San Girolamo nel deserto
Riferimento: | S37772 |
Autore | Giulio CARPIONI |
Anno: | 1655 ca. |
Misure: | 162 x 223 mm |
Riferimento: | S37772 |
Autore | Giulio CARPIONI |
Anno: | 1655 ca. |
Misure: | 162 x 223 mm |
Descrizione
Acquaforte, 1640 – 1655 circa, firmata su un libro in basso a destra 'Giul. Carpioni. Ven.' e in basso al centro l’excudit 'Matio Cadorin dotto bolz. For.' Secondo stato finale.
Ottima prova, impressa su carta vergata coeva, al verso, timbro di collezione (simile a Lugt 3618 di Louis-Antoine et Véronique Prat), in ottimo stato di conservazione.
S. Girolamo è raffigurato in preghiera nel deserto: il santo, seminudo, è inginocchiato a terra, appoggiato ad uno sperone di roccia sul quale è deposto un crocifisso, A terra due grossi volumi. In atteggiamento orante, rivolge lo sguardo verso il cielo dalle cui nubi spuntano teste di cherubini. Sullo sfondo, in lontananza, il leone.
Bibliografia
Bartsch XX.185.12; Bellini and Wallace in TIB 1990, 4504.012.S2; Calabi 1921, no. 7; Pilo 1961, no. 11; Mazzoli 2008, no. 12
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Giulio CARPIONI (Vicenza 1613 – 1679)
Seguace del Parmigianino e poi del veronese Ottino del quale subì influenze di eco caravaggesca, il Carpioni è uno dei più interessanti interpreti del classicismo neo venezianeggiante del Seicento in Italia settentrionale. Unendo esperienze più varie, che vanno dal realismo lombardo al classicismo bolognese e soprattutto poussiniano, conosciuto forse tramite le stampe di Pietro Testa, l’artista raggiunge un linguaggio figurativo personalissimo, tra i più interessanti della contemporanea pittura veneta, legati soprattutto alle sue celebri raffigurazioni di baccanali e scene pastorali popolate di ninfe e satiri. Questi temi sono svolti dal Carpioni anche in qualche acquaforte, tecnica che interessò l’artista limitatamente a pochi pezzi realizzati, assai rari e tutti pervasi di quello spirito di classicismo affine alle opere realizzate da Poussin nel suo primo periodo romano, alla produzione giovanile di Pietro Testa e di Giovanni B.Castiglione. Notissimo per la sua attività pittorica, si dedicò all’incisione nel periodo iniziale della sua carriera, quasi in fase sperimentale, utilizzando il mezzo incisorio come ricerca espressiva e di forma.
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Bibliografia
Bartsch XX.185.12; Bellini and Wallace in TIB 1990, 4504.012.S2; Calabi 1921, no. 7; Pilo 1961, no. 11; Mazzoli 2008, no. 12
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Giulio CARPIONI (Vicenza 1613 – 1679)
Seguace del Parmigianino e poi del veronese Ottino del quale subì influenze di eco caravaggesca, il Carpioni è uno dei più interessanti interpreti del classicismo neo venezianeggiante del Seicento in Italia settentrionale. Unendo esperienze più varie, che vanno dal realismo lombardo al classicismo bolognese e soprattutto poussiniano, conosciuto forse tramite le stampe di Pietro Testa, l’artista raggiunge un linguaggio figurativo personalissimo, tra i più interessanti della contemporanea pittura veneta, legati soprattutto alle sue celebri raffigurazioni di baccanali e scene pastorali popolate di ninfe e satiri. Questi temi sono svolti dal Carpioni anche in qualche acquaforte, tecnica che interessò l’artista limitatamente a pochi pezzi realizzati, assai rari e tutti pervasi di quello spirito di classicismo affine alle opere realizzate da Poussin nel suo primo periodo romano, alla produzione giovanile di Pietro Testa e di Giovanni B.Castiglione. Notissimo per la sua attività pittorica, si dedicò all’incisione nel periodo iniziale della sua carriera, quasi in fase sperimentale, utilizzando il mezzo incisorio come ricerca espressiva e di forma.
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