchiostro bruno e inchiostro nero, 1540-50 circa.

Esemplare nel secondo stato finale, con il monogramma dell’editore Andrea Andreani e la data 1608, in basso a destra, sopra la firma abrasa 'Ioseph Nicolaus Vicentini'.

Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva, rifilata oltre la linea marginale, in ottimo stato di conservazione.

Cristo che guarisce i lebbrosi raffigura la guarigione miracolosa dei lebbrosi incontrati da Gesù sulla via di Gerusalemme, in compagnia dei dodici apostoli. La composizione è conforme nel disegno e nella direzione a un modello di circa le stesse dimensioni del Parmigianino, realizzato a penna e inchiostro marrone con lavaggio marrone, accentuato con il bianco, ora a Chatsworth (Popham 1971). La scala monumentale delle figure e la resa meticolosa del disegno, con contorni chiari e applicazioni ben definite di lavature e lumeggiature, suggeriscono fortemente che Parmigianino lo abbia concepito a Bologna in vista di una stampa. Inoltre, l'immagine può essere associata all'epidemia di peste che colpì l'Italia settentrionale intorno al 1528. Alcuni disegni del Parmigianino di simile esecuzione furono presi a modello da Vicentino e Antonio da Trento.

Vicentino stampò Cristo che guarisce i lebbrosi in gran numero e in una varietà di tavolozze, a testimonianza della popolarità della composizione. Come altri blocchi della bottega di Vicentino, il Cristo che guarisce i lebbrosi fu in seguito ristampato dallo stampatore della Scala in uno scudo prima di essere pubblicato da Andrea Andreani, che aggiunse il tassello “AA in mantoua 1608” nell'angolo inferiore destro del blocco più scuro.

Popham e Landau, seguendo Vasari, sostengono che il Vicentino intagliò l’opera dopo la morte del Parmigianino, escludendo comunque che i due artisti avessero collaborato nella realizzazione dei chiaroscuri. Oberhuber, seguito da Gnann, sottolinea che lo stile del Vicentino richiama quello di Ugo da Carpi e che probabilmente il Rossigliani incontrò l’artista e il Parmigianino a Roma ben prima del Sacco del 1527. La composizione è anche nota attraverso una stampa di traduzione di Schiavone e una, in controparte, di Leonard Thiry.

Bellissimo esemplare.

Bibliografia
Naoko Takahatake, The Chiaroscuro Woodcut in Renaissance Italy, exhibition catalogue, Los Angeles County Museum of Art, 2018, pp. 131-135; Bartsch XII.39.15.II; B. Davis, Mannerist Prints, n. 51.

Niccolò ROSSIGLIANI detto "Il Vicentino" (Attivo a Vicenza 1540-50)

Xilografo e stampatore italiano. Firmò cinque xilografie in chiaroscuro, tutte da artisti diverse e tutte senza data. Probabilmente, la prima è una xilografia in due blocchi di Ercole e il Leone, da Giulio Romano. Cloelia da Maturino o Giulio Romano, in tre blocchi, è intagliata ancora in maniera un po’ rozza e potrebbe essere la seconda opera realizzata. Un’elegante linea è il filo conduttore dei lavori successivi, come Aiace e Agamennone, da Polidoro da Caravaggio, la Sacra Conversazione con S.Caterina da un disegno (forse) di Camillo Boccaccino and Cristo che cura i Lebbrosi da Parmigianino. Una non firmata Adorazione dei Magi e Il Cardinale e il Dottore possono essere attribuite a lui con ragione. Il suo stile, di quelli inconfondibili, si individua tra un gruppo di chiaroscuri sui disegni di Parmigianino che potrebbero rappresentare il frutto del lavoro del suo studio, supervisionato da Vicentino. Vasari racconta come Parmigianino avesse dei chiaroscuri intagliati da Antonio da Trento, e che molti altri disegni vennero stampati dopo la sua morte da ‘Joannicolo Vicentino’. Un gruppo di dieci piccoli chiaroscuri in due blocchi derivanti da disegni ?????, così come I Dodici Apostoli in cui sono visibili due mani nell’incisione, sono presumibilmente parte della sua produzione, insieme ad una dozzina di chiaroscuri anonimi. Che il Vicentino avesse una bottega è suggerito anche dal fatto che un vasto numero di disegni del Parmigianino, relativi ai chiaroscuri, fossero rimasti insieme e che Andrea Andreani acquistò molti blocchi da lui realizzati per ristamparli.

Niccolò ROSSIGLIANI detto "Il Vicentino" (Attivo a Vicenza 1540-50)

Xilografo e stampatore italiano. Firmò cinque xilografie in chiaroscuro, tutte da artisti diverse e tutte senza data. Probabilmente, la prima è una xilografia in due blocchi di Ercole e il Leone, da Giulio Romano. Cloelia da Maturino o Giulio Romano, in tre blocchi, è intagliata ancora in maniera un po’ rozza e potrebbe essere la seconda opera realizzata. Un’elegante linea è il filo conduttore dei lavori successivi, come Aiace e Agamennone, da Polidoro da Caravaggio, la Sacra Conversazione con S.Caterina da un disegno (forse) di Camillo Boccaccino and Cristo che cura i Lebbrosi da Parmigianino. Una non firmata Adorazione dei Magi e Il Cardinale e il Dottore possono essere attribuite a lui con ragione. Il suo stile, di quelli inconfondibili, si individua tra un gruppo di chiaroscuri sui disegni di Parmigianino che potrebbero rappresentare il frutto del lavoro del suo studio, supervisionato da Vicentino. Vasari racconta come Parmigianino avesse dei chiaroscuri intagliati da Antonio da Trento, e che molti altri disegni vennero stampati dopo la sua morte da ‘Joannicolo Vicentino’. Un gruppo di dieci piccoli chiaroscuri in due blocchi derivanti da disegni ?????, così come I Dodici Apostoli in cui sono visibili due mani nell’incisione, sono presumibilmente parte della sua produzione, insieme ad una dozzina di chiaroscuri anonimi. Che il Vicentino avesse una bottega è suggerito anche dal fatto che un vasto numero di disegni del Parmigianino, relativi ai chiaroscuri, fossero rimasti insieme e che Andrea Andreani acquistò molti blocchi da lui realizzati per ristamparli.