La Maddalena Penitente
Riferimento: | S17093 |
Autore | Giulio CARPIONI |
Anno: | 1650 |
Misure: | 140 x 202 mm |
Riferimento: | S17093 |
Autore | Giulio CARPIONI |
Anno: | 1650 |
Misure: | 140 x 202 mm |
Descrizione
Acquaforte, firmata in lastra in basso a destra.
Esemplare nel probabile primo stato di tre, prima dell’indirizzo di Cadorin.
Magnifica prova, ricca di toni, caratterizzata dai graffi di lastra tipici delle prime tirature, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, rifilata al rame su tre lati, all’interno in basso, in eccellente stato di conservazione.
Esemplare privo del margine bianco inferiore. Rara.
Giulio Carpioni (1613-1679) fu seguace del Parmigianino e poi del veronese Ottino del quale subì influenze di eco caravaggesca, il Carpioni è uno dei più interessanti interpreti del classicismo neo venezianeggiante del Seicento in Italia settentrionale. Unendo esperienze più varie, che vanno dal realismo lombardo al classicismo bolognese e soprattutto poussiniano, conosciuto forse tramite le stampe di Pietro Testa, l’artista raggiunge un linguaggio figurativo personalissimo, tra i più interessanti della contemporanea pittura veneta, legati soprattutto alle sue celebri raffigurazioni di baccanali e scene pastorali popolate di ninfe e satiri. Questi temi sono svolti dal Carpioni anche in qualche acquaforte, tecnica che interessò l’artista limitatamente a pochi pezzi realizzati, assai rari e tutti pervasi di quello spirito di classicismo affine alle opere realizzate da Poussin nel suo primo periodo romano, alla produzione giovanile di Pietro Testa e di Giovanni B. Castiglione. Notissimo per la sua attività pittorica, si dedicò all’incisione nel periodo iniziale della sua carriera, quasi in fase sperimentale, utilizzando il mezzo incisorio come ricerca espressiva e di forma.
Ex collezione John Barnard (Lugt 1419),
Bibliografia
Bartsch 10; TIB 010 I/III. Dimensioni 140x202.
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Giulio CARPIONI (Vicenza 1613 – 1679)
Seguace del Parmigianino e poi del veronese Ottino del quale subì influenze di eco caravaggesca, il Carpioni è uno dei più interessanti interpreti del classicismo neo venezianeggiante del Seicento in Italia settentrionale. Unendo esperienze più varie, che vanno dal realismo lombardo al classicismo bolognese e soprattutto poussiniano, conosciuto forse tramite le stampe di Pietro Testa, l’artista raggiunge un linguaggio figurativo personalissimo, tra i più interessanti della contemporanea pittura veneta, legati soprattutto alle sue celebri raffigurazioni di baccanali e scene pastorali popolate di ninfe e satiri. Questi temi sono svolti dal Carpioni anche in qualche acquaforte, tecnica che interessò l’artista limitatamente a pochi pezzi realizzati, assai rari e tutti pervasi di quello spirito di classicismo affine alle opere realizzate da Poussin nel suo primo periodo romano, alla produzione giovanile di Pietro Testa e di Giovanni B.Castiglione. Notissimo per la sua attività pittorica, si dedicò all’incisione nel periodo iniziale della sua carriera, quasi in fase sperimentale, utilizzando il mezzo incisorio come ricerca espressiva e di forma.
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Bibliografia
Bartsch 10; TIB 010 I/III. Dimensioni 140x202.
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Giulio CARPIONI (Vicenza 1613 – 1679)
Seguace del Parmigianino e poi del veronese Ottino del quale subì influenze di eco caravaggesca, il Carpioni è uno dei più interessanti interpreti del classicismo neo venezianeggiante del Seicento in Italia settentrionale. Unendo esperienze più varie, che vanno dal realismo lombardo al classicismo bolognese e soprattutto poussiniano, conosciuto forse tramite le stampe di Pietro Testa, l’artista raggiunge un linguaggio figurativo personalissimo, tra i più interessanti della contemporanea pittura veneta, legati soprattutto alle sue celebri raffigurazioni di baccanali e scene pastorali popolate di ninfe e satiri. Questi temi sono svolti dal Carpioni anche in qualche acquaforte, tecnica che interessò l’artista limitatamente a pochi pezzi realizzati, assai rari e tutti pervasi di quello spirito di classicismo affine alle opere realizzate da Poussin nel suo primo periodo romano, alla produzione giovanile di Pietro Testa e di Giovanni B.Castiglione. Notissimo per la sua attività pittorica, si dedicò all’incisione nel periodo iniziale della sua carriera, quasi in fase sperimentale, utilizzando il mezzo incisorio come ricerca espressiva e di forma.
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