Globo Terrestre
Riferimento: | S46314 |
Autore | Salvatore LIRELLI |
Anno: | 1790 |
Zona: | Planisfero |
Luogo di Stampa: | Venezia |
Misure: | 470 x 385 mm |
Riferimento: | S46314 |
Autore | Salvatore LIRELLI |
Anno: | 1790 |
Zona: | Planisfero |
Luogo di Stampa: | Venezia |
Misure: | 470 x 385 mm |
Descrizione
Mappamondo in proiezione di Mercatore (12,5:43,5 cm) e in 2 emisferi in proiezione polare (Ø 19 cm ciascuno).
Acquaforte, da Salvatore Lirelli, incisa da P. Amati e P. Tela, 1790 circa.
Questa non comune carta è una versione leggermente ridotta della carta di Salvatore Lirelli, pubblicata nel 1786 per la Reale Accademia delle Scienze di Torino. Il foglio comprende due proiezioni polari e un mappamondo in proiezione di Mercatore, centrato sul Pacifico. Il fulcro delle mappe è costituito dai viaggi del capitano Cook, che sono tracciati in ogni loro parte insieme alle date di ogni tappa dei suoi viaggi. Nell'emisfero polare meridionale sono rappresentate le montagne di ghiaccio che circondano il polo, ma non è raffigurata alcuna massa terrestre. La carta in proiezione di Mercatore mostra l'Australia denominata Nuova Olanda e ancora collegata alla Tasmania, anche se la linea di costa comincia a prendere forma.
Nella sua mappa, Lirelli spiega di averla realizzata per offrire ai lettori una nuova prospettiva sul mondo. Questo obiettivo viene raggiunto attraverso la doppia proiezione della Terra. Nella memoria posta tra gli emisferi, Lirelli spiega la scelta di includere entrambe le proiezioni. La proiezione di Mercatore in basso è eccellente per calcolare le distanze per la navigazione, ma non è altrettanto affidabile alle alte latitudini. Per quelle regioni polari, la proiezione polare è superiore, da qui l'inclusione di entrambe in modo che il lettore possa passare da una all'altra per una comprensione più accurata del globo. L'emisfero meridionale è particolarmente intrigante perché non c'è l'Antartide, che era ancora sconosciuto ai navigatori e ai geografi. Lirelli ha invece ipotizzato che il polo sia circondato da montagne di ghiaccio, ipotesi non lontana dalla verità del freddo continente.
Al di sotto dei due emisferi è rappresentato il mondo su una proiezione di Mercatore. I poli sono stati eliminati e la latitudine si estende solo fino a 45° N e S. Su entrambe le proiezioni sono segnate le date degli incontri con le terre europee. La Nuova Olanda è ancora collegata alla Terra di Van Diemen, poiché questa mappa è stata realizzata prima del secondo viaggio di Flinders, ma non si ipotizza più che la Nuova Guinea e la Nuova Olanda siano collegate, separate invece dallo Stretto di Endeavour. Sia sulla carta dell'emisfero meridionale che sulla proiezione di Mercatore, la Nuova Zelanda è notevolmente precisa.
Secondo le Memoires de l'Academie Royale des Sciences de Turin, Lirelli presentò una versione manoscritta di questo lavoro alla Società per una revisione. Gli accademici rimasero impressionati, apprezzando il modo in cui la carta facilitava la lettura grazie alla visione ravvicinata delle regioni polari, solitamente difficili da vedere. La carta fu approvata e Lirelli fu nominato Geografo del Re.
L'Accademia di Torino faceva parte della rinascita delle scienze in Italia alla fine del XVIII secolo. Le idee illuministe avevano raggiunto l'Italia settentrionale negli anni '40 del XVII secolo, aiutate dall'elezione di un Papa progressista, Benedetto XIV. Nel 1757, l'accademico torinese Cesare Beccaria fondò una società scientifica con alcuni suoi studenti. Inizialmente si chiamava Societas Privata Taurinensis, ma fu poi ribattezzata Societe Royale des Sciences. Il re di Sardegna Vittorio Amedeo era il patrono della Società, da cui la dedica della carta di Lirelli. Il Re ufficializzò la Società nel 1783, solo tre anni prima della realizzazione di questa mappa, e il nome cambiò nuovamente in Academie Royale des Sciences. La Società esiste ancora oggi, con il nome di Accademia delle Scienze di Torino.
Lirelli lavorò a Novara e divenne direttore dell'osservatorio di Torino nel 1791. Era nato nel 1751 e morì nel 1811. Gli anni 1780 furono un periodo molto attivo per lui, che pubblicò anche un'analisi geografica destinata ad accompagnare un nuovo atlante dell'Europa nel 1789.
Acquaforte, impressa su carta vergata coeva e finemente colorata a mano, in ottimo stato di conservazione. Rara.
Bibliografia
Tooley, Mapmakers I, 26 (A.) u. III, 141 (L.); cfr. Tooley, Antarctica 79.
Nacque in Agnona il 16 luglio 1751 e mori a Torino il 14 gennaio 1811. Fin da giovanetto s'applicò allo studio della geografia, spinto da naturale inclinazione a schiccherare carte geografiche, imitando qualche esemplare; e divenne celebre geografo ed astronomo.
Dalle carte esistenti nell' archivio comunale risulta che Salvatore Lirelli per pochi anni accetto l'incarico dell' insegnamento del leggere e dello scrivere ai giovanetti agnonesi, ma fin d'allora era in corrispondenza coi direttori di varie specole, coll'abate Toaldi di Padova e con alcuni membri dell'Accademia di Londra, poichè bene comprendeva quanto fosse necessario internarsi nelle cognizioni astronomiche che tanto sono collegate a quelle della geografia. Intorno al 1780 l' architetto Gabio di Riva stava costruendo il ponte di Agnona e il cav. Robilant, mandato dal governo ad osservare i lavori di detto ponte, si avvide dell' acutezza d'ingegno di cui era fornito l'abate Lirelli e lo confortò a recarsi a Torino. Quivi nel 1785 presentò una nuova carta dell'Italia e del Piemonte, che dall'Accademia delle scienze fu applaudita e premiata con medaglia d'oro, e fu nominato geografo di sua S. M. il Re di Sardegna.
In seguito, s'accinse a formare una nuova carta dell'Europa divisa in 40 fogli, pubblicando prima i fogli 29 e 30 comprendenti l'Ungheria, la Transilvania, la Moldavia, ecc.
Non si possono enumerare tutti i lavori di questo illustre geografo, chè, oltre a tutti quelli da lui ideati, doveva sobbarcarsi ad eseguirne altri che gli si commettevano dai vari governi. Ricevette inviti d' impiego di geografo dalla corte di Spagna, dall'Accademia di Londra, finchè nel 1802 venne nomi- nato dal governo francese capo della topografia civile e militare in Torino. Allora per ordine di Napoleone si portò a Marengo a fine di levare la pianta di quei contorni ove fu combattuta la grande battaglia, e la sua fu una carta topografica migliore di quante n'erano state prese innanzi dai geografi francesi (cfr. Nuovo almanacco - Guida della Valsesia per l’anno 1912, pp. 102-104).
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Nacque in Agnona il 16 luglio 1751 e mori a Torino il 14 gennaio 1811. Fin da giovanetto s'applicò allo studio della geografia, spinto da naturale inclinazione a schiccherare carte geografiche, imitando qualche esemplare; e divenne celebre geografo ed astronomo.
Dalle carte esistenti nell' archivio comunale risulta che Salvatore Lirelli per pochi anni accetto l'incarico dell' insegnamento del leggere e dello scrivere ai giovanetti agnonesi, ma fin d'allora era in corrispondenza coi direttori di varie specole, coll'abate Toaldi di Padova e con alcuni membri dell'Accademia di Londra, poichè bene comprendeva quanto fosse necessario internarsi nelle cognizioni astronomiche che tanto sono collegate a quelle della geografia. Intorno al 1780 l' architetto Gabio di Riva stava costruendo il ponte di Agnona e il cav. Robilant, mandato dal governo ad osservare i lavori di detto ponte, si avvide dell' acutezza d'ingegno di cui era fornito l'abate Lirelli e lo confortò a recarsi a Torino. Quivi nel 1785 presentò una nuova carta dell'Italia e del Piemonte, che dall'Accademia delle scienze fu applaudita e premiata con medaglia d'oro, e fu nominato geografo di sua S. M. il Re di Sardegna.
In seguito, s'accinse a formare una nuova carta dell'Europa divisa in 40 fogli, pubblicando prima i fogli 29 e 30 comprendenti l'Ungheria, la Transilvania, la Moldavia, ecc.
Non si possono enumerare tutti i lavori di questo illustre geografo, chè, oltre a tutti quelli da lui ideati, doveva sobbarcarsi ad eseguirne altri che gli si commettevano dai vari governi. Ricevette inviti d' impiego di geografo dalla corte di Spagna, dall'Accademia di Londra, finchè nel 1802 venne nomi- nato dal governo francese capo della topografia civile e militare in Torino. Allora per ordine di Napoleone si portò a Marengo a fine di levare la pianta di quei contorni ove fu combattuta la grande battaglia, e la sua fu una carta topografica migliore di quante n'erano state prese innanzi dai geografi francesi (cfr. Nuovo almanacco - Guida della Valsesia per l’anno 1912, pp. 102-104).
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