Donna dell'Isola di Procida Nel Regno di Napoli

Riferimento: S30066
Autore Filippo MORGHEN
Anno: 1792
Zona: Procida
Luogo di Stampa: Napoli
Misure: 210 x 290 mm
300,00 €

Riferimento: S30066
Autore Filippo MORGHEN
Anno: 1792
Zona: Procida
Luogo di Stampa: Napoli
Misure: 210 x 290 mm
300,00 €

Descrizione

Scena di costume popolare tratta dal raro Raccolta di Varie vestiture che costumano nell Città, Terre e Paesi in Provincie diverse del Regno di Napoli, edito a Napoli da Nicola Gervasi e Vincenzo Talani nel 1793.

L'opera è composta da 60 tavole, incise in rame e finemente colorate a mano, tratte da disegni di Alessandro e Olivo d'Anna, incisi da Secondo Bianchi, Antonio Zaballi e Giuseppe Morghen.

Le opere circolarono prima sciolte a Roma, dove furono incise, nel 1791/2; successivamente, nel 1793, furono concessi, agli editori Gervasi e Talani, i diritti per la pubblicazione.

Tuttavia, siccome venivano poste in commercio opere non provenienti dalla Real Fabbrica, nel 1795 fu stabilito un monopolio che proibiva la vendita di immagini di costumi popolari.

Magnifica coloritura coeva, leggere bruniture ai margini, per il resto in buono stato di conservazione.

Bibliografia

Brunet IV, 1075; Colas 2468; Vinet 2303

Filippo MORGHEN (Firenze circa 1730 - Napoli 1808)

Filippo è menbro di una famiglia di incisori di Firenze. Non se ne conosce con esattezza l’origine. Secondo la testimonianza di Raffaello, il membro più illustre, suo nonno era originario di Montpellier e, dopo avere sposato una donna genovese, si trasferì a Firenze, dove aprì un negozio di trine. Entrambi i loro figli, Giovanni Elia e Filippo, si specializzarono nell’arte calcografica; il primo fu prevalentemente disegnatore, Filippo al contrario si perfezionò nell’intaglio, arte in cui fu particolarmente dotato. Filippo, nato a Firenze intorno al 1730, apprese l’arte del disegno dal fratello maggiore; in seguito si trasferì a Roma dove rimase sette anni. Già a Firenze eseguì i ritratti di alcuni componenti della famiglia Medici per l’edizione di Giuseppe Allegrini, pubblicata nel 1761. In collaborazione con suo figlio Raffaello riprodusse molti dei Profeti scolpiti da Baccio Bandinelli nel coro della Cattedrale di Firenze e la tomba di Michelangelo in Santa Croce. Nel 1752 arrivò a Napoli, chiamato insieme a Giovanni Elia dal re Carlo di Borbone per partecipare all’impresa editoriale delle Antichità di Ercolano. A Napoli, dove conobbe e sposò la figlia di Francesco Liani, pittore di corte, trascorse il resto della sua esistenza, eseguendo numerosi altri lavori di grande importanza per la vivace fucina della Stamperia Reale; in tale contesto instaurò un rapporto di particolare intesa con Luigi Vanvitelli, il quale nel 1756 gli affidò i due ritratti dei sovrani per il testo Dichiarazione dei disegni del Reale Palazzo di Caserta (Napoli 1756).

Bibliografia

Brunet IV, 1075; Colas 2468; Vinet 2303

Filippo MORGHEN (Firenze circa 1730 - Napoli 1808)

Filippo è menbro di una famiglia di incisori di Firenze. Non se ne conosce con esattezza l’origine. Secondo la testimonianza di Raffaello, il membro più illustre, suo nonno era originario di Montpellier e, dopo avere sposato una donna genovese, si trasferì a Firenze, dove aprì un negozio di trine. Entrambi i loro figli, Giovanni Elia e Filippo, si specializzarono nell’arte calcografica; il primo fu prevalentemente disegnatore, Filippo al contrario si perfezionò nell’intaglio, arte in cui fu particolarmente dotato. Filippo, nato a Firenze intorno al 1730, apprese l’arte del disegno dal fratello maggiore; in seguito si trasferì a Roma dove rimase sette anni. Già a Firenze eseguì i ritratti di alcuni componenti della famiglia Medici per l’edizione di Giuseppe Allegrini, pubblicata nel 1761. In collaborazione con suo figlio Raffaello riprodusse molti dei Profeti scolpiti da Baccio Bandinelli nel coro della Cattedrale di Firenze e la tomba di Michelangelo in Santa Croce. Nel 1752 arrivò a Napoli, chiamato insieme a Giovanni Elia dal re Carlo di Borbone per partecipare all’impresa editoriale delle Antichità di Ercolano. A Napoli, dove conobbe e sposò la figlia di Francesco Liani, pittore di corte, trascorse il resto della sua esistenza, eseguendo numerosi altri lavori di grande importanza per la vivace fucina della Stamperia Reale; in tale contesto instaurò un rapporto di particolare intesa con Luigi Vanvitelli, il quale nel 1756 gli affidò i due ritratti dei sovrani per il testo Dichiarazione dei disegni del Reale Palazzo di Caserta (Napoli 1756).