Carte dei quattro continenti
Riferimento: | 4828 |
Autore | Andrè Thevet |
Anno: | 1575 |
Zona: | Continenti |
Luogo di Stampa: | Parigi |
Misure: | 460 x 355 mm |
Riferimento: | 4828 |
Autore | Andrè Thevet |
Anno: | 1575 |
Zona: | Continenti |
Luogo di Stampa: | Parigi |
Misure: | 460 x 355 mm |
Descrizione
Suite completa delle carte raffiguranti i 4 continenti. Xilografie, 1575, finemente colorate a mano in epoca, impresse su carta vergata coeva, complete della linea marginale, in eccellente stato di conservazione. Le carte sono tratte dalla prima edizione de La Cosmographie universelle d'Andre Thevet, cosmographe du roy : illustree de diverses figures des choses plus remarquables veues par l'auteur, & incogneues de noz anciens & modernes, curata da Pierre l’Huilier, che precede di uno o due anni la ristampa di Guillaume Chaudiere.
Nato a Angoulême intorno al 1516, Thevet divenne frate francescano e intorno al 1550 compì la sua prima spedizione, quando accompagnò il cardinale Jean de Lorraine in Italia e nel bacino del Mediterraneo. Poco dopo, Thevet pubblicò la Cosmographie de Levant, un compendio circa fatti, persone, luoghi, flora e fauna della zona visitata. L’esperienza di Thevet come un viaggiatore attirò l'attenzione di Nicolas Durand, Cavaliere di Villegagnon, che si apprestava a fondare una colonia in quello che è oggi il Brasile. Durant chiese a Thevet di accompagnarlo nella spedizione come suo confessore. Durante il viaggio, Thevet si ammalò e fu costretto a tornare in Francia dopo aver trascorso sole dieci settimane in Brasile. Tuttavia, combinando le sue osservazioni con le informazioni acquisite da altri viaggiatori, Thevet realizzò il suo Singularitez de la France Antarctique, pubblicato a Parigi nel 1557, che gli valse il riconoscimento reale e la nomina a cosmografo della corte dei Valois. Si dedicò poi alla sua opera più ambiziosa, La Cosmographie universelle, una sorta di descrizione di ogni parte del mondo conosciuto. Il suo collaboratore François de Belleforest, probabilmente a seguito di un litigio, lo abbandonò pubblicando una propria cosmografia nel 1572. Al di là delle accuse di furto del materiale mosse da Thevet, senza dubbio la pubblicazione di Belleforest, tolse successo all’opera di Thevet che, con oltre 2.000 pagine, apparve a 3 anni di distanza, nel 1575. Thevet continuò a scrivere di viaggi reali e immaginari fino alla morte, nel 1592, lasciando due opere manoscritte: la Gran Insulaire, un almanacco di isole di tutto il mondo, e le Histoire de deux voyages, un resoconto, probabilmente amplificato, dei suoi viaggi nel Nuovo Mondo.
Europe
Esemplare nell’unico stato conosciuto. La carta deriva dalla rappresentazione murale del mondo di Gerard Mercator del 1569. La mappa è riccamente ornata con mostri marini e numerosi vascelli, e riporta anche le mitiche isole di Frislandia, Ibira e Enoem. La Groenlandia e l’Islanda sono in forma molto allungata, mentre la Scandinavia non si discosta, nella forma, dalla carta di Olaus Magnus.
Asie
Esemplare nel primo stato di due, avanti la firma dell’editore Chaudiere e la data 1581. La carta dell’Asia è basata sul modello di Mercator del 1569. La Nuova Guinea stranamente non compare nella mappa, mentre il Giappone assume una curiosa forma a tartaruga. La più importante novità cartografica della mappa è rappresentata dalla corretta rappresentazione delle stretto di Anania, oggi Bering.
Table d’Afrique
Esemplare nel primo stato di due, avanti la firma dell’editore Chaudiere e la data 1581. Betz sottolinea come questa mappa dell’Africa costituisca un importante tassello nella storia della cartografia del continente, trattandosi della prima mappa di formato in-folio a descrivere l’area basandosi sul modello mercatoriano del 1569, fondendolo con le informazioni desunte dalle carte di Gastaldi e Ortelius. Il risultato è una mappa che fornisce un enorme numero di informazioni cartografiche, talvolta difficili da leggere.
Quarte Partie du Monde
Esemplare nel primo stato di tre, con il marchio tipografico sotto la descrizione nel cartiglio in basso a sinistra, edito nella prima edizione de La Comosgraphie Universelle del 1575. Burden ebidenzia che il secondo stato della carta non presenta questo marchio tipografico, mentre il terzo stato reca, in basso, la firma dell’editore Chaudiere e la data 1581. Dal punto di vista cartografico, la mappa deriva dalla carta del mondo di Gerard Mercator del 1569, mentre la nomenclatura e la morfologia della parte settentrionale sembrano essere l’assemblaggio di più fonti cartografiche. La Nuova Guinea e una grande massa meridionale denominata “Cercle Antartique” sono riccamente decorate da scene di vita indigena.
Eccellenti esemplari di queste rare mappe, tra i migliori esempi della cartografia silografica.
Bibliografia
Betz, The Mapping of Africa, pp. 133/34, 17 I/II; Norwich 12; Burden, The Mapping of North America, pp.59/60, 46 I/III; Sweet, Mapping the continent of Asia, 6, I/II.
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Andrè Thevet (Angoulême 1516 ca. - Parigi 1592)
Nato a Angoulême intorno al 1516, Thevet divenne frate francescano e intorno al 1550 compì la sua prima spedizione, quando accompagnò il cardinale Jean de Lorraine in Italia e nel bacino del Mediterraneo. Poco dopo, Thevet pubblicò la Cosmographie de Levant, un compendio circa fatti, persone, luoghi, flora e fauna della zona visitata. L’esperienza di Thevet come un viaggiatore attirò l'attenzione di Nicolas Durand, Cavaliere di Villegagnon, che si apprestava a fondare una colonia in quello che è oggi il Brasile: chiese a Thevet di accompagnarlo nella spedizione come suo confessore. Durante il viaggio, Thevet si ammalò e fu costretto a tornare in Francia dopo aver trascorso sole dieci settimane in Brasile. Tuttavia, combinando le sue osservazioni con le informazioni acquisite da altri viaggiatori, realizzò il suo Singularitez de la France Antarctique, pubblicato a Parigi nel 1557, che gli valse il riconoscimento reale e la nomina a cosmografo della corte dei Valois.
Si dedicò poi alla sua opera più ambiziosa, La Cosmographie universelle, una sorta di descrizione di ogni parte del mondo conosciuto, ma un collaboratore François de Belleforest, probabilmente a seguito di un litigio con Thevet, lasciò il suo impiego, pubblicando una propria Cosmographie, ovvero una traduzione della Cosmographia di Sebastian Munster, nel 1572.
Al di là delle accuse di furto del materiale mosse da Thevet, senza dubbio la pubblicazione di Bellforest, tolse successo alla Cosmographie universelle che, con oltre 2000 pagine, apparve a 3 anni di distanza, nel 1575. Thevet continuò a scrivere di viaggi reali e immaginari fino alla morte,nel 1592, lasciando due opere manoscritte: la Gran Insulaire, un almanacco di isole di tutto il mondo, e le Histoire de deux voyages, un resoconto, probabilmente amplificato, dei suoi viaggi nel Nuovo Mondo.
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Bibliografia
Betz, The Mapping of Africa, pp. 133/34, 17 I/II; Norwich 12; Burden, The Mapping of North America, pp.59/60, 46 I/III; Sweet, Mapping the continent of Asia, 6, I/II.
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Andrè Thevet (Angoulême 1516 ca. - Parigi 1592)
Nato a Angoulême intorno al 1516, Thevet divenne frate francescano e intorno al 1550 compì la sua prima spedizione, quando accompagnò il cardinale Jean de Lorraine in Italia e nel bacino del Mediterraneo. Poco dopo, Thevet pubblicò la Cosmographie de Levant, un compendio circa fatti, persone, luoghi, flora e fauna della zona visitata. L’esperienza di Thevet come un viaggiatore attirò l'attenzione di Nicolas Durand, Cavaliere di Villegagnon, che si apprestava a fondare una colonia in quello che è oggi il Brasile: chiese a Thevet di accompagnarlo nella spedizione come suo confessore. Durante il viaggio, Thevet si ammalò e fu costretto a tornare in Francia dopo aver trascorso sole dieci settimane in Brasile. Tuttavia, combinando le sue osservazioni con le informazioni acquisite da altri viaggiatori, realizzò il suo Singularitez de la France Antarctique, pubblicato a Parigi nel 1557, che gli valse il riconoscimento reale e la nomina a cosmografo della corte dei Valois.
Si dedicò poi alla sua opera più ambiziosa, La Cosmographie universelle, una sorta di descrizione di ogni parte del mondo conosciuto, ma un collaboratore François de Belleforest, probabilmente a seguito di un litigio con Thevet, lasciò il suo impiego, pubblicando una propria Cosmographie, ovvero una traduzione della Cosmographia di Sebastian Munster, nel 1572.
Al di là delle accuse di furto del materiale mosse da Thevet, senza dubbio la pubblicazione di Bellforest, tolse successo alla Cosmographie universelle che, con oltre 2000 pagine, apparve a 3 anni di distanza, nel 1575. Thevet continuò a scrivere di viaggi reali e immaginari fino alla morte,nel 1592, lasciando due opere manoscritte: la Gran Insulaire, un almanacco di isole di tutto il mondo, e le Histoire de deux voyages, un resoconto, probabilmente amplificato, dei suoi viaggi nel Nuovo Mondo.
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