Veduta del Porto dell'Isola di Ischia
Riferimento: | S46188 |
Autore | Georg Abraham HACKERT |
Anno: | 1790 ca. |
Zona: | Ischia |
Luogo di Stampa: | Napoli |
Misure: | 580 x 430 mm |
Riferimento: | S46188 |
Autore | Georg Abraham HACKERT |
Anno: | 1790 ca. |
Zona: | Ischia |
Luogo di Stampa: | Napoli |
Misure: | 580 x 430 mm |
Descrizione
In basso al centro, simmetricamente a destra e a sinistra dello stemma - VEDUTA DEL PORTO DELL'ISOLA D'ISCHIA/ preso dal quadro originale che fa parte della Collezione dei Porti delle Due Sicilie ordinata da S.M. il Re.
Acquaforte, ultima decade del XVIII secolo, firmata da Giovanni de Grado e Georg Abraham Hackert che traduce a stampa e pubblica il celebre dipinto del fratello Jakob Philipp Hackert appartenente alla serie Vedute dei Porti del Regno conservati nella Reggia di Caserta.
Influenzato dai paesaggi di Claude Lorrain e dagli artisti olandesi del XVII secolo, il tedesco Jakob Philipp Hackert (1737-1807) fu uno dei più grandi artisti di paesaggio con sede a Roma fine XVIII secolo. I suoi precisi rendering di siti belli e storici hanno attirato una clientela internazionale durante il Grand tour europeo.
Nel 1785 su richiesta del re Ferdinando IV di Borbone si stabilì a Napoli, dopo aver raggiunto il successo grazie a un incarico ricevuto dalla zarina Caterina II di Russia (1782). Presso la corte borbonica, dove lavorò insieme al fratello incisore George Abraham (1755-1805), fu nominato Primo Pittore di Corte con l'incarico di dipingere le vedute più care al re, di consigliarlo sull'acquisto di opere d'arte e di occuparsi dell'educazione artistica dei principi. Inoltre, Hackert curò per il re il trasporto della Collezione Farnese da Roma a Napoli, il restauro dei dipinti della Pinacoteca Reale e la decorazione dei nuovi siti reali di San Leucio e Carditello.
Il pittore non aveva ancora portato a compimento la serie dei primi dei dipinti richiestigli quando il Re, nel 1788, gli ordinò di recarsi in Puglia per effettuare un rilevamento topografico complessivo della costa adriatica, con le sue baie ed i suoi porti. Tra il 1789 e il 1792 Hackert ne trasse almeno nove vedute, principiando dal golfo di Manfredonia, scendendo fino al tacco dello stivale, per poi risalire sullo Jonio verso Taranto. Un corpus di studi preparatori alle tele di grande formato della suite dei porti del regno, oggi conservato al Kupferstichkabinett di Berlino, testimonia il lavoro scrupoloso e capillare che sottende la realizzazione delle vedute e dà conto delle numerose prove grafiche che precedevano la stesura dei dipinti.
La Reggia di Caserta conserva nelle proprie Collezioni numerose sue opere, comprese le Vedute dei Porti del Regno, commissionate per la Villa Favorita di Resina e divenute modello per un'intera scuola napoletana di pittori per il paesaggio dal vero.
La veduta viene stampata a Napoli da Georg Abraham Hackert che dirige e incarica dell’incisione il suo allievo Giovanni de Grado.
Bellissima prova, impressa su carta databile all’inizio del XIX secolo, tracce di colla e minimi restauri visibili al verso, nel complesso in buono stato di conservazione.
Bibliografia
Il paesaggio secondo natura, Jacob Philipp Hackert e la sua cerchia, A cura di: Paolo Chiarini; A. Grimaldi, Le Vedute dei Porti del Regno: Jacob Philipp Hackert, Il vedutista al servizio del Re, pp- 313-335; T. Weidner, Jakob Philipp Hackert, Berlino 1998.
Georg Abraham HACKERT (Prenzlau, 1755; Firenze, 1805)
Fratello di Philipp Hackert. Studiò a Berlino con F. G. Berger e si trasferì in Italia nel 1776 su invito del fratello maggiore. Sebbene la sua istruzione fosse incentrata essenzialmente sull’arte Olandese e Fiamminga del XVII secolo, molto presto volse la sua attenzione al Neo-classicismo e alle teorie di Winckelmann e Mengs. La sua produzione romana è un efficace compromesso tra un approccio calligrafico e lo spirito Romantico. Infatti, pur rendendo fedelmente i paesaggi del fratello, riuscì ad infondere un nuovo senso naturistico alle sue incisioni. Possedeva la capacità di illustrare una scena come se realizzasse l’incisione dal vivo, anziché da un dipinto. Georg lavorò prevalentemente a Napoli, dove i Borbone lo nominarono incisore ufficiale. In questa posizione riuscì a mettersi in luce e a diffondere il Neo-classicismo, sebbene la reale influenza sugli artisti napoletani è tutt’ora dibattuta. Lasciò Napoli insieme al fratello nel 1799.
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Georg Abraham HACKERT (Prenzlau, 1755; Firenze, 1805)
Fratello di Philipp Hackert. Studiò a Berlino con F. G. Berger e si trasferì in Italia nel 1776 su invito del fratello maggiore. Sebbene la sua istruzione fosse incentrata essenzialmente sull’arte Olandese e Fiamminga del XVII secolo, molto presto volse la sua attenzione al Neo-classicismo e alle teorie di Winckelmann e Mengs. La sua produzione romana è un efficace compromesso tra un approccio calligrafico e lo spirito Romantico. Infatti, pur rendendo fedelmente i paesaggi del fratello, riuscì ad infondere un nuovo senso naturistico alle sue incisioni. Possedeva la capacità di illustrare una scena come se realizzasse l’incisione dal vivo, anziché da un dipinto. Georg lavorò prevalentemente a Napoli, dove i Borbone lo nominarono incisore ufficiale. In questa posizione riuscì a mettersi in luce e a diffondere il Neo-classicismo, sebbene la reale influenza sugli artisti napoletani è tutt’ora dibattuta. Lasciò Napoli insieme al fratello nel 1799.
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