La Visione di S. Antonio da Padova
Riferimento: | S5363 |
Autore | Giulio CARPIONI |
Anno: | 1650 ca. |
Misure: | 140 x 210 mm |
825,00 €
Riferimento: | S5363 |
Autore | Giulio CARPIONI |
Anno: | 1650 ca. |
Misure: | 140 x 210 mm |
825,00 €
Descrizione
Acquaforte, firmata in lastra in basso a sinistra.
Esemplare nel terzo stato di quattro con l'indirizzo di Mattia Cadorin.
Magnifica prova, ricca di toni e caratterizzata dai graffi di lastra, impressa su carta vergata coeva, irregolarmente rifilata al rame, in ottimo stato di conservazione.
Ex collezione J. E. Wetterauer (Lugt 3870).
Bibliografia
Bartsch 11; Tib 011 III/IV
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Giulio CARPIONI (Vicenza 1613 – 1679)
Seguace del Parmigianino e poi del veronese Ottino del quale subì influenze di eco caravaggesca, il Carpioni è uno dei più interessanti interpreti del classicismo neo venezianeggiante del Seicento in Italia settentrionale. Unendo esperienze più varie, che vanno dal realismo lombardo al classicismo bolognese e soprattutto poussiniano, conosciuto forse tramite le stampe di Pietro Testa, l’artista raggiunge un linguaggio figurativo personalissimo, tra i più interessanti della contemporanea pittura veneta, legati soprattutto alle sue celebri raffigurazioni di baccanali e scene pastorali popolate di ninfe e satiri. Questi temi sono svolti dal Carpioni anche in qualche acquaforte, tecnica che interessò l’artista limitatamente a pochi pezzi realizzati, assai rari e tutti pervasi di quello spirito di classicismo affine alle opere realizzate da Poussin nel suo primo periodo romano, alla produzione giovanile di Pietro Testa e di Giovanni B.Castiglione. Notissimo per la sua attività pittorica, si dedicò all’incisione nel periodo iniziale della sua carriera, quasi in fase sperimentale, utilizzando il mezzo incisorio come ricerca espressiva e di forma.
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Bibliografia
Bartsch 11; Tib 011 III/IV
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Giulio CARPIONI (Vicenza 1613 – 1679)
Seguace del Parmigianino e poi del veronese Ottino del quale subì influenze di eco caravaggesca, il Carpioni è uno dei più interessanti interpreti del classicismo neo venezianeggiante del Seicento in Italia settentrionale. Unendo esperienze più varie, che vanno dal realismo lombardo al classicismo bolognese e soprattutto poussiniano, conosciuto forse tramite le stampe di Pietro Testa, l’artista raggiunge un linguaggio figurativo personalissimo, tra i più interessanti della contemporanea pittura veneta, legati soprattutto alle sue celebri raffigurazioni di baccanali e scene pastorali popolate di ninfe e satiri. Questi temi sono svolti dal Carpioni anche in qualche acquaforte, tecnica che interessò l’artista limitatamente a pochi pezzi realizzati, assai rari e tutti pervasi di quello spirito di classicismo affine alle opere realizzate da Poussin nel suo primo periodo romano, alla produzione giovanile di Pietro Testa e di Giovanni B.Castiglione. Notissimo per la sua attività pittorica, si dedicò all’incisione nel periodo iniziale della sua carriera, quasi in fase sperimentale, utilizzando il mezzo incisorio come ricerca espressiva e di forma.
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